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LA SCUOLA DI MASSA  
   
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EDILIZIA SCOLASTICA A MESTRE,
in particolare NEL SECONDO DOPOGUERRA


Nel periodo della seconda guerra mondiale Mestre appare come una città compatta (nel 1945 Mestre con Marghera ha 56.772 abitanti, mentre la popolazione di tutta la terraferma comunale è di 82.620) con le nuove espansioni strutturate in prevalente direzione nord-sud: da Carpenedo al centro storico, da questo alla Stazione e al Quartiere giardino di Marghera.
In questo insediamento strutturato e già dotato degli assi stradali per alcuni futuri ampliamenti previsti dal Piano dell'ingegnere Rosso del 1934, sono collocati sulla via che oggi si chiama Corso del Popolo nuovi "monumentali" complessi scolastici quali il Volta (già Scuola di Avviamento Professionale con annessa Scuola Tecnica, poi IPSIA con 2000 studenti, ora sede dell'Istituto Statale d'Arte, si presenta adesso assai modificato e fu affiancato negli anni '50 da un grande blocco di quattro piani ), ampliato e ristrutturato nel 1937 secondo i canoni dell'architettura autarchica sul corpo dell'ex Asilo Notturno per senzatetto del 1926, e l'imponente Liceo Classico Franchetti del 1940. In continuità con questo disegno è il progetto del 1942 dell'Istituto Tecnico Industriale Pacinotti, realizzato però solo nel dopoguerra in via Caneve.

In questo periodo i nuclei insediativi periferici degli ex comuni annessi a Venezia nel 1926, con le loro scuole elementari, sono assai meno investiti dall' espansione edilizia e ancora separati da ampie zone agricole dalla città nuova che sta crescendo a Mestre.

Dopo la seconda guerra, la costruzione di nuove scuole insegue con difficoltà e sfasature la rapida e disordinata espansione edilizia che tende alla dispersione e alla progressiva saldatura tra agglomerazione centrale e insediamenti periferici.
Costituisce felice eccezione il grande quartiere del Villaggio San Marco (1951) ad est di Mestre, pianificato per 10.000 abitanti, ove anche gli edifici scolastici sono previsti assieme al verde e ad altri servizi, come del resto era avvenuto nel progetto del Quartiere giardino di Marghera trent'anni prima e come avverrà - in un nuovo quadro normativo e di pianificazione - con il quartiere CEP (Coordinamento Edilizia Residenziale) di Campalto (1968), ora denominato Quartiere Laguna.

Il Piano Regolatore del 1962 (nel 1961 Mestre con Marghera ha 117.100 abitanti, mentre l'intera terraferma ne ha 161.635) prevede la distribuzione delle scuole nel vasto tessuto urbano programmato dallo strumento urbanistico, ma sarà la coeva Riforma che istituisce la Scuola Media Unica a incrementare e accelerare ulteriormente la costruzione di fabbricati scolastici, per cui a Mestre vengono realizzate in breve tempo una decina di nuove scuole medie.

Di conseguenza aumenta la domanda e la edificazione anche di nuovi Istituti scolastici superiori, fino alla programmazione (l'Amministrazione Provinciale prepara progetti fin dal 1975, mentre la legge n.477 sui Distretti è del 1977) e successiva realizzazione di Distretti scolastici di notevole dimensione, quale quello a nord-est di Carpenedo - Bissuola e quello ad ovest di Chirignago - Gazzera.
I Distretti, previsti all'origine come complessi edilizi organici che dovevano avere servizi comuni ai vari Indirizzi della scuola superiore da riformare, vengono invece attuati come giustapposizione dei tradizionali Istituti su due vaste aree, all'inizio isolate ma poi, negli anni '90, raggiunte dall'espansione urbana.

Innovazioni normative nazionali di carattere urbanistico, come i Decreti sugli standards urbanistici dell'Aprile 1968 (in quest'anno la popolazione della terraferma tocca i 200.000 abitanti), obbligano tra l'altro a riservare precise dotazioni di aree per le attrezzature pubbliche e in particolare per i vari ordini di scuola e anche a Mestre gli strumenti urbanistici si adeguano, con successive Varianti al Piano Regolatore.

L'edilizia scolastica riflette puntualmente anche a Mestre i caratteri dell'architettura dei vari periodi, ma con accentuazioni e in genere qualità maggiori rispetto all'edilizia abitativa e privata, come del resto è usuale per edifici pubblici di un certo impegno, corredati da una specifica normativa e manualistica progettuale, e oltre tutto sottratti alle pressioni speculative che hanno appiattito, spesso oltre ogni limite, il tessuto edilizio e urbanistico della Terraferma.
Le scuole costruite nell'ultimo mezzo secolo hanno in genere impianti funzionali, ma schematici rispetto alla capacità di tradurre gli organigrammi razionali e le condizioni normative e dei costi in spazi di qualità; caratteristica comune è inoltre la scarsa cura dei particolari e finiture, e soprattutto della qualificazione degli spazi esterni e scoperti che invece dovrebbero costituire elemento essenziale.

Talune scuole anche a Mestre sono emblematiche per il loro aspetto o per le loro vicende (vedi serie di foto): dalla De Amicis - vicino alla Torre - prolungata tra Otto e Novecento sopra il tracciato delle mura delle quali evoca l'andamento, alla ex scuola di Favaro che ebbe sede nell'edificio che fu Municipio e poi Centro civico di Quartiere; dalla lunga e armoniosa facciata della Grimani (1925-26) nel Quartiere giardino di Marghera, al semplice edificio dell'ex Scuola d'Arte Ticozzi (1926) in via Spalti; dai vasti fabbricati scolastici - ora ristrutturati o ricostruiti - della Cesare Battisti, dell'ex Scuola Tecnica Bandiera e Moro e della Scuola Media Giulio Cesare (che si insedia istituzionalmente nel 1940), realizzati negli anni '20 e '30 tra via Dante e via Cappuccina, al citato monumentalismo del Franchetti (1940) e del Pacinotti (1952) edificato dieci anni dopo il progetto; dalla scuole di edilizia anonima degli anni cinquanta, alla Tiziano Vecellio costruita sull'area del distrutto parco Ponci e accanto ai blocchi speculativi che vi sono sorti; dalla articolazione spaziale e funzionale della Einaudi di Marghera (1961) edificata di fronte alla Grimani sull'altro lato della alberata via Canal, al trasparente prospetto e impianto della Manuzio (1962) all'inizio di Viale San Marco; dai molti edifici tipici del periodo almeno ventennale del calcestruzzo a vista e dello spreco energetico, come il Massari (1963) dall'aspetto "fabbrichista" - con coperture che richiamano quelle dei capannoni industriali - e rivestito, fino alla loro rimozione negli anni '80, con pericolosi pannelli di cemento amianto, ai tipici impianti funzionali dello Zuccante (1968) e del Gramsci (1975); dalla articolata composizione spaziale della ex Scuola Media Monteverdi (1971), al lungo e chiuso involucro cementizio colorato in arancio e blu della Marconi (1971) subito oppressa - assieme al preesistente nucleo scolastico - dalla tangenziale costruita nel 1972; per finire con il vasto reticolo di volumi sospesi su "pilotis" e di corti scoperte del Foscari (1973), impianto flessibile e trasformabile nel tempo, anche se schematico e privo di cura dei particolari e delle finiture, caratteristica che assai spesso si riscontra nell'edilizia scolastica.


Da un decennio è in corso, in seguito al calo demografico, il riuso di parte del patrimonio di edilizia scolastica. Infatti tra il 1960 e il 1990 la natalità media si è ridotta del 40% e nel territorio comunale nell'anno scolastico 1989/90 gli alunni delle elementari sono diminuiti del 20% .
Dai doppi turni degli anni '70 si è passati a una quota di circa 20 edifici del patrimonio scolastico che hanno cambiato - e cambieranno ancora - di destinazione.
Queste costruzioni, ma anche tutte quelle che sono ancora destinate all'istruzione, richiedono una riqualificazione basata su una effettiva cultura del recupero urbano ed edilizio, che non accantoni, come troppo spesso è accaduto anche nella vicenda delle scuole, la cura della qualità e della bellezza .


 

SCUOLA DI MASSA

Edilizia scolastica (fino al 1945)
Edilizia scolastica (dal 1945)

Boom demografico
Scuola media unica

 

 

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Serie fotografica sull'edilizia scolastica mestrina moderna.

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