Gli anni del boom demografico

Al termine della II guerra mondiale risiedono in terraferma 82.620 persone; vent'anni dopo sono 188.907.
Questo incremento della popolazione, che ha il suo culmine tra il 1953 e il 1965 e si spiega con l'immigrazione dal centro storico e da altre aree dell'Italia causato dall'espansione della zona industriale di Porto Marghera, genera una fame continua e insaziabile di aule scolastiche.

Tra il 1945 e il 1960 vengono costruite 10 nuove scuole elementari, ma non bastano; in alcune scuole le lezioni si tengono in baracche o in locali delle parrocchie. I genitori protestano contro i doppi turni a cui sono sottoposti i figli. Anche le condizioni igieniche sono difficili: ad Asseggiano nel 1958 si lamenta l'invasione nella scuola di grossi topi e scorpioni che danneggiano banchi, carte geografiche, libri e quaderni.

La vita a scuola non sempre ne risente; dalla relazione di una maestra di Favaro, 1958:

"Approfittiamo della giornata e facciamo un passeggiatina. Osserviamo le belle vetrine dei negozi di mobili, di articoli casalinghi, elettrodomestici, stoviglie, i negozi di generi alimentari, panetterie, pasticcerie, bar, il calzaturificio, la merceria. Osserviamo le belle case e villine che fiancheggiano la strada, i giardinetti con i primi fiori, gli alberi da frutta. Tutto desta interesse…La passeggiata è breve ma l'entusiasmo è grande."

Nel 1962 la legge che istituisce la scuola media unificata estende l'obbligo scolastico alla fine della terza media.
Nel 1960 in terraferma vi sono una sola scuola media, la C.G. Cesare, e due scuole di avviamento professionale, la Bandiera e Moro e la Silvio Trentin.
Nel giro di 5 anni vengono costruite 10 nuove scuole medie, ma non sono sufficienti a evitare doppi turni e locali di fortuna. Tra il 1971 e il 1976 ne vengono costruite altre 9.
Ma ormai la crescita di Mestre si è fermata. A partire dagli anni '90 la tendenza si inverte e molte scuole sono destinate a chiudere.