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SCUOLA MEDIA STATALE "SILVIO TRENTIN" DI MESTRE
Gli inizi
La nascita della scuola risale all'anno scolastico 1929-30,
quando comincia a funzionare un corso biennale comunale di
avviamento professionale maschile e femminile.
Il corso otterrà il riconoscimento dello Stato dal
1933-34 e da esso avrà origine anche la "scuola
secondaria statale di avviamento professionale a tipo industriale
per meccanici e falegnami, con aggregata sezione industriale
femminile" con il Regio D.L. del 1° giugno 1942 (il
futuro Istituto professionale "A.
Volta").
Il R.D.L. sanziona il nuovo ordinamento a partire dal primo
ottobre di quello stesso anno. Le due scuole vivono in stretto
rapporto con l'Istituto Tecnico Industriale statale di Marghera,
tanto che il preside è lo stesso e le esercitazioni
pratiche degli allievi della scuola tecnica si svolgono presso
le officine dell'istituto tecnico.
La guerra
I bombardamenti aerei del 28 marzo e del 7 aprile
1944 danneggiano gravemente sia la sede della scuola sia quella
dell'istituto tecnico. Si impongono misure di sicurezza, consistenti
in una riduzione d'orario per le materie teoriche e nella
sospensione delle esercitazioni pratiche. Gran parte del materiale
didattico viene trasferito a Venezia.
Nell'autunno del 1944 assume la direzione della scuola il
Direttore, prof. Giovanni Marsili, che lascerà
agli atti della scuola un interessante resoconto storico di
quegli anni, da cui sono peraltro tratte queste note. Sotto
la sua direzione, le due scuole vengono completamente distaccate
dall'istituto industriale e riprendono a funzionare a Mestre
in locali che appaiono più sicuri di fronte ai bombardamenti
aerei.
Fino alla fine della guerra e negli anni immediatamente successivi
le lezioni teoriche si svolgeranno in aule concesse dalle
elementari "De Amicis",
mentre le esercitazioni di officina utilizzeranno l'istituto
"Berna", l'unico
che disponeva delle attrezzature adatte.
Il dopoguerra
"Con la fine delle ostilità per la nostra scuola
non finirono le peregrinazioni e i sacrifici". Sono le
parole del Direttore, prof. Marsili, che racconta con grande
partecipazione, per averle vissute personalmente, le vicende
del dopoguerra.
Lo stabile della scuola fu requisito dalle forze di occupazione
e almeno fino al 1948 le classi dovettero trovare delle soluzioni
di fortuna: una baracca nel cortile della "De Amicis",
qualche aula prestata dal "Parini" e ancora le officine
del "Berna". Dice il prof. Marsili: "Anni difficili,
dolorosi se vogliamo, perché al continuo e pressante
aumento della popolazione scolastica, corrispondeva una grave
deficienza di locali e di attrezzature...".
Compare in queste righe il nuovo problema che la scuola in
quegli anni condivideva con le altre scuole elementari e post-elementari
di Mestre: l'aumento della popolazione scolastica a fronte
di una capienza scarsa e per di più ulteriormente ridotta
dai danni prodotti dalla guerra.
Anche dopo la fine dell'occupazione militare della sede della
scuola (1948) i problemi non finirono: il restauro,
costato circa 7.000.000 di lire, aveva consentito di riprendere
le lezioni, ma la dotazione didattica era andata praticamente
dispersa.
Perorando la causa della scuola, in quel periodo si riuscì
a dotare di arredi nove aule e a procurare un minimo ai attrezzatura
per le officine. Ma già l'anno successivo (il 1949)
l'aumento di 132 alunni nella popolazione scolastica vanificava
i risultati.
La costante crescita del numero degli alunni e l'impossibilità
di ricorrere alla limitazione delle iscrizioni per la mutata
situazione legislativa è il problema affannoso e continuo
della scuola. Si cerca di porvi rimedio chiedendo aule ad
altre scuole (dal 1950 in poi al vicino Liceo Ginnasio "Franchetti"
, prima due, poi altre quattro, poi altre quattro in orario
pomeridiano), aumentando i posti in officina e ampliando l'orario
con l'apertura della scuola dalle 8.30 di mattina alle 18
di sera senza interruzione.
Nel 1953 gli alunni sono 1139. Continua la ricerca
degli spazi. Cinque aule vengono concesse dalla scuola comunale
d'arte "Ticozzi",
che diventa una sezione staccata, con un reparto di officina
per la lavorazione dei metalli.
L'anno successivo, il 1954, è fondamentale. E' in
fase di costruzione la nuova sede, ma alcune aule sono già
agibili e in esse si ripristina, dopo dieci anni di forzata
sospensione dovuta alla guerra, la sezione femminile, con
i relativi laboratori in altre due aule del "Ticozzi".
E finalmente si acquista anche l'attrezzatura didattica per
le officine e i laboratori, rendendoli in grado di funzionare.
La nuova scuola non sarà pronta nemmeno nell'anno successivo.
Ormai le classi sono 37, la popolazione scolastica ha raggiunto
i 1289 alunni, la sezione femminile è raddoppiata.
Dalla fine degli anni '50 ai nostri giorni
Verso la fine degli anni '50 giunge dapprima a maturazione
il processo di trasformazione della scuola tecnica in istituto
professionale (sarà il futuro "Volta", attivato
nell'anno scolastico 1962-63).
Ma si stanno preparando mutamenti profondi anche per l'avviamento.
In applicazione alla legge 1859 del dicembre 1962 si realizza
il passaggio a scuola media unica. Sarà una
delle prime scuole medie di Mestre, che fino a quel momento
contava solo sulla "C.
Giulio Cesare" e sulla "L.
Einaudi".
Il collegio dei docenti nella seduta del 29 maggio 1962 deliberò
di intitolare la nuova scuola a Silvio Trentin, con
la motivazione (riportata nel verbale della seduta) che egli
"rappresenta insieme l'amore della libertà e la
concezione nel senso più alto della missione educativa
e che nell'ora della riscossa fu capo glorioso della resistenza
veneta".
In quell'anno la scuola media, secondo dati ministeriali,
contava 1255 alunni e il suo problema era sempre lo spazio.
Mantenne per qualche tempo ancora la sede in Corso del popolo
al n. 80, poi, in attesa della costruzione di un nuovo edificio,
la maggior parte delle classi fu ospitata dal Patronato della
Madonna Pellegrina e le rimanenti utilizzarono varie succursali.
(v. foto n. 1).
Il successivo spostamento fu in un edificio in via Querini
appositamente predisposto, ma comunque già insufficiente
per ospitare tutte le classi.
La sede definitiva di via Cavalletto (v. foto 2) fu consegnata
agli inizi degli anni '70. La popolazione scolastica, pur
se diminuita (nel corso degli anni '60 ormai ogni quartiere
di Mestre si può dire che avesse una o più scuole
medie), era comunque superiore alle capacità dello
stabile. Per questa ragione ancora per parecchio tempo, fino
alla soglia degli anni '90, mantenne una succursale presso
il "Ticozzi".
Le vicende degli ultimi anni, con la diminuzione costante
di alunni e la chiusura progressiva della maggior parte delle
scuole mestrine, vede la scuola media "Trentin"
esercitare un ruolo predominante nella zona di Carpenedo:
nel 2000 essa aggrega la scuola media "Spallanzani"
e l'ex scuola media "Fratelli
Cervi", che aveva già subìto una serie
di fusioni a partire dalla fine degli anni '80.
Attualmente la scuola "S.Trentin" si caratterizza
per un solido radicamento nel suo territorio e per una speciale
attenzione all'apprendimento delle lingue straniere con l'adesione
ai progetti speciali in ambito linguistico.
[Fonti
Archivio del Provveditorato agli Studi di Venezia (ora CSA
- Venezia)
Annuari del Ministero della Pubblica istruzione, anni 1963-1964-1965-1966-1970-1972-1974-1976
Prof. Giovanni Marsili, Relazione sulla scuola, premessa (parte
intitolata "Brevi cenni storici")]
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Foto 1. Il Patronato della Madonna Pellegrina ha ospitato
negli anni '60 e '70 più scuole medie statali in cerca
di sede definitiva. Oltre alla "Trentin", si può
ricordare la "Marco Polo" (quando ancora si chiamava
Scuola Media di Altobello).

Foto 2. L'edificio che divenne sede definitiva
della Scuola Media Statale "Silvio Trentin", dietro
i giardinetti della rotonda del Viale Garibaldi. Negli ultimi
anni la Trentin" ha inglobato gli stradari della "Spallanzani"
e della "Fratelli Cervi", diventanto l'unica scuola
autonoma del quartiere di Carpenedo-Bissuola.
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