|  | Le scuole di Mestre: in filigrana la storia della città
 
 Ripercorrere, anche solo fino alla seconda guerra mondiale, 
                    l'itinerario della crescita quantitativa e qualitativa delle 
                    scuole di Mestre, è un po' come farne emergere, quasi 
                    in filigrana, le tracce dello sviluppo, le orme della sua 
                    storia.
 Il primo edificio costruito appositamente perché 
                    fosse adibito a scuola è la parte orientale della 
                    De Amicis, eretta dai fratelli Gobbato nel 1865, in continuazione 
                    di quanto rimaneva della villa dei Giustinian cresciuta sulla 
                    linea e sulle fondamenta delle mura del castello di Mestre 
                    che si dipartivano dalla torre dell'orologio. Quell'edificio sarebbe poi stato affittato al Comune di Mestre 
                    per una decina d'anni per ospitarvi le scuole maschili. Quelle 
                    femminili (e ambedue nei decenni precedenti) erano stabilmente 
                    ospitate in case private all'uopo adattate. La precarietà 
                    della situazione non gravava più di tanto grazie al 
                    fatto che la frequenza risultava assai discontinua, per l'impiego 
                    dei ragazzi nei lavori per lo più agricoli e delle 
                    ragazze in quelli familiari.
 Nonostante l'allargamento dell'obbligo di frequenza per le 
                    prime tre classi elementari, introdotto dalla legge Coppino 
                    del 1877, l'evasione continuava a permanere statisticamente 
                    rilevante soprattutto per gli alunni residenti nelle frazioni.L'offerta scolastica si articolò così 
                    in due direzioni: l'aumento della capacità ricettiva 
                    all'interno del centro città per offrire agli alunni 
                    una sede stabile e decente e la localizzazione di scuole nelle 
                    singole frazioni nell'intento di favorire e aumentarne la 
                    frequenza.
 Il centro seguì pari pari lo sviluppo della città 
                    prima con l'apertura nel 1902, al centro degli anni della 
                    prima crescita industriale, della De Amicis, eretta 
                    sull'intero sedime della villa Giustinian (acquistata dal 
                    Comune nel 1889) e incorporando la parte costruita dai Gobbato 
                    nel 1865 e nel 1922, all'inizio della seconda crescita indotta 
                    dall'insediamento portuale-industriale di Marghera, della 
                    Cesare Battisti, tra via Dante e via Cappuccina, accanto 
                    al quartiere delle case dei ferrovieri. Il cerchio si sarebbe chiuso nel 1930 quando il Comune di 
                    Venezia acquistò la fabbrica di dolciumi Lizier (in 
                    via Cappuccina all'angolo con via Cavallotti) e, dopo alcuni 
                    lavori di ristrutturazione, vi trasferì la Cesare Battisti 
                    per lasciare l'edificio, costruito nel '22, a completa disposizione 
                    della scuola tecnica Bandiera e Moro.
 Le frazioni dovettero accontentarsi di molto meno.A Carpenedo le elementari si sarebbero insediate in 
                    via Portara nel 1907, per trasferirsi trent'anni dopo nella 
                    nuova Enrico Toti di via del Rigo solo per qualche 
                    anno perché, durante la guerra e fino alla metà 
                    degli anni cinquanta, sarebbe stata requisita come alloggio 
                    per sfollati e sinistrati prima e per profughi giuliano-dalmati 
                    poi.
 A Marocco venne eretto un piccolo edificio scolastico 
                    nel 1909 su terreno donato al Comune dal conte Angelo Papadopoli.
 A Bissuola la scuola si insediò nel 1906 in 
                    un edificio costruito all'angolo tra la via omonima e via 
                    Cavergnaghi.
 Alla Gazzera si continuò prendendo in affitto 
                    degli stabili, in particolare da Luigi Pallotti nel 1906 e 
                    da Mario Volpi nel 1912.
 A Bottenigo fu costruito un piccolo edificio scolastico 
                    lungo via Fratelli Bandiera nel 1909 e quando la zona fu denominata 
                    Marghera vi sorsero prima, nel 1922, la piccola scuola 'rurale' 
                    di Villabona e nel 1925 l'elegante Filippo Grimani 
                    di via Canal per i numerosi bambini che cominciavano a popolare, 
                    proveniendo con le loro famiglie un po' da ogni dove, le villette 
                    plurifamiliari della città-giardino.
 In centro c'era pure una scuola 'privata', annessa all'Istituto 
                    San Gioacchino, voluto nel 1894, come "scuola delle 
                    fanciulle del popolo", dall'arciprete di Mestre don Felice 
                    Groggia all'interno di una villa di sua proprietà in 
                    via Buse (poi Andrea Costa), affidato alla cura delle suore 
                    Mantellate di Pistoia che ospitava pure un piccolo orfanatrofio 
                    femminile.
 
 Il quadro dell'offerta dell'istruzione post-elementare 
                    fa invece risaltare le linee di una Mestre 'operaia' e 'piccolo 
                    borghese' dove la richiesta proveniente dal mondo del lavoro 
                    era principalmente rivolta al reperimento di manodopera qualificata 
                    per le imprese (e più tardi gli stabilimenti di Porto 
                    Marghera), i servizi, il pubblico impiego.
 L'istituzione più 'storica' era la Scuola di Disegno, 
                    istituita nel 1871 e trasformata in Scuola Industriale d'Arte 
                    nel 1888, con corsi di cementisti, fabbri, meccanici, decoratori, 
                    intitolata poi a Napoleone Ticozzi, che dopo aver peregrinato 
                    fra varie sedi, non ultima la Provvederia, sarebbe approdata, 
                    nel 1926, in via Spalti.
 
 Quella che rimane forse ancor più nella memoria dei 
                    mestrini è la 'Scuola Tecnica' da tutti meglio 
                    conosciuta come 'Bandiera e Moro' (perché intitolata 
                    ai martiri del risorgimento Domenico Moro unitamente ai fratelli 
                    Attilio ed Emilio Bandiera, la cui madre aveva abitato ai 
                    Quattro Cantoni), gestita dal 1907 dal professor Francesco 
                    Possiedi (un suo busto nell'atrio dell'attuale sede della 
                    media Giulio Cesare sta a testimoniarne i lunghi anni di presenza 
                    in quel luogo, inizialmente in coabitazione con la Cesare 
                    Battisti).
 Dal 1928 divenne scuola di Avviamento Commerciale mentre a 
                    metà dell'attuale Corso del Popolo, nello stabile all'angolo 
                    con via Tasso costruito dal Comune di Mestre nel 1925 come 
                    'Asilo notturno', ulteriormente ingrandito nel 1937, avrebbero 
                    trovato posto i corsi biennali della scuola comunale di Avviamento 
                    Professionale a indirizzo Industriale.
 Infine l'Istituto Berna, sorto nel 1921 come "ospizio 
                    per orfani di guerra" grazie al lascito della maestra 
                    Maria Berna, sorella di Pietro per anni sindaco di Mestre, 
                    accanto alla loro villa in via Manin, affidato in gestione 
                    ai padri di don Orione e subito dotato di una scuola professionale 
                    aperta a tutti, da cui sarebbero usciti molti tecnici dei 
                    primi stabilimenti di Marghera.
 
 I rampolli della borghesia medio alta (figli di avvocati, 
                    medici, dirigenti d'azienda, commercianti), sempre più 
                    presente e radicata con l'espandersi dell'attivita portuale-industriale 
                    di Porto Marghera, che volevano continuare gli studi, mirando 
                    all'università, dovevano per forza recarsi a Venezia.
 Una risposta solo parziale veniva dalla Bandiera e Moro dove, 
                    nel frattempo, erano stati istituiti corsi facoltativi di 
                    latino per aprire la strada verso il ginnasio.
 Conseguenza logica e naturale fu perciò, lungo il corso 
                    degli anni trenta, l'istituzione di un comitato costituito 
                    dai rappresentanti di questa borghesia, che stava velocemente 
                    modificando la struttura sociale del centro sostituendosi 
                    alla tradizionale presenza piccolo borghese e contadina, che 
                    riuscì a spuntare prima l'apertura di un ginnasio, 
                    come sede staccata del veneziano liceo Marco Foscarini, aperto 
                    dall'anno scolastico 1931-32 a villa Rampini in via Caneve 
                    7 e successivamente quella di un liceo classico, poi 
                    intitolato a Raimondo Franchetti, per cui sarebbe stata progettata 
                    una nuova sede lungo la nuova via Principe di Piemonte (ora 
                    Corso del Popolo) che avrebbe cominciato a funzionare dall'anno 
                    scolastico 1940-41.
 In quello stesso edificio, dal medesimo anno scolastico, avrebbe 
                    cominciato a funzionare la 'nuova' scuola media, poi intitolata 
                    a Caio Giulio Cesare, che dopo varie peripezie, in 
                    anni recentissimi si è insediata nei locali che furono 
                    della Bandiera e Moro (e precedentemente della prima Cesare 
                    Battisti) quasi rappresentandone idealmente la continuità.
 
 I numerosi insediamenti industriali nell'area di Porto Marghera, 
                    che si susseguirono tra gli anni venti e trenta, indussero 
                    ben presto la necessità di poter disporre di tecnici 
                    professionalmente preparati nei vari rami in cui operavano 
                    le fabbriche più diverse.
 
 Fu così che il 27 ottobre 1941 iniziò la sua 
                    attività il "Regio Istituto Tecnico Industriale", 
                    che di lì a poco fu intitolato "Conte Volpi di 
                    Misurata", nella stessa Marghera, presso un'ala dell'Istituto 
                    Veneto del Lavoro, dove poteva disporre di due aule, un capannone 
                    per l'officina aggiustaggio, la presidenza, la segreteria 
                    e l'ufficio tecnico. Gli studenti, 96 in quel primo anno scolastico, 
                    potevano disporre di due specializzazioni, meccanica e elettrotecnica 
                    cui si sarebbero aggiunte, nell'anno seguente, metallurgia 
                    e chimica.
 Dopo la Liberazione, quando l'Istituto, in seguito ai bombardamenti 
                    del '44, era ospitato a palazzo Carminati a Venezia, venne 
                    intitolato ad Antonio Pacinotti.
 L'Amministrazione Provinciale aveva predisposto fin dal 1942 
                    un progetto che contemplava la costruzione di una moderna 
                    sede su un'area, già di sua proprietà, a ridosso 
                    del centro di Mestre, all'angolo tra via Spalti e via Ca' 
                    Rossa.
 I lavori poterono cominciare solo nel 1951 e già dall'anno 
                    scolastico 1952-53, quando gli iscritti erano 581, alcuni 
                    corsi poterono trasferirsi da Venezia a Mestre.
 Dalla prima De Amicis al Pacinotti le scuole di Mestre testimoniano 
                    la sua crescita sociale ed economica, il suo progressivo costituirsi 
                    come città.
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