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Nonostante l'eccezionale concentrazione d'industrie di Porto
Marghera, Venezia - Mestre fu l'ultimo
capoluogo di provincia del Veneto ad avere un Istituto
Tecnico Industriale.
L'Istituto Tecnico "Paolo Sarpi" di Venezia dalla
fine dell'Ottocento fino agli anni Venti del Novecento licenziava
studenti col titolo di perito industriale di costruzioni
civili e meccanica. Nel 1923 con la riforma Gentile si
decise la soppressione della sezione Industriale e il Sarpi
divenne un istituto ad indirizzo esclusivamente commerciale.
Per le necessità di Porto Marghera si cercarono da
fuori provincia le figure tecniche specializzate; per le restanti
fasce di lavoro qualificato la risposta venne dal tessuto
produttivo della città e dai distretti di Mira e Dolo.
Questo modo di operare prevarrà fino alla seconda guerra
mondiale quando la necessità di avere periti industriali
diventerà inderogabile.
Con la riforma scolastica del 1939 venne istituito a livello
normativo il corso per periti industriali, di durata quadriennale.
Il 27 ottobre 1941 a Marghera venne inaugurato, presso l'Istituto
Veneto per il Lavoro, il nuovo
Istituto Tecnico Industriale che ebbe immediato successo
d'iscrizioni.
Nell'ottobre del 1942, con un decreto di Bottai, l'istituto
Tecnico venne intitolato a Giuseppe Volpi di Misurata. Il
7 aprile del 1944 in uno dei bombardamenti più intensi
subiti da Marghera venne distrutta la palazzina in cui era
situato l'Istituto. Il materiale didattico andò perduto
e la sede venne trasferita nel centro storico di Venezia,
al sicuro da nuovi attacchi aerei. Si scelse Palazzo Carminati
a San Stae, di proprietà del comune. In quella sede
l'istituto tecnico vi rimase fino al 1952.
Nel novembre del 1945 si decise di titolare l'istituto ad
"Antonio Pacinotti". Con il boom delle iscrizioni
si rese sempre più evidente l'insufficienza della sede
di Palazzo Carminati a Venezia. L'istituto si trasferì
a Mestre nel 1952 nell'edificio
di via Caneve. Gli alunni iscritti quell'anno erano 579.
Gli indirizzi attivati erano Meccanica, Elettricisti, Chimica
industriale e Metallurgia.
A Mestre il Pacinotti vide aumentare di molto il numero degli
iscritti. Nel 1959 cominciò a funzionare anche la sezione
di elettronica. Agli inizi degli anni Sessanta gli indirizzi
erano sei: meccanica, elettrotecnica, metallurgia, chimica
industriale, elettronica e telecomunicazioni a Chioggia. Con
la riforma dei programmi del 1961 il corso degli studi venne
organizzato con un biennio propedeutico per la formazione
culturale generale dello studente e poi con un successivo
triennio di specializzazione.
La crescita delle iscrizioni continuava incessantemente. Si
rese necessario costruire un nuovo edifico per il biennio
propedeutico che si inaugurò nell'ottobre del 1968
in via Baglioni. Questa divenne poi, nel 1970, la sede autonoma
dell'Istituto Zuccante, con la sezione di elettronica. Per
dare spazio alla sezione chimici, infine, si realizzò
la palazzina alle spalle del complesso centrale di via Caneve
che divenne operante nel novembre del 1967.
Alla fine degli anni Sessanta gli iscritti erano circa duemila.
Era divenuto il più importante Istituto Tecnico Industriale
della regione in concomitanza con lo sviluppo del polo
industriale di Marghera e grazie al fatto che il Pacinotti
era l'unico istituto del Veneto ad avere le sezioni di perito
chimico industriale e di perito metallurgico.
Iniziò anche per questo motivo l'apertura in giro per
la regione di sedi staccate
che poi diventarono sedi autonome.
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Foto 1. Panoramica dei laboratori verso l'istituto.
1959. (ASCV - Fondo Giacomelli)

Foto 2. Un laboratorio chimico. 1959. (ASCV
- Fondo Giacomelli)

Foto 3. L'edificio centrale completato. 1959.
(ASCV - Fondo Giacomelli)

Foto 4. La palestra. 1959. (ASCV - Fondo Giacomelli)

Foto 5. Androne. 1959. (ASCV - Fondo Giacomelli)

Foto 6. Panoramica verso i laboratori. 1957.
(ASCV - Fondo Giacomelli)

Foto 7. Un'officina. 1957. (ASCV - Fondo Giacomelli)
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