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Negli anni Sessanta e Settanta la crescita del Pacinotti
andava di pari passo all'incredibile e abnorme crescita
urbanistica e demografica della città di Mestre
e Marghera.
I problemi logistici di una scuola così grande, la
sua natura di Istituto Tecnico Industriale che preparava tecnici
per le industrie di Porto Marghera lo posero al centro della
contestazione studentesca.
Le organizzazioni politiche attive tra gli studenti che mettevano
in discussione il modello di produzione, le gerarchie del
lavoro, il tipo di società esistente e proponevano
letture politiche "operaiste", vedevano nel Pacinotti
la scuola su cui incentrare le proprie attenzioni.
Da parte degli studenti ci fu un tentativo di comprendere
a fondo quale sarebbe stato il loro ruolo nel mondo del lavoro
(capi operai) una volta usciti dalla scuola. Nel contestare
il mondo del lavoro esistente criticavano l'organizzazione
autoritaria della scuola, le materie che venivano insegnate
e proponevano contenuti alternativi.
Se Mestre era una città dalla cultura operaia, l'ITIS
Pacinotti era la scuola che la rappresentava, più degli
istituti professionali, relativamente poco frequentati. L'alterità
degli studenti del Pacinotti, espressione di una città
industriale e moderna, si manifesta a partire dagli anni Cinquanta
dimostrando orgoglio e consapevolezza di svolgere un ruolo
importante e di prestigio nella società industriale.
Non c'è più il senso di inferiorità rispetto
altri indirizzi di studi, ad esempio dei Licei.
Gli studi tecnici vengono ora considerati alla stregua degli
studi umanistici. Un esempio del mutamento della percezione
sociale degli studi tecnici si può leggere nella descrizione
dell'istituto Pacinotti che fa la Provincia di Venezia nel
1959.
Quest'ultima scrisse:
"La storia dell'istituto è
questa: storia modesta ed umile all'inizio, operosa e dinamica
(
) Storia di uomini e mezzi che contribuiranno ad abbattere
pregiudizi e correggere errori che ancora oggi esistono nell'opinione
pubblica. Infatti fino a non molti decenni or sono le famiglie,
anche di modesta condizione, orientavano i loro figli verso
studi umanistici ritenendo gli studi tecnici di livello assai
inferiore, tanto da venire spesso spregiato, come spregiate
rimasero a lungo le importantissime attività professionali
dell'industria, dell'artigianato e del commercio.
La corsa al Liceo, effetto di questa deformata mentalità,
fu il motivo primo della carenza, in Italia, di personale
tecnico specializzato. Oggi tale mentalità sembra travolta
dal gigantesco sviluppo della tecnica e della scienza (
)
E la nuova sede del Pacinotti, espressione d'incontro fra
umanesimo e tecnica, vuole essere la testimonianza della imperiosa
necessità dei tempi nuovi, di una dinamica realtà
attuale e nello stesso tempo di una cristiana spiritualità
nel sentire e nell'agire".
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Foto 1. Striscione del movimento studentesco
unitario del Pacinotti nel 1974.

Foto 2. Il giornale scolastico del Pacinotti
"Scuola in tuta" del 1955.

Foto 3. Articolo del giornale "Scuola
in tuta": I nostri studenti del Pacinotti.
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