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Il 27 ottobre 1941 a Marghera venne inaugurato nella sua
sede provvisoria, presso l'Istituto Veneto per il Lavoro,
il nuovo Istituto Tecnico Industriale. Il Gazzettino
ricordò che la scuola per periti era stata istituita
con un "provvedimento del Ministero dell'Educazione Nazionale
che ha voluto accogliere le richieste delle Gerarchie cittadine
e delle industrie che fanno di Marghera uno dei centri industriali
più importanti d'Italia".
Ancora scrisse che a Marghera "era assoluta o quasi la
mancanza di periti, cioè dei quadri inferiori nella
gerarchia della organizzazione industriale". Informò
poi che le attrezzature delle officine e dei laboratori, erano
"allestiti con criteri moderni, e arricchite di macchine,
apparecchi, strumenti fra i più perfezionati che l'industria
nazionale ed estera potesse offrire".
All'inizio si prevedeva l'istituzione degli indirizzi di meccanici
e di elettricisti mentre, per l'immediato futuro, si
pensava ad altre specializzazioni quali chimica industriale
e metallurgia. L'Istituto che all'apertura aveva due
classi preparatorie e una classe prima ebbe immediato successo
di iscrizioni e si pose il problema di trovare una sede definitiva
e di abbandonare i locali del Laboratorio-Scuola dell'Istituto
Veneto per il Lavoro.
Nell'anno 1941\1942 si ebbero 91 allievi e l'istituto fu posto
sotto la direzione dell'ing. Carro Cao, docente di elettrotecnica
presso l'Università di Pisa.
Nell'ottobre del 1942, con un decreto di Bottai l'istituto
Tecnico venne intitolato a Giuseppe Volpi di Misurata.
Nel riportare la notizia "Il Gazzettino" scrisse
che "l'atto dell'Eccellenza Bottai rappresenta il riconoscimento
più insigne dell'opera del fondatore del Porto Industriale
di Marghera, che ha dato a Venezia la possibilità di
essere un centro formidabile di produzione nazionale".
Non mancò di segnalare che il Volpi aveva sborsato
l'importo di un milione di lire per attrezzare i laboratori.
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Foto 1. Foto dei diplomandi dell'Istituto
tecnico indistriale di Venezia nel 1944\1945.
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