Alla Linea del  Tempo Le parole chiave Venezia e Mestre, scuola per scuola Se nascevi nel... Foto,  documenti, fonti, ... Che cosa c'è in questo CD Alla copertina Chiudi ed esci All'inizio di questa sezione

EDUCAZIONE / LAVORO

 
   
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ISTRUZIONE TECNICA

Dal 1867 funzionava a Venezia l'Istituto Reale Industriale e Professionale meglio noto come Istituto Tecnico. Oltre ad una sezione marinara (Istituto di Marina Mercantile) erano attive le sezioni di Fisico Matematica, di Amministrazione e Commercio e di Meccanica e Strumenti di precisione. Quest'ultima sezione nel 1874 divenne Industriale e formava la figura di perito meccanico e costruttore. Una via di mezzo tra il geometra e il tecnico meccanico.

Nel 1882 questo istituto viene titolato a Paolo Sarpi. Nel 1923 con la Riforma Gentile viene soppressa la sezione Industriale e il Sarpi diventa un istituto a indirizzo esclusivamente commerciale.
A Venezia e provincia mancò così per circa vent'anni un istituto che preparasse i periti industriali. Inutili furono le proteste dell'Associazione dei diplomati della sezione industriale del Sarpi e del Comitato permanente pro Istruzione industriale. Le autorità erano più propense all'istituzione di una sezione di Agrimensura che di una Industriale.

Solo nel 1941 presso i locali dell'Istituto Veneto del Lavoro verrà inaugurato l'Istituto Tecnico che diventerà poi Istituto Tecnico Industriale A. Pacinotti.
Venezia sarà l'ultimo capoluogo di provincia del Veneto ad avere un istituto tecnico, nonostante il Porto Industriale di Marghera fosse attivo dal primo dopoguerra. Le necessità della produzione venivano soddisfatte con personale tecnico proveniente da fuori provincia o assorbendo quadri intermedi dalle industrie del centro storico o dai distretti di Mira e Dolo. Alle industrie di Porto Marghera interessavano maestranze, più che tecnici.

Se l'istruzione tecnica a Mestre comincia nel 1941 con l'Istituto Tecnico, ospitato nei locali dell'Istituto Veneto del Lavoro, quella professionale data il 1871, con l'apertura della scuola di disegno per volontà dell'amministrazione comunale. Questa scuola si evolverà poi nella Scuola d'Arte N. Ticozzi. Doveva educare "la mente e l'occhio" degli artigiani di Mestre ed era lontana da finalità industriali legate alla meccanica, o alla fabbrica, come noi oggi l'intendiamo.

La scelta di fare nascere una scuola di disegno a Mestre era funzionale all'impegno profuso, a partire dall'Unità d'Italia, per ristrutturare il centro di Mestre, specializzarne l'uso degli spazi e riqualificarlo ad uso di rappresentanza dei nuovi signori della città.

All'inizio del Novecento, scoperte scientifiche, nuove macchine, mutamenti del ciclo produttivo, trasformarono il mondo del lavoro. Alle botteghe artigiane, sempre più, si sostituivano vere e proprie industrie.
Nel 1907 Giulio Allegri presentò al consiglio comunale di Mestre un progetto organico per istituire una scuola industriale post - elementare. Però solo nel 1929 cominciò a funzionare una Scuola di Avviamento al lavoro istituita dal comune di Venezia.
I locali erano in Viale Principe di Piemonte (ora Corso del Popolo) e la scuola era titolata a Vittorio Emanuele III. Diventerà nel secondo dopoguerra l'Istituto Professionale di Stato per l'Industria e l'Artigianato A. Volta.

La nascita della Scuola di Avviamento al Lavoro si deve ricondurre all'opera del Consorzio per l'Istruzione Tecnica che dalla fine degli anni Venti anche a Mestre avanzò proposte per migliorare l'offerta formativa nel campo delle professioni.
Inizialmente il Consorzio appoggiò tutte le iniziative atte a sostenere la nascita nelle scuole elementari del comune di Venezia dei Corsi Integrativi di avviamento professionale. Secondo la riforma Gentile del 1923 questi dovevano nelle tre classi previste (VI, VII, VIII elementari) dare al giovanetto un primo orientamento verso il lavoro professionale. E' da questa proposta che nascerà la Scuola di Avviamento al Lavoro, poi Regia Scuola di Avviamento Professionale Vittorio Emanuele III.

Nell'anno scolastico 1926\1927 il Consorzio per l'istruzione tecnica allargò il suo intervento in tutta la provincia di Venezia e intensificò l'azione su Mestre.
Organizzò in accordo con varie istituzioni propri corsi di avviamento professionale coinvolgendo centoventi ragazzi, di cui 30 femmine.
Le professioni erano fabbri - meccanici, agenti di negozio, falegnami e taglio, cucito, ricamo ed economia domestica per le femmine. All'Istituto Berna dei Minori Osservanti, in via Manin, trovarono posto i fabbri - meccanici; presso la Pia Casa di Ricovero i falegnami e le attività femminili di taglio, cucito, economia domestica.
La scuola Comunale E. De Amicis ospitava i corsi per gli agenti di negozio e cucito, ricamo, taglio per le femmine; la Scuola d'Arte Applicata all'Industria il disegno professionale per meccanici e falegnami. L'interesse del Consorzio per le professioni femminili si manifestò solo in terraferma, in quanto esisteva a Venezia la Scuola Professionale Comunale femminile Vendramin Corner, che ampiamente garantiva questo settore nel centro storico. Viste le buone adesioni nel 1927 fu creata una Sezione femminile di taglio - cucito - ricamo a Chirignago. Il Consorzio arredò allo scopo un'aula dell'Asilo Infantile.

Nel 1929 la riforma fascista delle scuole tecniche professionali poneva le nuove Scuole Secondarie di Avviamento sotto l'unica direzione del Ministero della Pubblica Istruzione. In questo modo scomparvero i precedenti Corsi Integrativi di Avviamento professionale, le Scuole Complementari, le Scuole di Avviamento al Lavoro e si istituì il Consorzio Obbligatorio per l'Istruzione Tecnica.
A Mestre in virtù di questa riforma la "Bandiera e Moro" da Scuola Complementare divenne Regia Scuola Secondaria di Avviamento al Lavoro, con le specializzazioni industriale, femminile e commerciale.

Dal 1931 il Consorzio pose l'attenzione della propria opera su Marghera.
Le fabbriche crescevano di numero e si ingrandivano, la popolazione operaia cresceva notevolmente e il Comune di Venezia progettava la costruzione di case per i lavoratori. Il Consorzio pensava "che in un giorno assai prossimo le industrie locali avrebbero assorbito i figli degli operai, i quali dovevano essere senza indugi preparati e iniziati alla vita del lavoro".

Con questa finalità si arrivò alla costruzione a Marghera, "centro vitale della nuova Venezia Industriale", di un fabbricato da parte dell'Istituto Veneto per il Lavoro che ospitò un Laboratorio - Scuola per operai elettrometallurgici e falegnami, e che fu inaugurato nel 1935.
Si trattava di corsi annuali e biennali, dal basso se non bassissimo livello, che formavano operai di scarse capacità tecniche e professionali. Se ne rese conto il Consorzio quando nel 1933 arrivò alle seguenti clamorose conclusioni: "Mentre tutte le città venete capoluogo di provincia possedevano un Istituto o una Scuola Industriale, solo Venezia ne era sprovvista, pur contando un complesso imponente di impianti industriali grandi, medi e piccoli".

La soluzione, certamente non risolutiva, fu cercata a Venezia e non a Mestre o Marghera. Si istituì nell'anno scolastico 1935/36 una classe prima della "R. Scuola Tecnica a tipo Industriale" presso la R. Scuola di Avviamento industriale "L. Sanudo".

Mancava ancora a Venezia la volontà dei settori industriali e il coraggio di quelli politici di creare Scuole Tecniche Industriali che formassero veri tecnici, cioè dei periti industriali, preferendo il sostegno e la diffusione di corsi brevi, che davano una preparazione sommaria e di basso profilo, che assumevano più il carattere di un intervento nel campo dell'assistenza sociale piuttosto che di fattore determinante per lo sviluppo industriale. Nel contesto di diffusione dei corsi di avviamento, con le caratteristiche descritte sopra, trovarono ampio spazio le iniziative religiose e assistenziali come a Mestre presso l'Istituto Berna.

Quest'ultimo nacque da un lascito di Pietro Berna. Inaugurato nel 1921 presso la casa di famiglia in via Manin aveva come scopo l'accoglienza di giovani orfani. Fin da subito fu gestito dall'ordine di Don Orione e si diede come compito l'educazione al lavoro.
Ben presto l'Istituto comperò macchine e attrezzi per dotarsi di una officina e organizzò in proprio la formazione professionale. L'opera confessionale dell'ordine di Don Orione, prima dello stato e del comune, si attrezzò a Mestre per dare risposte nel campo dell'avviamento al lavoro.
Nel 1931 il Consorzio Provinciale per l'Istruzione Tecnica chiese e ottenne di trasformare i corsi dell'Istituto Berna in corsi "autorizzati per Meccanici Aggiustatori e per Falegnami". Successivamente si aggiunsero a questi il corso per Tornitori - Fresatori e poi, dato lo sviluppo dell'industria dell'auto, quello per Motoristi. Nel 1936 prese il via la scuola di Avviamento Professionale a tipo Industriale, che venne legalmente riconosciuta nel 1939.

Per completare il quadro non va dimenticato l'Istituto San Gioacchino, che nel campo femminile si occupava di orfane, le quali venivano avviate ai lavori tipicamente femminili di taglio, cucito, ricamo e economia domestica.

 

Foto 1. Cartolina dei primi anni Cinquanta contro l'analfabetismo

Foto 2. Disegni di solidi fatti a china. Anni Cinquanta.

Foto 3. Avviamento professionale per taglio e cucito a Chirignago

 

 

 

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