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Doposcuola
Nei primi anni '50, l'assessorato all'Istruzione del Comune
di Venezia attiva i ricreatori, in via sperimentale e, a decorrere
dall'anno 1956-57 in via continuativa. Prefiggendosi di "istituire
e sviluppare dei luoghi di ritrovo dove il fanciullo trascorra
le ore libere e dove sappia di trovare un ambiente che gli
consenta di giocare serenamente con altri compagni, in piena
libertà", il Comune si ispira a quei ricreatori
sorti nei primi anni del '900.
"Nei risorti ricreatori il fanciullo
impara non solo e non tanto ad occupare il tempo libero, ma
ad organizzarlo bene, suddividendo le varie attività
di studio, di gioco, di lavoro." Vi trova "un
ambiente sereno, in cui è rispettata la sua spontaneità
d'iniziativa e la sua attività creativa e che soprattutto
lo tiene lontano dai pericoli morali e materiali della strada."
Nell'anno scolastico 1957-58 funzionano nel Comune 11 ricreatori:
tre a Venezia, due alla Giudecca, quattro in terraferma, due
nell'estuario (Burano e Pellestrina), con la frequenza di
200-250 alunni per ogni ricreatorio.
Sono aperti a tutti, indipendentemente dalla condizione economica
o sociale "perché da essi tutti noi possiamo trarre
i preziosi benefici offerti nel delicatissimo settore dell'educazione
civile, culturale e sociale del ragazzo" .
Non hanno quindi una pura funzione di assistenza dei bambini
più poveri o i cui genitori non li possono seguire,
ma "offrono a tutta la popolazione scolastica un gratuito
e qualificato servizio accessibile a tutti".
Ogni ricreatorio ha un insegnante di ruolo con funzioni di
dirigente, due maestri e due maestre per l'assistenza durante
l'attività di studio, di gioco, di lavoro; un insegnante
di canto ed una per il lavoro femminile. L'amministrazione
comunale fornisce il materiale per i giochi e i lavori, mentre
il Patronato scolastico procura la refezione.
(I ricreatori
comunali a Venezia, in Cronache/Pubblica istruzione, "Rivista
di Venezia", a cura del Comune di Venezia, 1958)
Fino agli anni '60 i ricreaotori, rivolti a bambini bisognosi,
dipendono dal Patronato scolastico. Alla fine degli anni '60
si comincia a parlare di scuola a tempo pieno per tutti, a
valorizzare nella pratica l'aspetto educativo più che
quello puramente assistenziale. Nascono i doposcuola comunali
gestiti direttamente dall'Assessorato all'Istruzione. Ne
parla Ettore Aulisio nella sua intervista.
Nel 1977, chiusi i doposcuola comunali, il Comune di Venezia
elabora il progetto "Città-scuola-città"
e inizia a organizzare le uscite delle classi sul territorio.
Vengono così accolte le indicazioni di chi invita a
rinnovare la scuola aprendola all'esterno e le esperienze
pionieristiche degli insegnanti in tal senso. Nascono gli
Itinerari educativi.
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DEMOCRATIZZAZIONE:
"Autogoverno"
La Cooperazione educativa
La
"repubblica dei ragazzi"
La
scuola popolare
Il doposcuola

Andare
a scuola...
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