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La cooperazione educativa
Il Movimento di Cooperazione Educativa, una associazione
di insegnanti, ha elaborato una idea della formazione degli
educatori basata sulla non separazione tra teoria e prassi,
tra pedagogisti ed educatori : esperto è colui che
fa esperienza ed elabora teoria a partire dalla consapevolezza
del proprio fare.
Questa idea di formazione, che implica anche una concezione
dell'educatore, è l'intuizione di Freinet, il maestro
francese fondatore e ispiratore del movimento. La sua militanza
nelle organizzazioni operaie gli fece comprendere che il rinnovamento
della scuola del popolo non poteva avvenire se i maestri si
limitavano ad applicare passivamente teorie proposte dall'alto
da pensatori accademici, ma attraverso il loro riscatto socio-culturale.
Freinet opera un capovolgimento della tradizione educativa:
l'alunno/a da passivo ricettore diventa attivo ricercatore.
L'educatore, da colui che trasmette, diventa colui che ascolta,
consentendo agli allievi/e di prendere la parole a partire
da se', dalle loro storie, dalle loro esperienze. La prima
norma didattica di questa nuova concezione dell'educazione
è la necessità del senso: non si deve pretendere
che l'apprendente faccia cose di cui non capisce il perché
o usi parole di cui non comprende il significato.
Il pensiero e la pratica di Freinet giunsero in Italia nel
secondo dopoguerra, in un contesto in cui la ricostruzione
civile e sociale del paese, oltre che economica, implicava
il rinnovamento della scuola e del ruoli degli educatori.
Nel 1951 venne fondata a Fano, da Pino Tamagnini e altri,
la "Cooperativa della tipografia a scuola",
con l'intento di portare nelle scuole italiane le tecniche
e gli strumenti freinetiani, i cui punti cardine erano il
testo libero, la tipografia in classe per fabbricare i propri
testi, la corrispondenza tra classi.
Attraverso queste esperienze si è andata consolidando
la pratica del laboratorio adulto come autoformazione che
implica il coinvolgimento personale come motivazione e rimotivazione
al proprio lavoro. Il laboratorio adulto prevede diverse pratiche
che hanno in comune il riferimento all'essere attivi, al fare,
all'operatività, poiché - come ha insegnato
Freinet - il processo della conoscenza nasce dall'emozione,
dall'azione, dalla scoperta, dal progetto di vita. E' luogo
di apprendimento di gruppo, all'interno di una rete di relazioni,
in cui si opera il passaggio dal fare al pensare, dando significato
all'esperienza e nello stesso tempo basi concrete al pensiero.
Una cura particolare viene rivolta allo stabilire un clima
comunicativo basato sull'accoglienza e l'ascolto.
Va sottolineato che nella concezione MCE la formazione non
è "neutra", c'è alla base un'idea
di società, dei valori di riferimento, di cui però
non si vuol fare un uso ideologico: libertà di espressione,
democrazia intesa come pari opportunità e pari valore
per ciascuno, solidarietà come riconoscimento reciproco
delle diversità, integrazione, cooperazione come modalità
di gruppo.
BIBLIOGRAFIA
ESSENZIALE SUL MOVIMENTO DI COOPERAZIONE EDUCATIVA
Aldo Pettini, Le tecniche Freinet, Rimini, ODCU, 1952.
Célestin Freinet, Nascita di una pedagogia popolare,
Firenze, La Nuova Italia, 1955.
Bruno Ciari, Le nuove tecniche didattiche, Roma, Editori Riuniti,
1961.
Mario Lodi, C'è speranza se questo accade al Vho, Milano,
Ed. Avanti !, 1963.
Giuseppe Tamagnini, Didattica operativa, Frontale, Ed. MCE,
1965.
Raffaele Laporta, La comunità scolastica, Firenze,
La Nuova Italia, 1963.
Mario Lodi, Il paese sbagliato, Torino, Einaudi, 1970.
Dina, F. Alfieri, Tempo pieno e classe operaia, Torino, Einaudi,
1975.
AA.VV., A scuola con il corpo, Firenze, La Nuova Italia, 1974.
AA.VV., Handicappati a scuola, Firenze, La Nuova Italia, 1976.
AA.VV., Pensare, parlare, scrivere, Firenze, La Nuova Italia,
1985.
AA.VV., Tempo, memoria, identità, Firenze, La Nuova
Italia, 1986.
AA.VV., A cielo aperto ( corpo, cosmo, percezione, conoscenza),
Roma, Coop. Ed. MCE, 1988.
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La Cooperazione educativa
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