|
Ricreatori
I ricreatori furono dalla sapiente
provvidenza del comune istituiti per sottrarre i fanciulli
poveri delle scuole elementari ai pericoli materiali e morali
a cui durante le vacanze erano esposti sulle vie e nelle stesse
lor case, privi come sono dell'assistenza dei genitori, occupati
nel lavoro delle fabbriche e delle officine da mane a sera,
e così proteggerli mediante un'educazione, direi quasi
materna, procurando di avvezzarli alla nettezza e all'ordine,
ingentilire i loro sentimenti, suscitarne l'affettuosità,
accostumarli alla garbatezza e prepararli al lavoro.
(L. Bettini, Comune di Venezia, Relazione ufficiale,
1903)
Il primo ricreatorio è aperto dal Comune nella scuola
maschile di S. Raffaele il 6 agosto 1900. L'anno successivo
un secondo ricreatorio è aperto alla scuola Gozzi e
nel 1902 un terzo alla Scuola Diedo. Si tengono, presso le
scuole elementari, ricreatori pomeridiani il giovedì
pomeriggio - giorno in cui non c'è scuola - e durante
le vacanze estive dalle 9 alle 16.
Nel 1905 ai sette ricreatori maschili nelle scuole di S. Raffaele,
Gozzi, Diedo, S. Eufemia, S. Stin, S. Samuele e Malamocco,
si aggiungono due ricreatori femminili: uno a S. Eufemia alla
Giudecca e uno presso le suore Canossiane a Malamocco.
I ricreatori sono tenuti da maestre, che percepiscono Lire
3,50 al giorno.
L'attività fisica viene promossa con giochi liberi
e con esercizi.
"La marcia di resistenza - scrive
la direttrice Fazzini nella sua prima relazione - il salto
alla corda, la lotta, la gara alle antenne valsero a irrobustire
i fanciulli, i quali si mostravano impazienti di mettersi
al cimento e si sfidavano con un calore, ricordante le antiche
lotte fra Castellani e Nicolotti, mentre si accendeva nelle
loro vene il baldo sangue dei barcaiuoli delle regate".
I fanciulli si applicarono anche al lavoro manuale: "I
più piccini - scrive la direttrice del ricreatorio
di S. Stin - si divertirono con le tessiture di striscioline
di carta. A coloro che avevano maggior disposizione si insegnò
la rete, la treccia fatta di trucioli." " I nostri
alunni - scrive la Direttrice del ricreatorio Gozzi - anche
i più piccini, fanno sempre la rete, perfino nella
strada mentre attendono l'ora di entrare in scuole. Si fabbricano
da se' l'arnese necessario, comperano un soldo di lana e lavorano
con instancabile attività per fare una sciarpa al babbo
o uno scialletto alla sorellina".
(Comune di Venezia, Relazione ufficiale, 1903)
Ecco il programma dei ricreatori:
1. Conversazioni familiari che trattano dei doveri verso Dio,
verso i genitori e fratelli, verso i maestri e i compagni,
del rispetto dei vecchi e degli infelici. Doveri verso sé
stessi, abitudine alla pulizia, all'ordine, alla compostezza,
alla correttezza del linguaggio. Doveri di buona creanza.
Come si comporta
un fanciullo educato in casa propria, in casa d'altri, per
la strada.
Come si renda onore al proprio paese, come si dimostra d'essere
buoni italiani. Fatti che succedono quotidianamente a scuola
e fuori, facili proverbi o sentenze che le maestre scrivono
sulla lavagna, intercalando raccontini storici, novelle e
favole.
2. Lezioni "oggettive" per abituare gli alunni all'osservazione,
su tutto quello che è percepibile con i sensi e che
ha una relazione con i nostri bisogni: nozioni sulle arti,
sui mestieri e sulle industrie, osservazioni sugli animali
domestici, sulle piante, sui minerali, avendo cura che gli
alunni rilevino da sé le caratteristiche ed esprimano
le loro idee.
3. Lezioni per aspetto. Sono fatte sui quadri - poiché
non è possibile potare tutto a scuola - rappresentanti
scene familiari, fatti storici, paesaggi ed animali, per destare
lo spirito di osservazione, a riflettere ed esprimere giudizi
propri. Esse inoltre, oltre alle cose note, danno l'idea di
cose mai viste: un bosco, un ghiacciaio, un vulcano, ecc.
che colpiscono la fantasia degli alunni.
4. Esercizi scolastici. Lettura in comune e individuale, recita
di facili e brevi poesie.
5. Disegno: copiare su carta quadrettata, da un modello, ed
eseguire facili studi dal vero per i più grandicelli.
6. Lavoro manuale: tessitura in carta, lavori in trucioli
(cappelli, vestine, sottolumi), lavori in spago (reti, borse,
sciarpe), ricamo su cartone, lavori in lana (cordoni, palle,
cornici), trapunto, ritaglio geometrico, frastaglio.
7. Esercizi ginnastici: giochi, corse col cerchio, salto della
funicella, lancio della palla, gioco delle costruzioni.
8. Canto di preghiere, inni e canzoni morali e patriottiche.
I fanciulli cantano negli intervalli delle lezioni, nella
ricreazione e durante le marce "essendo il canto uno
dei migliori aiuti per la disciplina".
Trattandosi di ricreatori, l'orario e le attività devono
essere, secondo il direttore, "tali da evitare la noia,
la monotonia e l'immobilità". Le ore del mattino
sono dedicate allo studio, le ore del pomeriggio in esercizi
più divertenti, come ilo disegno e il lavoro manuale.
Alcune maestre conducono gli alunni a fare delle passeggiate.
Alcune lezioni si tengono in cortili all'aperto. Vi sono poi
le docce. (Comune di Venezia, Relazione ufficiale,
1907)
Nel 1908 un nuovo regolamento municipale stabilisce che nei
ricreatori estivi gli alunni non promossi siano riuniti in
aule separate e svolgere esercizi per superare l'esame nella
sessione di ottobre. Stabilisce inoltre che siano iscritti
soltanto alunni delle prime classi elementari "appartenenti
a famiglie che non hanno la possibilità di custodirli",
non sono accettati i ripetenti per due anni nella stessa classe
e coloro che hanno superato i 12 anni.
Secondo le istruzioni inviate dal Direttore generale didattico:
1. "I primi trenta minuti dell'orario
saranno impiegati nella visita di pulizia, alla quale seguirà
una breve lezione su qualche facile proverbio, od una conversazione
su cose riguardanti l'educazione morale e l'igiene".
2. "..la ginnastica, il canto e il lavoro manuale debbono
avere la prevalenza su ogni altra materia di studio
3. Gli esercizi che si raccomandano sono: conversazioni familiari
su temi istruttivi e morali; lezioni di cose e per aspetto;
letture scelte da libri educativi; recitazione di prose e
poesie a memoria. Saranno inoltre esercitati nel disegno e
nel lavoro manuale.
(Comune di Venezia, Rendiconto, 1909)
Dopo l'interruzione dovuta alla I Guerra mondiale, i ricreatori
riaprono. Eliminata la vacanza del giovedì, dal 1925
funzionano il pomeriggio di tutti i giorni feriali, a cura
del Patronato scolastico. Accanto a questi vengono aperti,
nel 1925-26, 12 Ricreatori fascisti, diretti dalla
Delegazione circondariale dell'Opera Nazionale Balilla e,
per iniziativa del Fascio Femminile, per le Piccole italiane.
Le direttrici sono rispettivamente la signora Pomarici e la
signora Pezzè
Pascolato.
Nello stesso anno vengono unificati in un'unica istituzione,
il Patronato scolastico. (Istituito nel 1915 secondo
la legge
Daneo-Credaro, ha assunto l'intero onere dell'assistenza
scolastica e delle istituzioni integrative della scuola).
Istituti integrativi della scuola, i ricreatori hanno
"lo scopo di sottrarre gli alunni
ai pericoli e alle insidie della strada, di abituarli
alla vita sociale e di correggere le cattive abitudini
di contegno e di linguaggio; di allontanarli dalle male compagnie,
di rallegrarne l'anima con occupazioni divertenti, di fortificare
armonicamente il corpo, di guidarli costantemente verso il
bene ed il bello, suscitando in loro nobili spiriti di emulazione,
di colleganza e di solidarietà umana ed insieme un
saldo e consapevole amore per il nostro Paese e per tutto
quanto è italiano."
Si propongono " di continuare l'azione della scuola
nella sua opera di rinnovamento della coscienza nazionale
secondo le direttive del Governo fascista, per la formazione
di una gioventù di saldo carattere, di energica volontà,
disciplinata, libera, pronta alla generosità e all'abnegazione,
amante dello studio e del lavoro, esemplare sempre per gentilezza
di sensi e altezza di propositi."
I mezzi per raggiungere tali scopo, indicati nel regolamento
redatto dal Consiglio di amministrazione del Patronato, sono:
i giochi all'aperto, la ginnastica igienica, la ripetizione
scolastica, la lettura e le conversazioni "sulle vicende
gloriose della grande guerra e sugli episodi eroici delle
nostre Camicie nere"; le proiezioni
luminose fisse e mobili, la visita a musei, a esposizioni,
a stabilimenti industriali; le gite, la recitazione ed il
canto corale (vedi foto n. 1).
Attenta cura è riservata all'igiene personale degli
alunni, sottoposti al bagno e alla doccia (vedi foto n. 2).
Il personale insegnante viene scelto "fra i maestri che
danno maggior garanzia si saper educare le nuove generazioni
per il regime fascista e che hanno particolare attitudine
all'insegnamento del canto corale, della ginnastica e dei
giochi".
In due ricreatori vennero istituiti due gruppi di tamburini
per ritmare il passo nelle passeggiate.
Il ricreatorio estivo del Lido consente ad un numero cospicuo
di alunni, scelti fra i più gracili delle prime tre
classi, di fruire della cura marina.
(Comune di Venezia, Relazione ufficiale, 1926)
|
|

Foto 1. "Prima cantata dei bambini delle scuole comunali
alla Salute" 1906.

Foto 2. Le docce collettive erano molto curate nelle scuole
elementari.
|