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La Legge Daneo - Credaro
Luigi Credaro, pedagogista e professore universitario, deputato
dal 1895 al 1919, ministro della Pubblica Istruzione dal 1910
al 1914, durante il governo Giolitti, emanò nel 1911,
insieme a Edoardo Daneo, una legge che avocando allo stato
le scuole elementari, salvo quelle dei capoluoghi, garantiva
l'istruzione elementare, fino ad allora in mano ai comuni,
anche in quelle realtà locali molto degradate in cui
i bilanci comunali non avevano consentito la continua organizzazione
della scuola dell'obbligo.
La legge, inoltre, fissava le competenze del consiglio scolastico,
della deputazione e della delegazione governativa per l'istruzione
elementare, le competenze dei comuni e dello stato, i provvedimenti
per gli edifici scolastici, il riordinamento della scuola
rurale e del corso popolare, i provvedimenti per i maestri
e i direttori didattici, l'istruzione elementare obbligatoria
per i militari in servizio e la scuola per adulti analfabeti,
l'organizzazione dell'istruzione magistrale, l'adempimento
dell'obbligo scolastico.
Nei "Programmi e orari per gli asili infantili e i
giardini d'infanzia" Credaro manifestò il
suo pensiero sull'asilo che doveva essere un istituto
di educazione e non di scolarizzazione.
Si interessò, inoltre, della scuola superiore e ideò
il liceo moderno come sezione moderna del liceo classico,
che doveva formare e preparare per gli studi superiori, con
spiccata caratterizzazione scientifica.
Per la Scuola Normale progettò un corso di studi
quinquennali , come preparazione di base, più un biennio
di tirocinio. Questi progetti riformistici non trovarono attuazione
a causa del sopraggiungere della guerra ma furono ripresi,
nel1923, da Gentile.
La riforma inoltre si espresse in una serie di provvedimenti
legislativi, decreti e circolari che si ispiravano agli studi
pedagogici di Aristide Gabelli: le ore non dovevano
avere più di 60 minuti, nelle medie inferiore l'intervallo
si doveva fare dopo le prime due ore ed eccedendo le 3 ore
si dovevano riprendere le lezioni nel turno pomeridiano di
almeno di 2 ore in tutti gli ordini di scuole secondarie,
gli alunni del ginnasio e dei primi anni di scuola tecnica
dovevano essere liberi almeno 2 pomeriggi, i compiti a casa
dovevano essere adeguati.
Fu istituito il diario personale degli alunni e quello
di classe, affinchè ogni singolo docente potesse
segnare gli esercizi per gli alunni.
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Andare
a scuola, nel tempo...
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