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La riforma dell'istruzione è una delle prime realizzazioni
del fascismo appena arrivato al potere, segno che la scuola
è considerata un elemento centrale per la creazione
di una nuova Italia.
Se la riforma
Gentile può essere considerata solo in parte un
elemento di fascistizzazione della nazione, ulteriori riforme,
introdotte a partire dal 1925, mirano in maniera più
organica a dare alla scuola italiana un aspetto e un indirizzo
fascista.
Queste leggi introducono il controllo
sugli insegnanti e sull'insegnamento dal punto di
vista politico, mirano a riformare i programmi scolastici
in senso propagandistico e a integrare gli studenti nelle
organizzazioni giovanili del fascismo (cfr. socializzazione),
oltre a introdurre l'insegnamento della religione cattolica
come cardine fondante dell'educazione, in contrasto con quanto
era avvenuto nella scuola pubblica dell'età liberale
(cfr. concordato).
Con la legge del 24 dicembre 1925, resa effettiva per gli
insegnanti da un decreto regio del 17 marzo 1927, essi possono
essere licenziati non solo per non avere adempiuto
ai loro compiti contrattuali, ma anche quando il loro comportamento
venga considerato "incompatibile con le generali direttive
politiche del governo" (più noto il caso del giuramento
ai professori universitari, introdotto dal 1931, anche se
in realtà la possibilità di essere licenziati
per incompatibilità politica con il governo viene introdotta,
anche per gli universitari a partire dal 1927).
Parallelamente, accanto alla scelta di introdurre un libro
unico viene introdotta via via una sempre maggiore politicizzazione
delle materie scolastiche, fino, ad esempio, all'introduzione
di un insegnamento di cultura fascista negli istituti
professionali e di un insegnamento di ordinamento corporativo
per i licei e le scuole magistrali a partire dal 1929.
Grande peso viene poi dato all'insegnamento della storia recente,
in particolare quella della formazione dello stato italiano,
della prima guerra mondiale e delle origini del fascismo quali
elementi di legittimazione dell'ordine politico esistente.
A partire dal 1935 viene inoltre introdotto anche un insegnamento
di cultura militare, teso a inculcare nei giovani la
propaganda bellica. Elemento risolutivo nella fascistizzazione
della scuola avrebbe dovuto essere l'introduzione della carta
della scuola che però raggiunge solo parzialmente
i risultati sperati perché la guerra rende più
difficile l'introduzione di questa riforma.
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Foto 1. Propaganda fascista.

Foto 2. La radio, strumento privilegiato della propaganda
fascista.

Foto 3. Effetti della fascistizzazione: le famiglie numerose.
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