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 Modelli maschili e femminili
 I libri di testo che si vengono pubblicando per la scuola 
                    nazionale sono diversi per maschi e femmine e propongono modelli 
                    di genere: per il ragazzo il buon lavoratore, alacre e risparmiatore 
                    che può anche farsi strada da sè secondo la 
                    teoria del self help molto divulgata alla fine dell'800 e 
                    che entra anche nell'insegnamento; per la ragazza la brava 
                    donna di casa, che governa l'economia domestica e il buon 
                    andamento della casa e della famiglia (vedi anche la scheda 
                    su "Educazione 
                    al lavoro").  I due testi più diffusi sono il Giannetto di 
                    L. A. Parravicini e La fanciulla massaia di Ida Baccini. 
                    Quest'ultimo racconta la storia di una bambina che, a causa 
                    della malattia della madre, ne prende il posto, proponendo 
                    in questo modo alle lettrici un modello di addestramento alle 
                    "attività muliebri": fare la spesa, cucinare, 
                    riordinare, pulire, educare i bambini curare gli ammalati.La precoce "adultizzazione" delle bambine si persegue 
                    anche a scuola dove la dedizione alla cura delle cose e delle 
                    persone è suggerita da racconti e letture, dai programmi 
                    scolastici, dai titoli stessi di temi e dettati e perfino 
                    dal gioco, facendo delle bambine "piccole massaie" 
                    che si preparano ad esserlo pienamente, abbandonati precocemente 
                    i tratti infantili.
 I discorsi a loro rivolti condannano i vizi femminili, la 
                    vacuità, la frivolezza, l'ozio che generano sogni e 
                    fantasie, per ricondurre al dovere di prendersi cura della 
                    casa e della famiglia. Laddove viene a mancare questa cura 
                    lo scenario che si prospetta ai loro occhi è misero: 
                    "l'aspetto dell'operaio ha qualche cosa di scomposto, 
                    di sinistro; nel sembiante e nelle mosse degli adolescenti 
                    si vede un non so che di petulante e di provocatorio, nel 
                    volto dei bambini istessi sembra che il disordine e la sudiceria 
                    abbiano fatto fuggire l'angelico sorriso di quell'età, 
                    che ignora le colpe e le sventure." Le parole sono pronunciate 
                    nel 1881 in occasione dell'annuale distribuzione dei premi 
                    alle alunne più meritorie da Laura 
                    Goretti Veruda, direttrice dei lavori femminili nelle 
                    scuole comunali.
 L'istruzione ai maestri delle scuole primarie sul modo di 
                    svolgere i programmi approvati col R. Decreto del 15 settembre 
                    1860, nella parte dedicata alle scuole femminili si dice che 
                    ogni cosa deve "esser istromento che svolga in esse i 
                    sentimenti che soli convengono a saggie e riserbate fanciulle" 
                    perché diventino "virtuose mogli e madri di onesti 
                    cittadini".Nel 1896 la Commissione centrale per i libri di testo, 
                    rilevata un'eccessiva uniformità tra i testi destinati 
                    ai bambini e alle bambine, invita gli autori a diversificare 
                    situazioni e contenuti in base al principio che "l'educazione 
                    dei maschi e quella delle femmine non possono naturalmente 
                    confondersi".
 L'educazione basata sulla diversità quindi si accentua, 
                    schematizzando i ruoli sessuali.
 Con l'Istituzione nel 1905 del corso popolare - classi V e 
                    VI - dopo quattro anni di scuola elementare di base, i modelli 
                    proposti a maschi e femmine si differenziano ulteriormente: 
                    i primi ricevono un'istruzione professionalizzante, le seconde, 
                    destinate in ogni caso a diventare donne di casa, a questo 
                    compito sono preparate. Se il buono e laborioso operaio è 
                    il modello presente nei libri di lettura, la brava moglie 
                    dell'operaio è il modello speculare per le bambine.
 
 La "pedagogia dell'esempio" "Nutrite l'anima femminile di 
                    tradizioni patrie e canti, né la storia né la 
                    religione né l'arte le siano insegnate per aride teorie, 
                    ma per prove ed esempi". (Nicolò Tommaseo) Nella differenza di genere dell'educazione anche i personaggi 
                    indicati come modelli sono differenziati per sesso. Se la 
                    galleria di personaggi illustri e patrioti è piuttosto 
                    affollata, quella delle donne è piuttosto povera; alla 
                    sposa e madre esemplare o alla santa, si comincia però 
                    ad affiancare dopo l'Unità la donna portatrice di qualità 
                    pubbliche, oltre che qualità materne: dalla romana 
                    madre dei Gracchi alla madre dei fratelli Cairoli, eroi del 
                    Risorgimento. L'amore di patria accomuna le antiche romane, 
                    le eroine della Lega lombarda, Anita Garibaldi e la regina 
                    Margherita (vedi in Archivio qualche 
                    esempio).  (Fonte: Simonetta 
                    Ulivieri, Donne a scuola. Per una storia dell'istruzione 
                    femminile in Italia, in Educazione femminile dalla 
                    parità alla differenza, a cura di Emi Beseghi e 
                    Vittorio Telmon, La nuova Italia, Firenze 1992.L'educazione delle donne, Scuole e modelli di vita femminile 
                    nell'Italia dell'Ottocento a cura di Simonetta Soldani, 
                    Franco Angeli, Milano, 1991.)
 Le biblioteche 
                    scolastiche delle scuole veneziane possiedono dei libri 
                    dai quali i maestri possono  "cogli alunni favellare dei 
                    beni intimi, veri e duraturi che vengono in gran parte agli 
                    individui, alle nazioni e al consorzio civile dal lavoro intelligente, 
                    dalla perseveranza e dal ben inteso risparmio: narrare le 
                    gesta dei vincitori delle grandi battaglie nel campo delle 
                    scienze, delle arti e delle industrie; ricordare i grandi 
                    apostoli della carità che, come Cristo, passarono su 
                    questa terra amando i poveri, gli sventurati e facendo loro 
                    del bene; e finalmente lumeggiare le più alte figure 
                    dei poeti, dei pensatori, dei guerrieri e dei martiri del 
                    nostro epico Risorgimento. [
] Qual cosa più ammirabile 
                    della vita di Dante, del Tasso, di Michelangelo, di Galilei? 
                    Qual esempio più educativo che la storia di Colombo, 
                    del Muratori, dell'Alfieri, del Canova, del Duprè e 
                    del Verdi? Qual dramma più commovente che quello di 
                    tanti poveri fanciulli, di tanti miseri infermi e di infelici, 
                    raccolti nelle scuole, negli ospedali, nei ricoveri dalla 
                    pietà di tutti coloro che amarono in Cristo i loro 
                    fratelli? Qual epopea sì vera e splendente, dirò 
                    col Carducci, come l'assedio di Venezia e la giornata di Mestre 
                    e qual lirica sì alta come il supplizio di Giuseppe 
                    Andreoli, di Tito Speri, di Pier Fortunato Calvi?"  La Commissione per l'esecuzione di programmi del 1904 ha 
                    scelto i racconti più adatti al fine educativo: Menenio 
                    Agrippa, Cincinnato, Attilio Regolo, i Gracchi, Origine di 
                    Venezia, Federico Barbarossa, Enrico Dandolo, Marco Polo, 
                    Vittor Pisani, Dante, Colombo, Caboto, Marcantonio Bragadin, 
                    Paolo Erizzo, Francesco Morosini, Emanuele Filiberto, Vittorio 
                    Emanuele III. (Comune di Venezia, Relazione ufficiale per l'anno 1905)
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 Foto 1. Modelli dell''educazione 
                    femminile 
 Foto 2. Modelli dell'educazione 
                    maschile. Italo 
 Foto 3. Modelli dell'educazione 
                    maschile. Giovanni. 
 Foto 4. Modelli dell''educazione 
                    femminile. Luisa. 
 Foto 5. "La preghiera" di E. Tito. 1930 |