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Ginnastica Femminile
A partire dai primi anni '70 dell'Ottocento la ginnastica
inizia ad occupare nell'educazione delle fanciulle un ruolo
importante, considerata necessaria per irrobustire il fisico
"delicato" della donna. Molti pedagogisti del
tempo ritengono, inoltre, che la ginnastica possa offrire
anche benefici morali, ossia aiuti a rafforzare il
carattere delle giovani in modo tale che una volta diventate
madri sappiano impartire un'educazione più solida ai
propri figli.
Anche una rivista come "La Donna" promotrice dell'emancipazione
femminile, dedica vari articoli alla ginnastica femminile.
Per la direttrice, Gualberta Beccari, la ginnastica può
aiutare molte giovani ad essere fisicamente più forti,
bisogna però combattere contro quanti credono che la
ginnastica "possa ledere alla decenza e al pudore della
donna, [...] le famiglie si mostrano restie ad acconsentirvi;
ma noi abbiamo fede nei lumi che mano a mano va spandendo
l'istruzione e non dubitiamo che si giungerà a riconoscere
che è un pregiudizio supporre tanto".
Enrichetta Laurenti, insegnante di ginnastica nella scuola
normale di Padova e di portamento nella scuola superiore femminile
della stessa città, nel 1882 pubblica un libro dal
titolo Ginnastica educativa, dove con chiarezza illustra
i vantaggi "fisici, intellettuali e morali" legati
alla ginnastica femminile. Nella sua opera spiega che la ginnastica
da insegnare alle fanciulle ha come fine rendere
"il corpo agile, sano e robusto, affinché
ne avvantaggino le facoltà intellettuali e morali.
[...] Essa dà vigoria e robustezza ai muscoli, facilita
i movimenti delle articolazioni ritardandone l'intorpidimento
e la rigidezza, tiene in normale posizione le ossa dello scheletro,
sviluppa il torace, favorisce la respirazione, e con essa
la circolazione, la digestione e tutte le altre funzioni.
Oltre a ciò, essendo il sistema muscolare intimamente
collegato al sistema nervoso, la ginnastica esercitando quello,
avvantaggia questo, e procura quindi all'organismo un complesso
benessere. Di più rende snella ed aggraziata la persona.
La ginnastica, apportando salute, fa che l'individuo resista
di più all'applicazione intellettuale".
La Laurenti sottolinea l'importanza della ginnastica nel
rendere alle allieve più sopportabile l'impegno scolastico.
Inoltre sostiene che grazie alla ginnastica molte donne potranno
evitare molti disturbi tipici del genere femminile, come anemie
e malattie nervose. A tutto ciò si aggiungono i vantaggi
che la ginnastica arreca alla futura funzione materna, in
quanto solo una donna in buona salute potrà dare figli
sani e robusti alla patria. La donna deve essere sana "per
poter adempiere i suoi doveri di sposa e di madre. Essa,
destinata a dar la vita ad altre creature, se debole o malaticcia,
metterà al mondo degli esseri malsani ed infelici,
non potrà nutrirli col suo latte, aver per loro tutte
le cure di cui abbisognano, e dedicarsi interamente alla loro
educazione".
Nelle scuole normali maschili la ginnastica viene introdotta
con il regolamento del 1861, assieme agli esercizi militari,
mentre nelle scuole femminili viene inserita solo nel 1878,
con la legge De Sanctis che la rende obbligatoria per ogni
ordine di studi.
Non tutti accolgono favorevolmente la legge De Sanctis; oltre
l'opposizione del mondo clericale verso la ginnastica femminile,
anche molte maestre già patentate non accettano di
buon grado l'obbligo di seguire dei corsi di ginnastica per
poi insegnarla alle proprie allieve.
In alcune città, però, come Venezia e Padova,
la ginnastica
femminile si insegna già dai primi anni '70.
In un opuscoletto del comune di Padova sulla ginnastica femminile
si legge "non è facile vincere certi ostacoli
che i pregiudizii oppongono; e sebbene la ginnastica maschile
sia già introdotta ormai nelle abitudini del nostro
popolo, non fu subito possibile convincere alcuni pochi genitori
che la femminile è pure una esercitazione igienica,
salutare, e nello stesso tempo educativa". Per convincere
i genitori della necessità e dell'opportunità
di introdurre tale materia anche nelle scuole elementari femminili
si invitano i genitori al saggio finale, sperando così
che si persuadano con i propri occhi che la ginnastica è
"cosa seria ed utile, anzi fonte di
non pochi vantaggi. Voi vedrete in fatti come essa dia graziosa
presenza, begli atteggiamenti, nobile portamento, conveniente
andatura, movimenti leggeri e sciolti, e come e quanto giovi
alla leggiadria personale, [...] Voi vedrete dunque come l'andamento
di queste fanciulle sia colla debita misura e con onestà,
il movimento corporeo umile e mansueto, il portamento della
persona modesto, i gesti ben formati; non vagabondi gli occhi,
ma onestamente il più del tempo riguardanti in basso,
il capo diritto rispondente alla persona, come per sé
medesima la natura insegna, le braccia debitamente conserte,
leggiere in su piedi, insomma in tutto l'andamento le vedrete
leste, leggiadre, continenti. [...] Qua non corse, non moti
violenti, né cosa veruna non consentita al pudore d'una
giovinetta ed alla delicatezza della sua complessione".
Nello stesso periodo anche il direttore della scuola normale
di Padova nella sua relazione finale scrive:
"I primi esercizi cominciarono nel
mese di Gennaio, e s'è continuato fin quasi agli ultimi
di giugno. Furono insegnati tutti gli esercizi elementari,
quelli colla bacchetta; e le allieve del III° corso, con
lezioni separate, furono, per quanto era possibile in un solo
anno, ammaestrate anche nel comandarli. Queste esercitazioni
ginnastiche furono sempre e scrupolosamente tenute dentro
ai limiti della ginnastica igienico - educativa che va insegnata
alle allieve maestre; e circondate poi da tutta quella delicata
riserbatezza per la quale soltanto esse sono possibili anco
per le fanciulle. Nessuna madre, levatine i casi di poca salute
o di troppo inatta conformazione del corpo, ha mai domandato
se ne esentasse la figliuola. Fuorché un poco nelle
ultime lezioni, cui il soverchio caldo rendeva pesanti, le
allieve hanno sempre sentito suonare la campanella della ginnastica
con vivo piacere; e quel ridere allegro, quel correre, quel
muoversi poi saggiamente ordinate e ben inteso, deve aver
fatto loro veramente pro. E qui, senza darne tutto il merito
agli esercizii ginnastici, noto però che in generale
la salute delle allieve è stata quest'anno migliore
che negli altr'anni".
Compostezza, grazia, pudore
Nella scuola
normale la ginnastica assume una particolare importanza,
perché si tratta di una materia che le future maestre
a loro volta dovranno insegnare alla propria scolaresca.
Utile per capire come si svolge il corso di ginnastica nelle
scuole normali femminili è ancora il libro della Laurenti,
che si attiene strettamente al programma ministeriale del
1878 e lo illustra punto per punto. L'autrice spiega come
si esegue ogni esercizio che le allieve, una volta divenute
maestre, dovranno insegnare alle proprie alunne.
Inoltre aggiunge anche alcune considerazioni personali sulla
scarsa opportunità di eseguire certi esercizi
nelle scuole femminili: ad esempio per la flessione delle
gambe scrive "io non ho usato, e non uso che la flessione
delle gambe in dietro; poiché quella in avanti, non
la trovo conveniente", o per quanto riguarda la colonna
vertebrale "la flessione in dietro di tutta la colonna
non è consigliata nella ginnastica femminile, quelle
in avanti e laterali non hanno limiti nei varii individui".
Invece esercizi "come il piegamento del busto in avanti,
la rotazione delle gambe, i salti" vengono considerati
utili, ma si consiglia di eseguirli solo quando la maestra
è sola con le proprie alunne, poiché "per
le allieve vestite ancora un po' a corto, potrebbero essere
un tantino troppo liberi". Al contrario la maestra di
ginnastica del romanzo di De Amicis, Amore e ginnastica,
si lamenta delle eccessive restrizioni imposte alla
suo insegnamento: "Vogliono ristrettissimo l'esercizio
d'abduzione e sollevazione delle gambe e.... che so io. Poi,
alle parallele e al volteggio, e anche alla sbarra fissa,
nessuno degli esercizi in cui sia necessario sollevare gli
arti inferiori.... Per le grandicelle, non salita alla corda,
né alla pertica".
Nel capitolo dedicato ai Caratteri e limiti della ginnastica
femminile l'autrice ricorda alle sue allieve l'importanza
della gentilezza, la maestra non dovrà credersi
"un caporale che insegna gli esercizi militari ai suoi
soldati; ma ricordarsi che è donna, e che, come tale,
deve essere gentile per rendere dolci e gentili anco le sue
allieve. [...] non alteri di molto la sua voce, non dia troppo
tronco il comando, ed al marche, che ha del militare,
il più delle volte sostituisca il via che è
più gentile, o la sola battuta".
La futura maestra deve pensare al vantaggio fisico ma anche
all'estetica dei movimenti poiché "la compostezza,
la riserbatezza e la grazia sono i pregi delle giovinette.
[...] il nostro programma non prescrive nessun movimento con
cui resti offeso il pudore, ma anche certi movimenti serbano
grazia e riserbatezza fatti in un modo, la perdono eseguiti
in un altro".
Il libro della Laurenti si chiude ricordando che a una buona
maestra non sono necessarie solo le doti intellettuali e morali,
ma anche quelle fisiche "salute, robustezza, nessun difetto
fisico e, possibilmente, forme snelle, buona pronuncia e tuono
di voce piacevole, orecchio un po' abituato alla musica".
Prima, quando la ginnastica non era ancora obbligatoria, "una
giovane poteva riuscire brava educatrice, anche con un fisico
meschino o con qualche difetto. Ma ora che l'insegnamento
della ginnastica è obbligatorio ad ogni maestra, le
doti intellettuali e morali non ponno più tener luogo
delle fisiche, le quali, come ognun vede, si rendono pure
assolutamente indispensabili".
I programmi di ginnastica del '78 vengono modificati
nel 1886 e nuovamente nel 1893. Le differenze tra corsi femminili
e maschili rimangono notevoli, anche se nella relazione che
precede i nuovi programmi del '93 si sottolinea il contrario
"Particolare studio la Commissione
ha dedicato alla educazione fisica femminile, e ha
subito proposto che nulla abbia ad avere di sdolcinato, di
mimico, di coreografico, e invece venga fatta in modo che,
senza nuocere alla bellezza e alla grazia, infonda sanità,
robustezza, coraggio, e prepari buone madri ed educatrici.
Sostanzialmente quindi nelle scuole femminili non potrà
essere molto diversa da quella delle scuole maschili, e non
merita perciò, come ora, programmi separati: invece
in quelli che verranno proposti per ogni scuola si aggiungerà
o si modificherà quel tanto che il vestiario, il contegno
e riserbo sessuale, e condizioni anatomo-fisiologiche esigeranno
per la donna".
Ad esempio nei programmi per le scuole elementari superiori
tra gli esercizi propri del corso femminile troviamo: "Equilibrio.
- Sarà come nelle scuole maschili ma più coltivato,
e con l'annotazione che, quando l'asse è disposto a
m. 0,50 da terra, uno sgabello di m. 0,25 divida in due il
movimento del salirvi, onde impedire che la gamba si scopra".
Inoltre si proibisce l'utilizzo di anelli, cavallo, sbarre
e parallele per gli allievi sotto i 14 anni e per le allieve
di qualsiasi età, poiché le donne "anche
dopo la pubertà conservano le caratteristiche fisiche
del ragazzo". Quindi in tutte le scuole femminili si
devono abolire questi attrezzi "ed anzi anche altri attrezzi
di sospensione e di appoggio siano per esse ridotti ad un
uso assai limitato, che non sformi il loro torace a scapito
dei muscoli del bacino e degli arti inferiori".
Per quanto riguarda le scuole superiori femminili fin dalla
loro istituzione tra gli insegnamenti troviamo una materia
come "portamento", una sorta di ginnastica,
ma più simile alla danza o a delle vere e proprie lezioni
di ballo. Ad esempio nella Scuola
superiore femminile di Venezia questo insegnamento viene
chiamato "danza e ginnastica" e, in effetti, il
programma assomiglia maggiormente a quello di una scuola di
ballo "Balli da Sala - Valzer - Polka - Mazurka - Quadriglia
francese, lancies, imperiale; galop. Balli di composizione
- Ménuet - Quadrille - Mazurka - Quadrille. Galateo,
ovvero il modo più acconcio di diportarsi nella danza".
Mentre nel regolamento dell'analoga scuola di Padova si legge
che gli esercizi consistono in "schieramenti, volta,
posizioni e movimenti delle braccia, delle mani, del capo,
del tronco e dei piedi. [...] passi ritmici, marcie semplici
e lavorate" e sono accompagnati dalla musica del pianoforte
o dal canto. Inoltre si ricorda che non verranno eseguiti
"tutti quegli esercizi che richiedessero un vestito speciale
o l'uso degli attrezzi, ad eccezione della bacchetta"
e che questo insegnamento "è rivolto a procurare
sicurezza, spontaneità e grazia nei movimenti delle
membra e della persona, a correggere i frequenti difetti cagionati
al portamento dalla prevalenza di lavori sedentari, a controperare
per quanto è possibile ai danni recati al delicato
organismo giovanile dalle gravi fatiche intellettuali a cui
esso è obbligato".
A questo proposito l'insegnante di portamento della scuola
superiore femminile di Padova nel suo programma scrive
"introdussi qualche modificazione,
restrinsi cioè la parte che costituisce gli esercizi
ginnastici, ed allargai quella dei passi ritmici. Non adoperai
attrezzo alcuno stante la ristrettezza del locale; poiché
gli esercizi alla bacchetta vogliono spazio altrimenti le
allieve vanno a rischio di urtarsi; e quelli agli scanni oltreché
esigono pure il locale adatto, non li trovo di grande vantaggio
né dal lato igienico né da quello estetico.
Mentre quindi, permettendolo lo spazio, le bacchette sarebbero
utili, troverei da escludere gli scanni. I passi ritmici e
i balli figurati li trovo invece opportuni, perché
danno un po' di grazia al portamento, e perché vedo
che in generale le famiglie ne mostrano piacere. La lezione
di un'ora, a mio parere, si potrebbe dividere in mezz'ora
di esercizi e mezz'ora di ballo".
FONTI:
G. A. BECCARI, La ginnastica in Venezia, "La Donna",
a. II, n. 59 (30 maggio 1869).
E. LAURENTI, Ginnastica educativa. Secondo i programmi
per le scuole normali femminili, Padova, Tip. F. Sacchetto,
1882.
Legge del 7 luglio 1878, n. 4442.
Sperimento di ginnastica in forma privata dato dalle alunne
dei corsi superiori delle scuole femminili comunali di Padova,
Padova, Tip. Comunale alla Minerva, 1873.
E. DE AMICIS, Amore e ginnastica, in ID., Fra Scuola e Casa,
Milano, Fratelli Treves, 1892, p. 229.
Nuova scuola superiore femminile in Venezia, Venezia,
Tip. Municipale di G. Longo, 1869.
Regolamento per la scuola femminile superiore Scalcerle
della città di Padova, Padova, Tip. Provinciale
L. Penada, 1872.
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Vedi anche la scheda su
FEMMINILE
/ MASCHILE
Materie e Contenuti
Le illustrazioni sono tratte dal "Giornale delle fanciulle",
a. I, n. 7, luglio 1864.



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