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La Ginnastica
L'impulso all'insegnamento della ginnastica viene
dato dalla dirigenza scolastica veneziana subito dopo la riforma
dell'istruzione, alla fine degli anni '60 dell'800.
Essa è considerata un mezzo efficace per educare alla
disciplina, all'ordine, all'igiene e perfino alla morale.
Nel 1874 il Comune, anticipando di quattro anni la legge governativa
del 1878, ne rende obbligatorio l'insegnamento, nomina
un direttore, il prof. Pietro Gallo, istituisce conferenze
pratico-teoriche per maestri e maestre e l'anno seguente un
corso magistrale di ginnastica per insegnanti.
La ginnastica elementare - distinta dalla ginnastica
superiore, che prepara ad alcune professioni, dalla militare,
dalla marinaresca e dall'atletica - serve a "fortificare
le membra, ad accrescere l'agilità e l'energia dei
fanciulli per prepararli ad affrontare le fatiche e i disagi
inerenti a tutte le professioni, senza abilitarli in modo
speciale ad alcune di esse".
Si tiene tra i banchi, con le finestre aperte, accompagnando
sovente gli esercizi col canto. Una nota del Sindaco Fornoni
raccomanda di far eseguire flessioni delle dita delle mani
e dei piedi per prevenire i geloni cui molti bambini/e vanno
soggetti. Secondo il parere dell'estensore della relazione
annuale del 1875, si è ottenuto col suo insegnamento
di progredire "nella pulitezza e nel contegno esteriore
dei fanciulli, si è dato varietà e diletto alle
occupazioni della scuola, si è giovato alla disciplina".
Nel 1878 il prof. Gallo introduce il bastone Jagher,
progressivamente esteso a tutte le classi. I risultati sono
talmente apprezzati che viene accolto dai programmi governativi
(v. foto n. 1).
[In Archivio si può leggere su questo una testimonianza
di Amelia Pincherle Rosselli]
Bandisce la ginnastica tra i banchi, più dannosa che
benefica per la polvere sollevata, come hanno avvertito gli
igienisti. Gli "esercizi ordinativi" - che prevedono
esecuzione collettiva di ordini - si fanno in sale ampie o
in lunghi corridoi, senza battere i piedi, per distrarre gli
alunni dal lavoro mentale e nello stesso tempo permettere
che si rinnovi l'aria delle aule. Le marce e tutti gli altri
esercizi vengono eseguiti in palestre all'aperto, dove vi
sono, o nei pianterreni dei palazzi. In una città come
Venezia tuttavia pochi sono gli spazi all'aperto dove poter
esercitare "giochi ginnastici" che completerebbero
l'educazione fisica con un'attività più libera
(v. foto n. 2, 3 e 4).
Oltre a Gallo a dare impulso alle attività ginniche
è Costantino Reyer, insegnante triestino che
ha ottiene il brevetto del corso di ginnastica presso la Regia
scuola normale di Torino. Insieme danno vita alla Società
Costantino Reyer e ottengono dal Comune lo stanziamento di
Lire 2.000 per la fondazione di una palestra nel palazzo Diedo
a S. Fosca.
Costantino Reyer è anche il direttore de "La
ginnastica. Giornale di educazione fisica", quindicinale
fondato a Livorno nel 1866 che si stampa a Venezia a partire
dal 1868. Vi si sostiene che la conoscenza del corpo e delle
sue funzioni sia indispensabile completamento dell'educazione
per prevenire le malattie e fortificare il fisico; gli autori
si battono affinché l'educazione fisica come scienza
venga obbligatoriamente insegnata nelle scuole (v. foto n.
5).
Venezia dunque riveste su questo terreno un ruolo di apripista
che le viene riconosciuto nel VII Congresso ginnastico italiano
- che si tiene a Roma nel 1877 - durante il quale le viene
conferito un diploma d'onore per l'incremento dato all'istruzione
ginnastica nella scuole e la medaglia d'oro della Federazione
ginnastica italiana di Torino.
In terraferma il "Programma di ginnastica per le scuole
elementari uniche e rurali" del 1886 prevede due tipi
di attività: la ginnastica tra i banchi ha come scopo
di "abituare l'alunno all'obbedienza pronta e assoluta"
e "instillargli il sentimento dell'azione collettiva"
e viene eseguita all'inizio o alla fine della lezione o quando
si crede opportuno concedere un po' di riposo; la ginnastica
in palestra, o comunque fuori dall'aula - in un androne o
un cortile - serve a "correggere il portamento
della scolaresca campagnola, abituandola ad estendere le articolazioni
e ad imprimere ai movimenti lo slancio, la scioltezza e l'elasticità
che generalmente difettano nei fanciulli delle campagne."
Ginnastica fra i banchi
A. Esercizi ordinativi : 1. Ingresso ordinato in aula 2. Entrata
con ordine nei banchi 3. In piedi-seduti 4. Attenti-riposo
5. Saluto 6. Mani sul banco 7. In prima 8. In seconda 9. In
terza
B. Esercizi di cadenza: 1 Battuta delle palme 2. Battuta sul
banco 3. Battuta palma e banco.
C. Esercizi elementari: (Capo e busto) 1. Rotazione 2. Flessione
3. Circonduzione (v. foto n. 6)
Non poche resistenze negli ambienti clericali e conservatori
trova l'insegnamento della ginnastica femminile; i movimenti
del corpo delle ragazze vengono ritenuti indecenti e contrari
all'idea di educazione femminile intesa come disciplinamento
del corpo oltre che della mente. Anche per dare risposta ai
pregiudizi di quanti la osteggiano si tiene un saggio a fine
anno, confidando che i "severi censori" si convincano
che "nulla di men che onesto e morale viene insegnato
nella Scuole comunali". Il giornale "Veneto cattolico"
pubblica una poesia contro il saggio che si tiene il
24 giugno 1880 alla scuola femminile di S. Maria Formosa,
in cui si giunge persino a paragonare tale esibizione all'episodio
biblico di Erodiade che in cambio della sua danza ottiene
dal padre Erode la testa del Battista:
Oggi dì sacro al nome del Battista,
Lui ad ingiuriare e di Gesù la Sposa,
Un'atletica splendida rivista
Eco si fa a Santa Maria Formosa!
Quattro maestre col dispetto in vista,
Dirette da una gazza rabbiosa,
Alle dodici bimbe, la più trista
Figura fanno far, la più curiosa.
Fu di Giovanni un dì prezzo la testa
A di bei salti oggi il gran nimico
Vuole prezzo di saldi la sua festa.
Ma Erodiade è morta, Erode è morto,
Vive il Battista, ed il trionfo antico
Del trionfo novel mi dà conforto.
Nonostante le proteste i saggi di fine anno continuano comunque
a tenersi e riscuotono sempre maggiori consensi. Ecco
un esempio: nel 1902 nella palestra di S. Provolo, alla presenza
delle autorità cittadine e di un pubblico affollatissimo,
fanciulli e fanciulle, guidati dai rispettivi maestri e maestre
- in tutto 6000 alunni/e - eseguono esercizi con precisione
ammirevole: "quell'andar baldo dei giovinetti e quel
muoversi aggraziato delle fanciulle", osserva il direttore
generale Lorenzo Bettini, rappresentano "due feste così
tipiche e due spettacoli sì pittoreschi che chi vi
assistette non potrà davvero dimenticarli." (v.
foto n. 7 e 8).
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Foto 1. illustrazione da: Pietro Gallo, Il
bastone Jager...

Foto 2. Ginnastica all'aperto con il bastone
Jagher.

Foto 3. Ginnastica all'aperto con il bastone
Jagher.

Foto 4. Ginnastica all'aperto con il bastone
Jagher.

Foto 5. Illustrazione da un volume di J. Gelli.
(1921)

Foto 6. Ginnastica in aula

Foto 7. Ginnastica nel cortile di San Provolo,
alla scuola Diaz

Foto 8. Ginnastica nel cortile di San Girolamo
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