Alla Linea del  Tempo Le parole chiave Venezia e Mestre, scuola per scuola Se nascevi nel... Foto,  documenti, fonti, ... Che cosa c'è in questo CD Alla copertina Chiudi ed esci All'inizio di questa sezione
PERIODO REPUBBLICANO /
RINNOVAMENTO DI CONTENUTI E METODI
 
   
[a c. di mts] 
 



La "ricerca d'ambiente"

Neli anni '70-'80, la ricerca d'ambiente - spesso intrecciata con la storia locale - diventa una pratica didattica diffusa soprattutto nella scuola di base: la conoscenza del territorio, la metodologia della ricerca, l'utilizo delle risorse culturali (musei, archivi, istituti culturali, associazioni) diventano momenti importanti nella formazione storica di base, nel rinnovamento dei contenuti e delle metodologie didattiche.

Prendendo in esame le ricerche svolte dalle scuole veneziane-mestrine tra il '76 e '87 si possono ricavare alcuni elementi di analisi:

I luoghi

Salta agli occhi la variegata presenza di situazioni, ma anche la concentrazione di tali produzioni in alcune aree. Si nota una maggior presenza di aree "periferiche" rispetto ad aree "centrali" urbane; di aree comprese in comuni medio-piccoli rispetto a quelle "metropolitane"; di quelle agricolo-artigianali rispetto a quelle industriali e commerciali. La maggior presenza di ricerche sul patrimonio storico e ambientale si registra in quelle scuole o settori dove piu sensibili sono state l'innovazione pedagogico-didattica e la sperimentazione metodologica (tempo pieno e tempo prolungato, 150 ore per adulti e 160 ore nella media, attività integrative).
Si può ipotizzare che vi sia una correlazione positiva tra la presenza di una domanda di identità collettiva, che proviene dai soggetti del processo educativo e della committenza sociale, e la presenza di disponibilita soggettive da parte dell'equipe insegnante e delle strutture pubbliche.

L'inurbamento degli anni '60 ha prodotto la trasformazione del tessuto urbano dei paesi dell'entroterra e degli stessi quartieri di Mestre. Lo sradicamento prodotto dall'inurbamento degli anni '60 e la conseguente necessità di ricercare una nuova identità, una nuova socialità, ha trovato parziali risposte nella scuola e negli enti locali che in quegli anni si sono particolarmente impegnati in un processo di integrazione sociale, nel fronte della cultura della partecipazione (amministrazioni di sinistra, insegnanti del tempo pieno).
La presenza di un simile "clima sociale" ha sollecitato la scuola a cercare delle risposte sul piano educativo: percorsi spesso intricati e faticosi di reperimento e costruzione di fonti hanno permesso a volte di a"inventare", anticipare categorie e strumenti della ricerca storico-antropologica, (in particolare l'incontro con i testimoni orali, con le fonti iconiche e fotografiche, con i temi dell'immagine e dell'immaginario).
La messa a disposizione di strumenti pubblici (biblioteche, archivi, personale) ha infine creato delle condizioni di "percorribilità" della ricerca che altrove non si sono create.


I temi

Raggruppando le ricerche secondo i temi ricorrenti e prevalenti in esse, emergono alcuni filoni che in parte sono gli stessi che troviamo nella ricerca storica "adulta". Questo apre non pochi interrogativi sul senso "comune" storiografico che sembra permeare le ricerche fatte con i ragazzi: quelle periodizzazioni che incontriamo con insistenza sono frutto di una ricerca originale o non sono piuttosto la trasmissione di uno schema precostituito, acquisito a loro volta dagli insegnanti quando andavano a scuola?

a. Altino, La Serenissima.

Sono temi in qualche modo ineludibili dentro la scuola dell'obbligo, sia per la loro presenza fisica (reperti nel territorio, musei, feste popolari e calendariali) sia per una concezione della storia locale come storia "minore": le periodizzazioni storiche proposte sembrano ripercorrere le tappe della storia politico-militare, e soffermandosi qua e là su alcune specificità locali (Campalto nella preistoria, Favaro in epoca carolingia ecc.).
Solo raramente ci si imbatte in tentativi di ricostruire il passato tenendo presente la complessità e l'originalità del territorio, con le sue stratificazioni, le sue periodizzazioni: nella memoria collettiva, nelle trasformazioni del paesaggio agrario, a volte puo contare di piu il prima e il dopo la bonifica delle paludi, piuttosto che il prima e il dopo l'Unita d'Italia.

b. Tante storie personali, una storia collettiva.

Memorie personali e memorie familiari vengono evocate per percorrere le tappe di passaggio dei cicli della vita (degli alunni, dei genitori, dei nonni). Tutti gli insegnanti sembrano considerare indispensabile questo passaggio (specie alla scuola elementare, in termini propedeutici rispetto alla storia generale).

II percorso è lineare: dalle memorie dei ragazzi a quelle familiari. Dal punto di vista educativo si produce un allargamento dell'orizzonte, sia in senso spaziale che temporale; vengono rafforzati concetti di generazione, di cronologia, di durata e cambiamento, di permanenza, di relatività, fondamentali per la formazione storica di base. Ma il passaggio alla grande storia non è sempre facile ne lineare. La comunita locale è il luogo del vicino e del presente in termini affettivo-relazionali. Ma la storia locale, benché vicina, non è sempre interpretabile come semplice: vi e una complessita nella microsto-ria che non sempre viene tenuta presente dagli insegnanti ne nelle sue difficolta interpretative, ne nelle sue potenzialita educative.

c. Case, paesi, quartieri. La trasformazione urbana.

Soprattutto nella seconda metà degli anni settanta prevalgono le indagini sul modello della ricerca d'ambiente, dove la ricerca topologica del quartiere diviene fondamentale punto di partenza per una iniziazione alla vita civile e sociale.
E' una cultura della partecipazione quella che si afferma in quegli anni, come risposta alla crisi di identità collettiva derivata dagli inurbamenti avvenuti nel decennio precedente.
Anche la scuola partecipa dal di dentro a questo fenomeno di costruzione sociale proponendo come risposta alla domanda di conoscenza sociale, di partecipazione, di solidarieta, un'impianto di ricerca legato al presente: proprio nei comuni dove sono piu vistosi quei fenomeni di trasformazione urbanistica e sociale, vengono largamente praticate indagini d'ambiente con finalità conoscitive di tipo storico, ma anche di inchiesta sociale, di denuncia delle condizioni di degrado urbano, di carenze nei servizi.
L'interlocutore di questo tipo di indagini è comunque l'ente pubblico, sentito come agente possibile di una trasformazione positiva delle condizioni di vita sociale, che spesso diviene anche il promotore di una diffusione piu ampia delle ricerche stesse attraverso la pubblicazione a stampa delle opere.

d. Mulini, filande, fornaci: l'archeologia industriale.

A partire dagli anni Ottanta si registrano mutamenti di un certo rilievo: compaiono nuovi temi, altri che stavano scomparendo vengono riformulati sulla scia di nuove domande che il presente rivolge al passato.
Le indagini sulla produzione, sulla fabbrica, sul ciclo industriale, sulle condizioni sociali di vita operaia tramontano rapidamente sull'onda di una perdita di protagonismodi quei soggetti sociali.
Le analisi sembrano spostarsi su luoghi e momenti piu circoscritti, analizzabili in maniera meno "ideologica", luoghi dai quali la produzione e gli uomini sono da poco scomparsi. Il nuovo clima è largamente favorito dalla sensibilità per una politica di recupero dei beni culturali e ambientali sconosciuta agli anni precedenti.
La storia locale in questo contesto, non appare più solo storia minore. Utile per capire la sua originalità e la sua complessità è una metafora della storia locale intesa come doppia lente concavo/convessa: da un lato essa permette l'analisi dei particolari, la messa in atto di procedure e l'uso di fonti originali; dall'altro permette l'inserimento del locale in quadri più generali, in reti di rapporto tra micro e macrostoria che rendano ragione delle permanenze e dei mutamenti, delle lunghe durate e delle cronache quotidiane, attraverso l'uso articolato di una pluralita di fonti (orali, scritte, fotografiche).

e. Boschi, acque e fiumi. Spunta l'ecostoria.

Lo stesso clima, la nuova sensibilità ecologica diffusa, trovano parzialmente risposta nella riformulazione dei temi di ricerca che riguardano il campo naturalistico: diversamente che in passato le ricerche sulla laguna, sui corsi d'acqua, sui boschi e simili non rimangono confinate alle discipline naturalistico-scientifiche, ma si avventurano nelle analisi degli usi umani del territorio, delle trasformazioni del paesaggio inteso come insieme di fattori naturali e antropici, dunque come stratificazione storico-culturale.
Molte ricerche si occupano in questi anni di inquinamento, ad esempio, con finalità plurime: mentre si analizzano le stratificazioni che hanno creato e prodotto un certo fenomeno, non si escludono dei tentativi di intervento immediati contro il degrado in atto.
La caduta, seppur parziale e occasionale, di una barriera fra scienze umane e scienze naturali fa prendere maggiore concretezza a una educazione storica che tenga ugualmente presente sia il quotidiano (i tempi brevi, l'' evenementiel) che le prospettive di lunga durata (i tempi della natura), riabilitando anche una visione della storia come analisi e intervento del presente che sembrava tramontata per sempre.


Metodologia pedagogico-didattica

I tagli tematici delle ricerche prese in esame sembrano aver seguito (recepito e a volte anticipato) le vicende economiche e culturali della società, riuscendo però soltanto a scalfire l'impianto tradizionale dell'insegnamento della storia (le periodizzazioni, la prevalenza degli avvenimenti politico-militari, la cronologia finalistica del manuale, il restringimento del "fatto storico" agli avvenimenti, alle brevi durate).
La storia orale ad esempio. L'uso di fonti orali, di memorie personali e collettive, si è fatto sempre più frequente. Esso costituisce certamente una grossa molla per l'impatto emozionale che sempre provoca l'incontro con l'altro.
A livello di educazione storico-sociale l'uso della metodologia della storia orale, seppure non praticato in maniera continuativa, ha costretto insegnanti e alunni a fare i conti con sfasature, cronologizzazioni diverse, punti di vista contrapposti, con le difficoltà che la ricerca storica pone anche a livello adulto, e quindi a prestare maggiore attenzione alle procedure di ricerca attivate e agli stumenti utilizzati.
[…]
La storia orale sembra aver ottenuto come risultato quello di vivacizzare l'impianto cognitivistico proprio della vecchia ricerca d'ambiente, con le sue statistiche, percentuali, tabulazioni (e con la sua difficoltà a motivare al ragazzo tale tipo di educazione storica).
L'uso di fonti diverse sulla storia locale (orali, ma anche fotografiche, iconografiche, cartografiche, materiali, letterarie) ha significato impegnare gli insegnanti in attività di tipo interdisciplinare, scontrandosi e ricercando soluzioni sperimentali nuove in una scuola organizzata per comparti disciplinari separati da loro.
Per gli insegnanti piu motivati ha significato fare i conti anche con l' inaccessibile mondo degli archivi, delle biblioteche, dei centri di ricerca, che solo in rari casi si preoccupano degli aspetti e delle potenzialità didattiche del loro lavoro predisponendo documenti leggibili, percorsi utili, unità tematiche ad uso dei ragazzi in età di obbligo scolastico.


Riduzione da D. Canciani, La ricerca storico-ambientale nella formazione di base. Indagine sulle produzioni scolastiche, in La città invisibile. Storie di Mestre. Atti del convegno del 25-27 marzo 1988, Arsenale Editrice, Venezia 1990.

 

 

RINNOVAMENTO DI CONTENUTI E METODI:

La ricerca d'ambiente
Il metodo naturale
Alternative al libro di testo

Foto 1. "... la nuova sensibilità economica diffusa..." Operazione "Lido pulito"

 

su

 

 

 

 

 

su

 

 

 

 

 

su

 

 

 

 

 

su

 

 

 

 

 

su

 

 

 

 

 

su

 

 

 

 

 

su

 

 

 

 

 

su

 

 

 

 

 

su

 

 

 

 

 

su

 

 

 

 

 

su

 

 

 

 

su

 

 

 

 

 

su

 

 

 

<<  Indietro

Esci e chiudi l'ipertesto Alla pagina precedente