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Periodo Liberale
ISTRUZIONE POPOLARE: SCUOLE SERALI E FESTIVE

 
   
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Tra i banchi e l'officina
Scuole popolari per debellare l'analfabetismo


Verso la metà del '800 un movimento di pensatori progressisti dà vita a Venezia e a Mestre a scuole gratuite per l'educazione del popolo nelle quali studenti e professori tengono lezioni serali ad operai ed artigiani, secondo il principio del mutuo insegnamento. Per le donne si tengono conferenze domenicali.

Lezioni gratuite, patrocinate dall'"Associazione generale dei docenti", si tengono a Venezia presso l'Ateneo Veneto, il Liceo S. Caterina, ma soprattutto a S. Giovanni in Laterano e S. Pietro e S. Martino di Castello, nelle aree più popolari della città, dove si vedono "carpentieri, calafati, velai, falegnami, stipettai, macchinisti, fabbriferrai, ottonai, cardatori, cordai, calzolai, fonditori, ecc. registrati negli elenchi degli allievi." (v. foto n. 1).
Con la riforma dell'istruzione del 1867 tali scuole diventano municipali e si istituiscono i corsi serali maschili e festivi femminili per adulti analfabeti: due scuole serali superiori, una presso la scuola tecnica di S. Stin e una a S. Felice; sei scuole serali inferiori le scuole elementari maschili (S. Stin, S. Felice, S. Francesco, s. Geremia, Angelo Raffaele, S. Eufemia); cinque scuole festive inferiori presso le elementari femminili (S. Cassiano, SS. Apostoli, S. Pietro, S. Geremia, S. Eufemia).
Corsi serali e festivi si tengono anche a Mestre, Murano e Pellestrina.

Il programma del corso serale inferiore prevede l'insegnamento della lingua italiana e dell'aritmetica in prima classe, a cui si aggiunge nomenclatura di cose geografiche, naturali e industriali, doveri morali e civili con esempi presi dalla storia, in seconda.
La frequenza è scarsa, i 9/10 di coloro che si iscrivono al corso elementare lo abbandonano "chi per avviarsi al lavoro delle botteghe e delle officine, chi per dare qualche piccolo aiuto ai parenti nella famiglia".

 

Proseguono le "letture in comune", molto amate dagli operai che vi accorrono "laceri, affranti ancora dal lavoro, e taluno cogli arnesi del mestiere; bambini, giovani, vecchi, tutti attesero alla lettura con attenzione instancabile."
La lettura dei "Promessi sposi", ad esempio, offre lo spunto per affrontare diversi argomenti: i bravi e Don Rodrigo per parlare di diritti politici; gli untori per parlare del colera, Renzo e Lucia per trattare del matrimonio civile, e così via. Nell'imminenza delle elezioni amministrative si spiega, in dialetto, lo Statuto e la legge elettorale.
Conferenze gratuite per l'istruzione delle donne si tengono i questi anni per iniziativa di signore e scrittrici.

Dopo la promulgazione della legge sull'obbligo scolastico (15 luglio 1877) diminuisce progressivamente il numero di adulti analfabeti.
Inoltre l'articolo 7 della legge, e il successivo regolamento del 1880, prevedono che gli alunni, compiuto il corso elementare inferiore, debbano frequentare per un anno i corsi serali e festivi di complemento nei comuni in cui questi siano istituite.
Si ritiene infatti che la frequenza delle scuole elementari diurne non sia sufficiente all'educazione popolare e sia necessario studio ulteriore affiancandolo al lavoro.
La donna deve essere istruita non meno dell'uomo, se si vuole che "sia costumata, che sappia governare la casa, che educhi saggiamente i figli, che senta vivamente la propria dignità", qualità che non è in grado di apprendere dalla famiglia - come dice l'estensore della relazione per l'anno 1874-75.
Pertanto Il Municipio riforma le scuole popolari affinché siano adatte ad accogliere, non soltanto adulti analfabeti, ma quegli alunni che, compiuto il corso inferiore obbligatorio, non sono in grado di proseguire gli studi per necessità di lavoro o altri motivi.

Il Nuovo regolamento per le scuole serali e festive complementari, compilato dall'assessore Eugenio Calucci e approvato dal Consiglio comunale nel maggio 1891, prevede un corso di due anni: il primo obbligatorio - come detta la legge e il regolamento citati - il secondo facoltativo; inoltre viene aperto un corso serale e festivo preparatorio alla prima classe complementare per coloro che, avendo oltrepassato il limite di età per l'ammissione alla scuole diurne, manchino della preparazione sufficiente ad essere iscritti al corso complementare.

Dopo questa riforma si hanno in Venezia scuole serali e festive miste, comprendenti cioè due corsi distinti: un corso preparatorio con tre classi (corrispondenti al corso elementare diurno) e il corso complementare con due classi, corrispondenti al corso superiore.

Dalle relazioni annuali emergono le gravi difficoltà presentate dai corsi serali preparatori, la cui frequenza si riduce, nel corso dell'anno scolastico, ad oltre la metà degli iscritti, si registrano parecchie assenze, soprattutto in periodi dell'anno corrispondenti al carnevale e ai mesi primaverili; per questo motivo il calendario viene limitato da ottobre e marzo per i corsi serali, da ottobre ad agosto per i festivi perché molte delle donne che li frequentano seguono i padroni in campagna. Vanno alle scuole festive infatti "quelle poverette che appartengono per lo più alla classe delle operaie e delle serve, ammaestrate a proprie spese dei mali dell'ignoranza." Alle ragazze si insegna, oltre a leggere, scrivere e fare di conto, l'igiene domestica e industriale, il disegno.

Il giudizio del direttore generale didattico delle scuole urbane - Lorenzo Bettini - sull'utilità dei corsi preparatori è negativo: gli alunni si iscrivono attratti dal premio senz'altra motivazione. Le classi inoltre sono molto eterogenee, per età, indole, capacità e raccolgono alunni che non sono riusciti a completare le scuole diurne. Si verificano anche dei fatti, i cui autori sono alcuni alunni tra i 16 e i 20 anni, talmente gravi da richiedere l'intervento della Questura e spingere il Comune a pretendere il "certificato di moralità" tra i documenti necessari all'iscrizione.
Il parere di Bettini è di sopprimere il corso preparatorio "eliminando così la scoria delle scuole serali", e dedicare maggiori cure al complementare, facendone una scuola pratica di perfezionamento.

Dopo l'interruzione dovuta alla I Guerra Mondiale, i corsi popolari serali e festivi riaprono nel 1918/19.

[Le informazioni sono tratte dalle Relazioni comunali degli anni 1903, 1905, 1907, 1922]

 

Vedi anche

SCUOLA SERALE SUPERIORE MASCHILE PER GLI ARTIERI - SCUOLA FESTIVA DI DISEGNO E MECCANICA

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Foto 1. Operaie al lavoro nella fabbrica Paolini e Villani a Mestre, primo '900

 

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