|  | A partire dal 1867 la pubblica amministrazione si fece carico 
                  dell'istruzione 
                  popolare degli adulti istituendo i corsi superiori serali 
                  e festivi per gli artieri presso la Scuola tecnica di S. 
                  Stin e di S. Felice.
 I corsi superiori serali volevano completare l'educazione tecnica 
                  di quei giovani che per necessità economiche avevano 
                  dovuto inserirsi precocemente nel mondo del lavoro, interrompendo 
                  gli studi dopo la scuola elementare, nonostante le buone attitudini 
                  dimostrate ed elevare il livello culturale e professionale delle 
                  piccole imprese artigianali e industriali della città.
 
 Vi accedevano con un esame di ammissione gli operai tra i 15 
                  e i 25 anni già in possesso della licenza di quarta elementare; 
                  frequentavano per due anni, da ottobre a luglio, per cinque 
                  giorni alla settimana lezioni di Lingua Italiana, Storia, Aritmetica 
                  e Geometria, Disegno.
 Nella sede di S.Stin la Scuola superiore serale funzionava dalle18,30 
                  alle 20,30 con un orario settimanale di 6 ore di Disegno, 2 
                  di storia e geografia, 2 di aritmetica geometria e scienze.
 I docenti di questa scuola comunale erano nominati dalla municipalità 
                  fra i docenti della Reale scuola Tecnica, che arrotondavano 
                  così lo stipendio mensile, ed il Direttore ne organizzava 
                  l'attività. Il municipio nominava a sovrintendere le 
                  scuole comunali dei Patroni, fra le personalità nobili 
                  o di cultura della città, come Guglielmo Berchet a S. 
                  Stin negli anni Ottanta, che ne dovevano garantire il buon andamento 
                  visitando periodicamente la scuola e presenziandone gli esami.
 Gli alunni, circa una trentina di frequentanti al primo corso 
                    e una ventina al secondo nel 1883-84 a S.Stin erano falegnami, 
                    fabbri, intagliatori carpentieri e rimessai che venivano tutelati 
                    dalla scuola del tutto gratuita, venivano infatti forniti 
                    anche libri e quaderni, e aiutati a mantenere il diritto serale 
                    alla frequenza quando i datori di lavoro li osteggiavano (v. 
                    foto n. 1). Il Corso festivo di Disegno e meccanica, era annuale 
                    e differenziato in due classi, per principianti in cui gli 
                    alunni eseguivano " Elementari e semplici disegni a contorno 
                    geometrico" e per alunni già in possesso degli 
                    strumenti di base in cui l' insegnamento veniva "differenziato 
                    a seconda delle arti da cui provengono" con la copiatura 
                    da modelli, degli oggetti e delle forme utili alla realizzazione 
                    della loro arte.L'orario della Scuola festiva di S. Stin era dalle 9 alle 
                    12, tutte le domeniche, e comprendeva un'ora di Meccanica 
                    e due di Disegno. Dai documenti della scuola sappiamo che 
                    il Municipio lasciò libertà ai professori di 
                    adattare i programmi di lavoro alle classi che si formavano 
                    annualmente e che il corso di meccanica prevedeva la realizzazione 
                    di modellini in legno di macchine e di altre costruzioni in 
                    legno i cui progetti venivano dedotti dal testo del Mazzocchi, 
                    Trattato sulle costruzioni in legno, in adozione alle 
                    Scuole e delle quali viene presentato in mostra un esempio 
                    dell'A.S. 1870-71 (vedi foto n. 2).
 
 Alla scuola di disegno gli alunni si iscrivevano spesso per 
                    più di un anno consecutivo per poter perfezionare la 
                    loro tecnica e acquistare un diploma molto spendibile nel 
                    mondo del lavoro di fine Ottocento.
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 Foto 1. Comunicazione alla Giunta Municipale dei nomi degli 
                    artieri da premiare 
 Foto 2. Modellino di chiuse in legno |