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                   [torna alle Scritture 
                    bambine] Saggi finali di lingua degli alunni della classe IV della 
                    Scuola elementare maschile di S. Raffaele, luglio 1891
 
 Tema.Nel ritorno da una festa campestre, della quale farete la 
                    descrizione, foste colpiti, a tarda sera, dalla vista di un 
                    fanciullo limosinante. Narrate i sentimenti dai quali fu commosso 
                    l'animo vostro a tale impressione.
 Alunno Astori UmbertoCaro amico,
 sappi che ieri ricorrendo l'onomastico della nonna, io andai 
                    con la famiglia in un paesello vicino. Non essendo mai stato 
                    in quel luogo, rimasi sbalordito alla vista di quei ubertosi 
                    campi seminati di frumento e di granoturco. Finito mil giorno 
                    allegramente, alla sera si recammo in una piazza, ove facevano 
                    vedere molti giuochi, cioè: la corsa dei cavalli, i 
                    giuochi di prestiglio (sic) i saltimbanchi ed altri che non 
                    nomino. Indi finimmo allegramente la sera e lentamente si 
                    recammo alla volta della città per giungere a casa. 
                    Giunti che fummo colà, scorgemmo poco lungi un fanciullo 
                    che chiedeva l'elemosina. Io mi avvicinai a lui e mi mossi 
                    a compassione nel vedere quel fanciullo così pallido 
                    e sfinito dalla fame. Indi col permesso del padre gli regalai 
                    tutti i denari che avevo in saccoccia. Alla dimane raccontai 
                    ai compagni il fatto successo. Ti saluto, ricevi un bacio 
                    e mi dichiaro il tuo aff.amico
 Comporre 9 Grammatica 8 Scrittura 9 Civran Attilio
 Ieri riccorrendo il mio onomastico 
                    mio padre mi condusse io le mie sorelline a mestre a veder 
                    la banda cittadina. Non ti puoi immaginarti quanto mi sono 
                    divertito. Nel ritorno vidi un povero fanciullo seduto sui 
                    gradini di una chiesa ed io fatomi vicino gli domando che 
                    cosa avesse, ed egli mi rispose son un povero disgraziato 
                    ed affamato. A quella vista corse subito dai miei genitori 
                    e mi feci dare 5 quatrini per soccorrere quel povero. Appena 
                    ando a casa glielo raconto ai miei amici. Tuo aff. Amico Attilio
 Comporre 3 Grammatica 3 Scrittura 3 Penso UmbertoCaro cugino,
 sappi che domenica ventura mi recai in compagnia del babbo 
                    e della mamma a Padova perché era San Antonio. Mi partiti 
                    di casa alle ore 5 antemeridiane, e rivai a Padova alle ore 
                    10 antimeridiane. Il cielo era sereno ed una legera auretta 
                    scherzava fra lerbe ed i fiori. Gli uccelletti col loro gorgheggio 
                    rallegravano la natura. Giunti a Padova ci recavammo per prima 
                    in chiesa alla funzione di San Antonio. Finita la funzione 
                    andammo a vedere la feria. Vi erano i casotti tutti pieni 
                    di palocchi (sic), di bambole, di cavallini, e di frittole. 
                    Alle 3 pomeridiane andammo a vedere i fuochi artificiali. 
                    Alle ore 5 pomeridiane tornammo a casa. Venuti fuori del paesello 
                    vidi un fanciullo seduto presso una siepe, pallido e lacero; 
                    andai vicino e gli disse, che ai. Ed egli mi rispose: muoio 
                    dalla fame. A quelle parole mi mossi a compassione e diedi 
                    tutti i denari che tenevo in tasca. Giunti a casa raccontai 
                    tutto quello che o veduto ai miei fratellini. Chiudo la mia 
                    letterina salutandoti affetuosamente e mi dichiaro il tuo 
                    aff.mo cugino Umberto. Fine
 Concetto punti 5 Grammatica 5 Scrittura 6 Nalesso Luigi
 Carissimo amico
 Ieri essendo stato il compleano di mia sorella mio padre volle 
                    fare una festicciola al Lido nel campestre. Siamo andati a 
                    passeggiando nella spiagia siamo andati su di quei poggi si 
                    sentiva lo zeffiro dei fiori l'aria più fresca era 
                    tutto contornato di alborini frutiferi. Poi siamo andati in 
                    carrozza e ci siamo divertiti in compagnia della mia famiglia. 
                    Verso sera siamo andati al bagno con tutti di famiglia, poi 
                    siamo andati a pranzo. Passando per una via vidi un bambino 
                    che chiedeva l'elemosina si affacciò di me a chiedermi 
                    un tozzo di pane. Al vedere quel misero bambino lacero, povero, 
                    affamato io subito mi senti i rimorsi della coscienza gli 
                    diede tutti i denari che avveva in tasca quel fanciullo disse: 
                    Dio te ne renda merito o mio buon fanciullo ed io continuai 
                    la mia strada più contento di prima perché aveva 
                    fatto una buona azioni. Poi con la corsa delle otto siamo 
                    venuti a Venezia. Qui ci siamo recati all'opera e per dirti 
                    la verità non provai ugual divertimento. Sortiti dal 
                    teatro siamo andati a fare una piccola cena e per chiudere 
                    il divertimento abbiamo preso un gelato al caffè dell'Angelo 
                    in via 2 Aprile. Ti saluto.
 Comporre 4 Grammatica 5 Calligrafia 5 Toppo Ferruccio
 Caro amico,Ieri sono andato in campagna 
                    coi miei genitori ove era una festa campestre là era 
                    una folla di gente che appena si poteva camminare la vi era 
                    bandiere, palloni musiche e un circolo di uomini che ballavano 
                    infatti il melio che si poteva fare in una festa si vedeva 
                    carrozze bene tapezzate con focosi cavalli. Tornati in dietro, 
                    trovai un fanciullo straiato in una siepe lamentandosi, mio 
                    padre lo compagnò in una locanda e lo ristorò 
                    bene li diedi denaro andai a casa contento. Io mi dispiace 
                    assai di non averti avuto in tua compagnia e se venivi ti 
                    divertivi molto. Spero, che già feste ne verrà 
                    fatte ancora e spero che non mancherai. Ricevi un baccio dal 
                    tuo aff.mo Ferruccio
 Comporre 4 Grammatica 3 Scritture 3 Mattion Tullio
 Descrizione
 Lo scorso autunno i miei genitori pensarono di fare una gita 
                    in campagna. Giunti alla stazione della strada ferrata salivamo 
                    in un vapore; frattanto la campanella annunziò la partenza, 
                    ed ecco tutti i viaggiatori prendere posto nelle carrozze. 
                    Vennero chiusi gli sportelli, si udì il fischio, e 
                    la macchina cominciò a muoversi adagio e poi sempre 
                    più celere traendosi dietro tutti i carrozzoni.
 Io stetti sempre allo sportello, e mi godeva a mirare quelle 
                    magnifiche vedute, che pareva fuggissero da me. Il moto della 
                    macchina si fa meno accelerato ed eccoci giunti alla stazione 
                    di quel paese. Scesi, fummo sorpresi di trovare i nostri parenti 
                    alla stazione che ansiosi ci attendevano. Li salutammo a si 
                    accompagnammo con loro alla casa loro, ove ci fu presentata 
                    la colazione. Poi in compagnia dei miei cugini giocai e mi 
                    divertii molto. Al mezzogiorno si ponemmo a mensa. Alla sera, 
                    siccome vi era una festicciuola in quel paese, ci recammo 
                    anche noi. Si vedevano alcuni casotti dove si vendevano frittelle; 
                    si udivano diversi suoni, che rallegravano l'udito di tutto 
                    il popolo presente. Furono eseguiti anche alcuni fuochi artificiali, 
                    che mi riempirono l'animo di una gioia del tutto nuova. Verso 
                    mezzanotte ci incamminammo verso casa quando sullo svolgere 
                    di una via vedemmo un povero fanciullo tutto lacero scalzo, 
                    ed esposto alle intemperie, vicino ad una siepe che chiedeva 
                    l'elemosina. A quella vista mosso a compassione gli diedi 
                    tutti i denari che aveva in saccoccia, pensando che mentre 
                    tanti sono ai divertimenti e spendono il denaro inutilmente, 
                    molti poverelli languono nella miseria. I miei genitori lo 
                    condussero in una casupola e pregarono quei contadini di darli 
                    ricovero. Quindi andammo a casa, contenti per aver compiuta 
                    una buona azione.
 Comporre 10 Grammatica 10 Scrittura 10 Reggio SerenoCaro Luigi
 Devo narrarti un fatto accadutomi domenica a sera. Sicome 
                    ricoreva l'onomastico della madre, il babbo volle condurmi 
                    a Mestre ove vi era le corse dei vellocipiti (sic). Immaginati 
                    quanto popolo accorse a quello spettacolo. Si vedevano carrozze 
                    tutte addobate a festa, osterie ricche di balloni e tutta 
                    la strada inluminata. Tutto ad un tratto vedemmo scendere 
                    in aria alcuni fuochi. Finita la corsa si partimmo per andare 
                    a casa, quando nell'atraversare una sciepe, vidi seduto sull'erba 
                    un fanciullo palido e mesto. Io mi accostai e gli chiesi il 
                    motivo perché si trovasse in quel luogo. Egli mi rispose: 
                    Caro fanciuletto; io sono un povero orfano di padre, e la 
                    mia madre non ha neppure un tozzo di pane per isfamarci, e 
                    perciò e da molti giorni che non abbiamo cibo. Vi prego 
                    per carità datemi un qualche ristoro, acciocché 
                    abbia a riavere le mie forze. Io corsi dal padre , e racontato 
                    il fatto, mi diede alcune monete, il quale comperai un pane, 
                    e lo diedi al meschinello. I ringraziamenti avuti furono per 
                    me il più grande piacere come mi avesse fermato alla 
                    festa. Lascia dunque ogni divertimento e quei denari invece 
                    di comperarti i balocchi; soccori il bisognoso. Sono certo 
                    che imiterai il tuo compagno, e con tale certezza mi dichiaro 
                    il tuo aff. Amico.
 Comporre 6 Grammatica 6 Scrittura 7 Saggi finali di lingua Classe V
 Tema di lettera. Nel separarvi da un amico, dopo il corso elementare, scrivetegli 
                    con affetto e, ritornando col pensiero ai cinque anni passati 
                    narrate le occasioni nelle quali provaste il dolore più 
                    intenso e la gioia più viva.
 Girtler GiovanniCaro amico,
 Abbiamo ottenuto ambidue la licenza elementare, e, tu mi ha 
                    detto che eserciterai un mestiere, mentre il mio babbo desidera 
                    che continui le scuole, e col cuore straziato dobbiamo separarci, 
                    ma non saremo nemici per questo perché noi continueremo 
                    ad essere amici e non sarà mai che tra noi si verifichi 
                    il proverbio: Lontano dagli occhi lontano dal cuore. Durante 
                    i cinque anni nei quali siamo stati alla scuola, ho provato 
                    molti piaceri e molti dolori, fra ai quali ricordo quello, 
                    quando vidi castigare il povero Eugenio per una leggera sbadataggine 
                    commessa involontariamente, quando dopo forte e crudele malattia, 
                    morì mia sorella, che tanto amavo, provai vivo dolore 
                    quando tu ammalasti ed il medico diceva che eri perduto, ma 
                    dopo qualche settimana risanasti, quando il maestro ti castigò 
                    per qualche mancanza involontaria e quando non fui promosso 
                    in classe quanrta.
 In mezzo a questi dolori che non li posso descrivere, provai 
                    però anche dei piaceri, cioè il ritorno di mio 
                    fratello sano e salvo dall'Africa, quando udii dal medico 
                    che tu fosti risanato, quando mi maestro mi disse che mi aveva 
                    perdonato una grave mancanza, quando mia madre, malata da 
                    tanto tempo, risanò. Provai estrema gioia quando meritasti 
                    la medaglia in premio della tua diligenza. Scrivimi subito 
                    perché attendo con ansietà la tua lettera; e 
                    giovedì verrò a trovarti. Avrai piacere, è 
                    vero? Ho ricevuto lettera dal babbo che ieri sera è 
                    andato a Verona per interessi commerciali, colla m'informa 
                    del suo stato di salute e m'incarica di saluti a te e a tuo 
                    padre. Intanto ti saluto affettuosamente. Il tuo aff.mo amico 
                    Giovanni.
 Lingua italiana 9 Grammatica 7 Scrittura 7 Puia Giovanni
 Carissimo amico,
 sono cinque anni che siamo in compagnia. Adesso che abbiamo 
                    finito il corso elementare, dobbiamo separarci. Oh! Che bei 
                    giorni ò goduto in questi anni, ma anche molti dispiaceri. 
                    Mi rammento a tre anni sono, che nella classe seconda ò 
                    perso mio padre da polmonite, mio fratello è andato 
                    soldato, io sono caduto e mi slogai una gamba; perdetti pel 
                    mio poco studiare lo spasso della campagna, il maestro mandò 
                    a casa mia un biglietto di castigo, perché ò 
                    eseguito male i saggi e mia madre poverina che gli doleva 
                    la testa si ammalò di più, nel veder che trascuravo 
                    ogni dovere. Quindi io mi misi a studiare, e quando seppi 
                    che la mamma era risanata, provai una gioia vivissima. Sai, 
                    quando quel bambino di nove anni prese il premio, ebbene in 
                    quel dì io era gioivo. Quando era nella classe quarta, 
                    una mattina s'avvicinò a me un povero chiedendomi elemosina. 
                    Io che non aveva altro che pane scusso, glielo donai e mi 
                    avviai alla suola. Quel povero prima di partire mi disse: 
                    Iddio ti benedica e conserva per molti anni te e tua madre. 
                    Quelle parole m'intenerirono il cuore. Non puoi immaginarti 
                    caro amico, la gioia che provai in quel dì. Se mia 
                    madre vuole che continua le scuole, spero di rivederti. Intanto 
                    ti saluto, saluta tutti di famiglia e arrivederci. Sono il 
                    tuo aff.mo amico Giovanni.
 (trascrizione a cura di mts) [(Archivio storico comunale di Venezia, Gabinetto del sindaco, 
                    personale insegnante, b.1)]
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