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Giardini d'infanzia
Tra la fine dell'800 e i primi del '900 una delle esperienze
più interessanti e nuove sul piano pedagogico sono
i "giardini d'infanzia froebeliani".
Questi giardini erano stati pensati e organizzati in Germania
da Froebel, un pedagogista tedesco allievo di Pestalozzi e
influenzato da Rousseau. Egli riconobbe l'importanza dei primi
anni di vita per la formazione della persona e propose un
modello di scuola dell'infanzia basato sulla libera creatività,
sul gioco, sull'imparare facendo, sull'osservazione della
natura. In questa organizzazione un ruolo centrale veniva
dato al lavoro in giardino.
Un'altra caratteristica dei giardini froebeliani erano i doni,
una serie di scatole che venivano consegnate ai bambini, dentro
le quali essi trovavano oggetti come palle, cubi, tavolette
con i quali fare giochi e attività di osservazione
della natura e delle sue regole.
Questa organizzazione della scuola dell'infanzia verrà
ostacolata e malvista: nel 1851 il governo prussiano
giunse a chiudere i giardini ritenendo che fornissero un'educazione
atea e socialista.
Le proposte di Froebel vengono riprese in Italia nella seconda
metà dell'800 dal pedagogista Adolfo
Pick che lavora a Venezia e con lui entrano in contatto
alcune donne ebree dell'alta borghesia come Adele della Vida
Levi ed Elena
Raffalovich Comparetti interessate alla problematica educativa.
Nascono così nella città lagunare tre giardini
froebeliani: l'asilo di Santi Apostoli fondato da Adele
della Vida nel 1869, il Vittorino Da Feltre avviato nel 1871
dallo stesso Pick vicino alla pescheria di Rialto e il giardino
Comparetti aperto da Elena Raffalovich Comparetti nel 1874
presso il palazzo Vivante a Cannaregio. Contemporaneamente
viene aperto nella Scuola Normale di Venezia un corso per
maestre giardiniere, dove è chiamato ad insegnare Pick.
Il metodo del giardino froebeliano viene sperimentato in
quel periodo anche da altri asili, come il San Marziale ed
è apprezzato e incoraggiato dallo stesso Aristide
Gabelli, ma trova anche resistenze e opposizioni; gli
ambienti cattolici criticano in particolare il giardino Comparetti
per la laicità e l'apertura a tutte le classi sociali.
Il valore attribuito al gioco sembra a questi oppositori poco
adatto a quanti devono invece essere preparati alla disciplina
del lavoro.
Ma nonostante gli attacchi il giardino Comparetti prosegue
la sua attività ed è aperto anche ai giorni
nostri.
[Fonti:
M. Giovanna Lazzarin, Maria Teresa Sega, Diventare donne,
diventare uomini, percorsi scolastici e lavorativi a Venezia
e nel territorio tra 800 e 900, Itinerari Educativi 1995
Nadia Maria Filippini, "Come tenere pianticelle":
L'educazione della prima infanzia : asili di carità,
giardinetti, asili per lattanti, in Nadia Maria Filippini.
Patrizia Plebani (a cura di), La scoperta dell'infanzia.
Cura, educazione, rappresentazione 1750-1930, Marsilio
1999]
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Foto 1. Asilo di San Marziale. Lezioni di nomenclatura navale.

Foto 2 . Asilo di San Marziale. Maestra e alunni con 'doni'
froebeliani.

Foto 3. Lavori dei bambini esposti alla Mostra "Dietro
la lavagna". 1898.

Foto 4. Lavori dei bambini esposti
alla Mostra "Dietro la lavagna". 1898.

Foto 5. Giardino d'infanzia Raffalovich Comparetti con maestre
e tirocinanti.

Foto 6. Giardino d'infanzia. 1937.

Foto 7. Maestre e bambini del Giardino di infanzia. 1931.
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