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[Ist. Profess. Statale per il Commercio L. Luzzatti - 1965] / pag. 3/6
Relazione del Preside Emanuele D'Alessi

alla scheda sul Luzzatti - [gl]

[...]

E' da ritenere che il mancato accoglimento delle proposte successive sia dovuto ad interventi verbali aventi la medesima origine.

Si tratta ora di stabilire per quali ragioni l'Amministrazione comunale sia sempre stata così ostile alla trasformazione in argomento.
Gli elementi in mio possesso mi permettono di affermare che l'Amministrazione comunale di Venezia e il partito di maggioranza relativa dal quale l'Amministrazione deriva hanno un interesse preminente nel mantenere il monopolio dei corsi d'istruzione commerciale ed in particolare il corso per "segretari d'azienda", all'istituto privato "Leonardo da Vinci". Tali elementi sono:
1. L'Istituto L. da Vinci è l'unico istituto privato non confessionale che fruisca di finanziamenti indiretti del Comune di Venezia, sia pure sotto forma di canone di affitto di quattro aule concesse in uso dal 1961 nelle sole ore antimeridiane alla la Scuola d'Avviamento "Bandiera e Moro" e "Enrico Fermi". A parte l'indelicatezza dell'ospitalità concessa per procurare clientela all'istituto privato, sarebbe interessante conoscere l'entità del canone corrisposto dal Comune.
2. Nel settembre del 1960 la Signora che funge da gestore di paglia dell'Istituto "Da Vinci" si è presentata in presidenza della Scuola "Bandiera e Moro" per riferirmi che arrivava direttamente da Venezia e mi comunicava che l'assessore De Biasi aveva messo a disposizione della "Bandiera e Moro" le 4 aule dell'istituto "Da Vinci" per un turno di lezioni antimeridiane di 4 classi. Aggiunse che l'assessore si era preoccupato di far si che la Scuola "Bandiera e Moro" potesse usufruire delle macchine da scrivere dell'istituto "Da Vinci". Data l'indelicatezza della situazione che sarebbe venuta a crearsi e data la forma della comunicazione, non ho potuto trattenermi dal rifiutare le aule e pregare la Signora di riferire all'assessore De Biasi, a mio nome, di preoccuparsi di risolvere la vergognosa situazione dell'edilizia scolastica di Mestre e che alle attrezzature tecniche avrebbe provveduto il Ministero della Pubblica Istruzione.
3. Il reciso rifiuto dell'assessore De Biasi nel luglio 1962 di aderire alla richiesta di autorizzazione al funzionamento di fatto delle prime classi della Scuola tecnica "Bandiera e Moro" con l'ordinamento dell'istituto professionale, rifiuto apposto nel corso di una riunione presso il Provveditore agli Studi, alla quale hanno partecipato l'assessore comunale De Biasi, l'assessore provinciale, preside Perulli, e nella fase conclusiva, anche lo scrivente.
4. Mi è poi noto che l'assessore De Biasi, interpellato recentemente se si sarebbe opposto alla creazione in Venezia centro di un istituto professionale per il commercio, ha risposto che nessuna opposizione sarebbe venuta dall'Amministrazione comunale a condizione che non venisse istituita la sezione per segretari d'azienda.
Un'osservazione sull'istituto "Leonardo Da Vinci". Oltre ad organizzare corsi estivi di preparazione agli esami di riparazione di alunni delle scuole pubbliche, tiene corsi della durata nominale di 8 mesi con 3 ore giornaliere di lezione pomeridiane, alla fine dei quali rilascia diplomi di "segretario d'azienda". Se si pensa che il nuovo ordinamento degli istituti professionali di stato per il commercio prevede, dopo tre anni scolastici, il rilascio del diploma di qualifica di "addetto alla segreteria d'azienda" e che per il rilascio del diploma di "segretario d'azienda" è in corso l'istituzione di istituto tecnici ad ordinamento speciale della durata quinquennale, non si può non considerare l'attività dell'istituto "Da Vinci" se non un inganno ed una frode.

[segue]