alla scheda sul Luzzatti
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E' da ritenere che il mancato accoglimento delle proposte
successive sia dovuto ad interventi verbali aventi la medesima
origine.
Si tratta ora di stabilire per quali ragioni l'Amministrazione
comunale sia sempre stata così ostile alla trasformazione
in argomento.
Gli elementi in mio possesso mi permettono di affermare che
l'Amministrazione comunale di Venezia e il partito di maggioranza
relativa dal quale l'Amministrazione deriva hanno un interesse
preminente nel mantenere il monopolio dei corsi d'istruzione
commerciale ed in particolare il corso per "segretari
d'azienda", all'istituto privato "Leonardo da Vinci".
Tali elementi sono:
1. L'Istituto L. da Vinci è l'unico istituto
privato non confessionale che fruisca di finanziamenti indiretti
del Comune di Venezia, sia pure sotto forma di canone di affitto
di quattro aule concesse in uso dal 1961 nelle sole ore antimeridiane
alla la Scuola d'Avviamento "Bandiera e Moro" e
"Enrico Fermi". A parte l'indelicatezza dell'ospitalità
concessa per procurare clientela all'istituto privato, sarebbe
interessante conoscere l'entità del canone corrisposto
dal Comune.
2. Nel settembre del 1960 la Signora che funge da gestore
di paglia dell'Istituto "Da Vinci" si è presentata
in presidenza della Scuola "Bandiera e Moro" per
riferirmi che arrivava direttamente da Venezia e mi comunicava
che l'assessore De Biasi aveva messo a disposizione della
"Bandiera e Moro" le 4 aule dell'istituto "Da
Vinci" per un turno di lezioni antimeridiane di 4 classi.
Aggiunse che l'assessore si era preoccupato di far si che
la Scuola "Bandiera e Moro" potesse usufruire delle
macchine da scrivere dell'istituto "Da Vinci". Data
l'indelicatezza della situazione che sarebbe venuta a crearsi
e data la forma della comunicazione, non ho potuto trattenermi
dal rifiutare le aule e pregare la Signora di riferire all'assessore
De Biasi, a mio nome, di preoccuparsi di risolvere la vergognosa
situazione dell'edilizia scolastica di Mestre e che alle attrezzature
tecniche avrebbe provveduto il Ministero della Pubblica Istruzione.
3. Il reciso rifiuto dell'assessore De Biasi nel luglio
1962 di aderire alla richiesta di autorizzazione al funzionamento
di fatto delle prime classi della Scuola tecnica "Bandiera
e Moro" con l'ordinamento dell'istituto professionale,
rifiuto apposto nel corso di una riunione presso il Provveditore
agli Studi, alla quale hanno partecipato l'assessore comunale
De Biasi, l'assessore provinciale, preside Perulli, e nella
fase conclusiva, anche lo scrivente.
4. Mi è poi noto che l'assessore De Biasi, interpellato
recentemente se si sarebbe opposto alla creazione in Venezia
centro di un istituto professionale per il commercio, ha risposto
che nessuna opposizione sarebbe venuta dall'Amministrazione
comunale a condizione che non venisse istituita la sezione
per segretari d'azienda.
Un'osservazione sull'istituto "Leonardo Da Vinci".
Oltre ad organizzare corsi estivi di preparazione agli esami
di riparazione di alunni delle scuole pubbliche, tiene corsi
della durata nominale di 8 mesi con 3 ore giornaliere di lezione
pomeridiane, alla fine dei quali rilascia diplomi di "segretario
d'azienda". Se si pensa che il nuovo ordinamento degli
istituti professionali di stato per il commercio prevede,
dopo tre anni scolastici, il rilascio del diploma di qualifica
di "addetto alla segreteria d'azienda" e che per
il rilascio del diploma di "segretario d'azienda"
è in corso l'istituzione di istituto tecnici ad ordinamento
speciale della durata quinquennale, non si può non
considerare l'attività dell'istituto "Da Vinci"
se non un inganno ed una frode.
[segue]
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