alla scheda sul Luzzatti
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Fin dal 1959 o 60 mi era stato richiesto il parere sull'opportunità
di trasformare la Scuola tecnica "Bandiera e Moro"
in istituto professionale per il commercio. Nella relazione
inoltrata al Provveditorato agli Studi esposi che la trasformazione
stessa corrispondeva ad una esigenza dell'economia di Mestre
e della terraferma e che tale esigenza si sarebbe tanto più
fatta sentire negli anni successivi a cagione dello sviluppo
industriale e commerciale che la terraferma andava assumendo.
Concludevo tuttavia facendo presente la situazione della Scuola
che aveva aggregata una scuola d'avviamento di 60 classi con
oltre 2000 alunni, molte delle quali erano disperse in 3-4
succursali, qualcuna delle quali era lontana dalla sede 4
Km. Essendo in progetto la separazione delle scuole di avviamento
aggregate ad altri istituti o scuole suggerivo di rimandare
la trasformazione della tecnica al momento in cui sarebbe
stata attuata la separazione.
Nella formulazione del parere sono stato guidato esclusivamente
dal desiderio che il nuovo istituto nascesse nelle migliori
condizioni e risultasse efficiente fin dal primo anno di vita.
Non si dimentichi che l'interesse personale mio e degli insegnanti
di ruolo avrebbe suggerito di accettarlo a qualunque condizione.
E' stato con somma tristezza che nel corso della riunione
al Provveditorato agli Studi del 7 corr. Mi sono sentito dire
che "è mia la colpa se la Bandiera e Moro non
è stata trasformata": vuol dire che nell'Italia
1965 agire con senso di responsabilità costituisce
delitto colposo. Negli anni successivi al 1961 è stata
costantemente inoltrata dal Provveditorato agli Studi la proposta
di trasformazione della Scuola Bandiera e Moro, con il parere
favorevole del Consorzio dell'Istruzione Tecnica. Non so per
quali arcani fattori o interventi il Ministero non abbia mai
preso in considerazione le successive proposte. Nel 1962,
dopo un viaggio a Roma per assumere informazioni sulla possibilità
di trasformazione, dietro suggerimento dello stesso funzionario
del Ministero col quale conferii, inoltrai al Provveditore
agli Studi la richiesta di ottenere l'autorizzazione ministeriale
a far funzionare di fatto le prime classi con l'ordinamento
e i programmi dell'Istituto professionale. Detta autorizzazione,
mi si assicurò, sarebbe stata concessa con facilità
non implicando per il Ministero una maggiore spesa e avrebbe
costituito la premessa per la successiva trasformazione della
Scuola. Il Provveditore agli Studi dell'epoca, ha desiderato
sentire in proposito il parere dell'assessore alla istruzione
De Biasi, il quale si è nettamente opposto.
[segue]
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