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[Ist. Profess. Statale per il Commercio L. Luzzatti - 1965] / pag. 2/6
Relazione del Preside Emanuele D'Alessi

alla scheda sul Luzzatti - [gl]

[...]

Fin dal 1959 o 60 mi era stato richiesto il parere sull'opportunità di trasformare la Scuola tecnica "Bandiera e Moro" in istituto professionale per il commercio. Nella relazione inoltrata al Provveditorato agli Studi esposi che la trasformazione stessa corrispondeva ad una esigenza dell'economia di Mestre e della terraferma e che tale esigenza si sarebbe tanto più fatta sentire negli anni successivi a cagione dello sviluppo industriale e commerciale che la terraferma andava assumendo. Concludevo tuttavia facendo presente la situazione della Scuola che aveva aggregata una scuola d'avviamento di 60 classi con oltre 2000 alunni, molte delle quali erano disperse in 3-4 succursali, qualcuna delle quali era lontana dalla sede 4 Km. Essendo in progetto la separazione delle scuole di avviamento aggregate ad altri istituti o scuole suggerivo di rimandare la trasformazione della tecnica al momento in cui sarebbe stata attuata la separazione.

Nella formulazione del parere sono stato guidato esclusivamente dal desiderio che il nuovo istituto nascesse nelle migliori condizioni e risultasse efficiente fin dal primo anno di vita. Non si dimentichi che l'interesse personale mio e degli insegnanti di ruolo avrebbe suggerito di accettarlo a qualunque condizione. E' stato con somma tristezza che nel corso della riunione al Provveditorato agli Studi del 7 corr. Mi sono sentito dire che "è mia la colpa se la Bandiera e Moro non è stata trasformata": vuol dire che nell'Italia 1965 agire con senso di responsabilità costituisce delitto colposo. Negli anni successivi al 1961 è stata costantemente inoltrata dal Provveditorato agli Studi la proposta di trasformazione della Scuola Bandiera e Moro, con il parere favorevole del Consorzio dell'Istruzione Tecnica. Non so per quali arcani fattori o interventi il Ministero non abbia mai preso in considerazione le successive proposte. Nel 1962, dopo un viaggio a Roma per assumere informazioni sulla possibilità di trasformazione, dietro suggerimento dello stesso funzionario del Ministero col quale conferii, inoltrai al Provveditore agli Studi la richiesta di ottenere l'autorizzazione ministeriale a far funzionare di fatto le prime classi con l'ordinamento e i programmi dell'Istituto professionale. Detta autorizzazione, mi si assicurò, sarebbe stata concessa con facilità non implicando per il Ministero una maggiore spesa e avrebbe costituito la premessa per la successiva trasformazione della Scuola. Il Provveditore agli Studi dell'epoca, ha desiderato sentire in proposito il parere dell'assessore alla istruzione De Biasi, il quale si è nettamente opposto.

[segue]