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I programmi Gabelli
"Formare lo strumento testa"
Nel 1888 Aristide
Gabelli scrive per il Ministero della pubblica Istruzione
i programmi della scuola elementare che, insieme agli
scritti sul metodo, eserciterà una profonda influenza
sulle successive generazioni di docenti.
Apparentemente i programmi Gabelli non portano nessuna innovazione
alle materie d'insegnamento. La lingua rimane fondamentale
per raggiungere una corretta esposizione orale e scritta.
Poca grammatica e componimenti su temi sui quali l'alunno
abbia qualcosa da dire. Anche l'aritmetica e la geometria
vanno insegnate secondo il principio: meglio poco e bene che
tanto e male. Per la storia e la geografia solo poche e lineari
conoscenze. Le nozioni varie ( oggi le materie scientifiche)
hanno lo scopo di attirare l'attenzione sul mondo reale per
abituare all'osservazione dei fatti. Ginnastica e canto servono
a riposare il corpo e lo spirito.
I programmi Gabelli non parlano dell'insegnamento religioso,
allora molto dibattuto, né del lavoro manuale a proposito
del quale Gabelli, più tardi, scriverà che è
utile a svegliare la mente e la mano. Non gli sfugge però
che il lavoro manuale è entrato nella scuola per le
pressioni degli industriali, bisognosi di manodopera alfabetizzata,
e di quanti si occupano di non far avanzare troppo verso l'alto
i ceti popolari.
Alla base dei Programmi del 1888 sta la convinzione di Gabelli
che ogni azione educativa debba avere come punto di partenza
l'esperienza dell'alunno. Per fare questo è
necessario usare nella pratica educativa un metodo non astratto,
ma oggettivo e intuitivo. Va pertanto abolita l'abitudine
dei docenti di "spiegare" per mezzo di regole generali
che non dicono nulla agli alunni. Essi infatti conoscono per
mezzo dell'esperienza diretta, in realtà più
ricca e varia di quanto comunemente si crede.
Il principio sul quale si fonda tutta l'opera di Gabelli
è che la scuola di ogni ordine e grado deve "formare
uomini di testa chiara", capaci cioè di giudizio
critico indipendente. Il raggiungimento di questo obiettivo
è affidato principalmente al metodo piuttosto che alle
nozioni.
Per quanto, ad esempio, riguarda la lingua, Gabelli ritiene
che essa non vada insegnata mediante astratte regole grammaticali,
bensì con l'uso vivo e il continuo esercizio. Di qui
il rifiuto del tema retorico che chiede all'alunno di parlare
di ciò che non conosce e non sente.
Sono queste le idee che fanno di Gabelli un precursore
del movimento della scuola attiva, che tanta parte ha
avuto nello sviluppo della scuola del Novecento.
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Andare
a scuola, nel tempo...
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