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LIBRI DI TESTO E NON

 
   
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DIO PATRIA E FAMIGLIA

Il libro di testo nella scuola elementare, in particolare quello di lettura, ha rappresentato per molte generazioni del passato, almeno fino all'avvento della scuola di massa, conseguente all'estensione dell'obbligo scolastico del 1962, il primo e forse unico approccio con la parola scritta e con tutto ciò che essa porta con sè.
Con il libro di scuola entravano, nella maggioranza delle famiglie italiane, notizie ed informazioni su un mondo più vasto al di là dei confini della propria contrada e del proprio paese. Informazioni e notizie capaci di influenzare e modellare le giovani generazioni ma non solo, su valori proposti dalla classe dominante. Da qui l'importanza che sempre lo Stato ha attribuito al libro di testo ritenuto strumento didattico indispensabile, al pari dell'azione dell'insegnante, per l'apprendimento della lettura e della lingua italiana ma anche per la formazione morale e civile del cittadino.

Se il linguaggio era uno strumento per unificare gli italiani che parlavano diversi dialetti, i contenuti dei testi dovevano servire a creare una coscienza nazionale che mancava all'Italia e che era necessario costruire dopo la nascita dello Stato.
Tra gli argomenti che più ricorrono nei vari manuali scolastici a partire dalla fine del secolo scorso fino ai recenti anni 60, sicuramente il trinomio Dio, Patria e Famiglia è quello che ha una maggiore continuità e prevalenza sia pure con diverse accentuazioni dovute alle varie forme di governo che si sono succedute nel tempo.
In particolare la classe dirigente sembra avvertire l'esigenza di formare nei bambini il senso dello stato-nazione che in altri paesi europei era un fatto compiuto.
Tutto ciò avviene proponendo ai giovani lettori un'immagine di patria costruita su esempi di personaggi che hanno fatto il Risorgimento e la Grande guerra senza tenere in considerazione la partecipazione popolare alla vita dello stato. E' sufficiente scorrere brevemente la normativa scolastica sui contenuti dei programmi e su quello che i bambini devono leggere per comprendere le intenzioni dei legislatori dall'Unità d'Italia fino al 1985 anno in cui sono stati emanati gli ultimi programmi della scuola elementare.

Dettavano, ad esempio, i programmi della scuola elementare del 1905 che i racconti nei libri di lettura in dotazione alle varie classi , dovevano suscitare "entusiasmo per i ricordi nazionali, le glorie paesane, le memorie dell'arte e dei nostri grandi" e quindi contenere "racconti storici, aneddoti biografici di grandi italiani, episodi gloriosi e commoventi"

Lo stesso Lombardo Radice, autore dei programmi del 1923 ed ispiratore della riforma Gentile, invitava gli insegnanti a scegliere libri come "Cuore" di E. De Amicis, perchè in esso si trovava "la rappresentazione viva della nazione, della sua storia, dei suoi problemi dolorosi, dei suoi ideali e delle sue speranze"; ancora consigliava i docenti a leggere in classe "episodi di valore civile, religioso e morale" in maniera da"destare la coscienza storica nazionale".

A questi dettami, in maniera esasperata e propagandistica, si rifece la legislazione fascista, che nel 1929 impose il testo unico per tutte le scuole elementari dello Stato quale "strumento unico di educazione fascista".
All'indomani della liberazione del 25 aprile del '45 gli autori e gli editori nella compilazione dei testi, pur liberi da particolari controlli, dovevano attenersi ai programmi in vigore che nel'45 , a proposito della storia nazionale, affermavano che essa doveva essere illustrata ai bambini attraverso "aneddoti di uomini illustri e benefattori."
I libri di testo in adozione nelle scuole italiane dopo il 1955 si rifacevano ai programmi emanati in quell'anno e dovevano tener conto tra l'altro: delle "grandi figure dell'umanità e dei momenti rappresentativi di un epoca"ed inoltre l'apprendimento storico-geografico doveva soprattutto giovare "per conoscere e amare la patria".

Per le classi oltre la quinta si raccomandavano letture di prosa e poesie capaci di valorizzare la persona , la famiglia , la patria, l'umanità ed il lavoro.
Alla fine degli anni sessanta i testi si presentavano ancora legati ad un mondo contadino e rurale che stava ormai scomparendo e per questo si aprì un profondo dibattito tra gli operatori della scuola alcuni dei quali misero in dubbio anche l'utilità degli stessi nella formazione dell'alunno. Questo produsse un rinnovamento nei contenuti, più coerenti con la realtà vissuta dal bambino, ma anche alla possibilità di utilizzare dei testi alternativi. Altri accorgimenti di carattere tecnico sono stati adottati dopo l'entrata in vigore dei programmi del 1985, come l'inserimento dell'educazione linguistica nel libro di lettura già presente nel sussidiario e la suddivisione di quest'ultimo in fascicoli a seconda delle varie discipline.
Questo portò ad un rinnovamento nei contenuti più legati alla realtà vissuta dai bambini e la possibilità di utilizzare dei testi alternativi.
 

[in Archivio è sfogliabile il sillabario "Tesorini Cari"]

 

Foto 1. Arturo Lombardi, Frutti e fiori. Letture per le scuole elementari maschili e femminili, Classe IV, Sandron, Palermo 1909. (in conformità ai programmi e le istruzioni ufficiali del 1905).
Arturo Lombardi è direttore didattico della scuola elementare Gabelli del Lido.

Foto 2. Libro di testo per le scuole elementari. Copertina. 1955.

Foto 3. Idem. La mamma.

Foto 4. Idem. Il babbo.

Foto 5. Idem. Lo scolaro svogliato.

Foto 6. Idem. I mestieri e le professioni.

Foto 7. Idem. Saluto alla scuola.

 

 

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