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"Suaviter in modo fortiter in re"
La Voce dei maestri della città e della provincia
di Venezia
poi La Voce degli insegnanti della città e della
provincia di Venezia
Organo dei maestri confederati della città e della
provincia di Venezia [da III, n. 1 (15 novembre 1907)]; Pubblicazione
mensile a cura della "Lega fra gli Insegnanti della Città
e della Provincia di Venezia" (Sezione Primaria) [da
VII, n. 3 (1 marzo 1912)]; Pubblicazione mensile della Federazione
magistrale veneta.
Viene pubblicata a Venezia dall'Istituto veneto d'arti grafiche,
dal 1906 al 1913. Direttore responsabile è Brazolo
Prosdocimo; negli articoli compare anche la firma di Antonio
Fradeletto.
Il periodico tratta di questioni didattiche inerenti alle
varie materie d'insegnamento, degli orari, di letteratura:
un articolo in ricordo dell'appena morto Carducci, un altro
sul secondo centenario della nascita di Goldoni; vi sono poi
alcune note di cronaca locale, di giurisprudenza scolastica,
manifesti d'indizione e programmi dei congressi della Federazione
magistrale veneta.
Il primo numero così si rivolge agli insegnanti:
"A voi gentili maestre ed egregi
maestri io mi presento in umile forma, con umili pretese,
ma anche con coscienza dignitosa, con virili propositi; come
si addice a chi rispecchia il sentimento e il pensiero delle
persone incaricate di diffondere nel consorzio umano l'onda
benigna della civiltà progrediente. Nella larga ed
intensa azione solidale, per cui nella società presente
rivive, sebbene con altro spirito ed altre finalità,
il tempo di Dante, in cui pure una fitta rete di associazioni
d'artieri maggiori e minori stringeva la società fiorentina,
è ben giusto che Voi educatori Voi educatrici sentiate
la voce fervida della solidarietà che è voce
generosa di redenzione spirituale ed economica. Ma scopo precipuo
della Associazione vostra insieme con la doverosa tutela dei
diritti della scuola e del maestro deve essere pure la conoscenza
efficiente dei doveri, il rispetto sincero verso le autorità,
lo studio delle questioni che interessano il progresso della
scuola, la disposizione d'animo d'aiutare i preposti perché
nel campo scolastico più forte si distenda l'azione
generosa della cultura sociale. Quindi mercé l'associazione
provinciale e l'organo locale che la vivifica avrete modo
di scambiarvi le idee, di conoscervi, di correggere i vostri
difetti, di rendervi solidali e di migliorare con Voi la scuola
che deve essere oggetto delle vostre cure più pazienti,
amorose, illuminate. Oggi troppo egoismo, troppa presunzione,
troppa ignoranza aduggiano la scuola? In lei non scorre libero
il ritmo del sangue ricco e delle linfe sane, fecondatrici?
Per quanto è da voi, (e da voi molto dipende) cercate
di ovviare l'ostacolo anche col fuggir la schiatta ignobile
"Cui l'alma civile un folle orgoglio ingombra".
In omaggio alla stessa potenza educativa vi mostrerete sereni,
forti, dignitosi nel reclamare per la scuola e per voi migliore
vigoria di metodo; ma in pari tempo saprete stare lontani
dall'irritazione perpetua che porta alla violenza e quindi
all'antieducazione, memori che la mancanza di una razionale
disciplina non può essere in voi tollerata e che le
irrequiete agitazioni sono simbolo di debolezza morale e civile"
La Voce, Agli insegnanti della città e della provincia
di Venezia, I, n. 1 (21 ottobre 1906), p. 1.
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