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[Dimissioni di Francesco Possiedi] / pag. 1/1
Trascrizione e commento dal registro dei professori della Scuola tecnica Bandiera e Moro. 31 dicembre 1913  

[gl]

Le dimissioni di Francesco Possiedi

Il 31 dicembre del 1913, alle ore 15, mentre tutti già pensavano al capodanno imminente, l'allora direttore Francesco Possiedi aveva convocato una seduta del Consiglio dei Professori per annunciare le sue dimissioni.
Il suo era stato uno sfogo amaro:

"Quando nell'ottobre del 1907 alcune egregie persone mi offersero l'insegnamento delle lettere e la direzione di una scuola tecnica privata da istituirsi a Mestre, io non esitai ad accettare l'incarico sorvolando sull'esiguità del compenso di sole 800 lire annue. E con quale attività con quale amore anzi con quale entusiasmo io abbia atteso al disimpegno dei miei doveri d'insegnante e di Direttore lo possono attestare, oltre a tanti Padri che ebbero figli alla scuola e i Professori che con me divisero lavoro e sacrifici, le relazioni dei quanti ebbero ad ispezionare la Scuola e soprattutto lo sviluppo della scuola stessa che iniziata nel 1907 con 20 alunni raccolti in tre misere stanzucce, fu nel 1909 trasportata a tutto mio rischio nella sede attuale e nel 1911 ceduta al Comune al quale riuscì facile, date le buone condizioni della scuola d'ottenere il Pareggiamento…. Col passaggio della scuola al Comune …raddoppiò il numero degli iscritti e la scuola continuò a funzionare regolarmente come prima, mercè l'interessamento e l'appoggio morale e finanziario dato alle mie proposte dalle Autorità comunali e in particolare dal sig. Sindaco Cav. Uf. Aurelio Cavalieri e dall'allora assessore all'Istruzione sig. Vanti Da qualche tempo e cioè da quando Sindaco ed Assessore non poterono più occuparsi personalmente della scuola, le cose sono cambiate ed con vero dolore ch'io ho dovuto constatare come le proposte da me fatte nell'interesse della scuola furono seguite da provvedimenti molto tardivi e quindi dannosi alla scuola oppure furono messe a dormire Infatti da più mesi… ho chiesto e richiesto del materiale di assoluta necessità, ma sempre inutilmente, sebbene anche in mia presenza l'Assessore all'Istruzione avesse ordinato al V. segretario Fabris di provvedere subito in conformità alle mie richieste.
Per compenso, invece, ho avuto la sgradita sorpresa di vedere alla scuola il V. segretario per notificare se gli oggetti da me richiesti erano veramente necessari; per sapere dove sarebbero state collocate le stufe da me richieste
."

I problemi della giunta lamentati dal Direttore erano reali: il Sindaco Aurelio Cavalieri, a capo di una coalizione di liberali, democratici, socialisti si era visto in quell'anno sottrarre progressivamente gli appoggi; l'ultimo episodio, il più grave, era avvenuto durante la campagna per le elezioni nazionali: tutti si aspettavano che Cavalieri appoggiasse ufficialmente il deputato uscente Antonio Fradeletto, socialista, che tanto aveva fatto per Mestre, mentre il sindaco aveva preferito intervenire ai comizi dei radicali, che alla fine avevano raccolto 42 voti sui 3630 elettori della città. Questo comportamento aveva messo in moto tensioni e dimissioni in Consiglio comunale finchè, il 28 ottobre, lo stesso Cavalieri rassegnava le dimissioni.
E' comprensibile che in questa situazione il potere venisse accentrato nelle mani del personale amministrativo.

Ma non erano solo questi i problemi che angustiavano il Possiedi il quale continuava il suo sfogo ricordando:

"come presso qualche Assessore ed impiegato del Comune trovi incondizionato appoggio chiunque avesse la buona idea di lagnarsi per provvedimenti disciplinari o didattici presi dal Direttore e dal Consiglio dei Professori in base a disposizioni regolamentari e ciò, naturalmente, senza prima sentire il Direttore, il solo che potrebbe dare tutte le spiegazioni."

A che cosa faceva riferimento con queste parole?
Forse a un episodio capitato pochi mesi prima.
L'alunno Tullio Andreazza della II A era stato sospeso dalle lezioni il 30 e 31 maggio 1913 a causa della sua condotta poco seria a scuola e per aver importunato, fuori scuola, la compagna Sgreva di IIB. Giunto a casa il ragazzo, che era di Riese, in provincia di Treviso e alloggiava a Mestre presso il tutore cav. Sanfelici, non aveva raccontato i fatti come stavano, anzi aveva riferito il consiglio dato dal Direttore ai fratelli Miotto, sui compagni di classe, di evitare la sua compagnia. Come poi risultò, aveva mentito, ma il cavaliere era andato a lagnarsi col Direttore; quando poi Possiedi era andato in classe a fare una romanzina all'Andreazza, il ragazzo aveva riferito al tutore che il Direttore gli aveva detto alla presenza dei compagni:" dì a tuo zio che può anche andare a trattare colle serve", scatenando le ire del Sanfelici che aveva scritto una lettera infuriata al Municipio.
A questo punto l'episodio era diventato di pubblico dominio, se ne era parlato nell'assemblea dei Padri di famiglia, il Sindaco aveva fatto un'ispezione a scuola concludendo che la protesta di Sanfelici era infondata, al che il tutore aveva portato via il ragazzo dalla scuola.
Era facile che in una piccola città gli affari di scuole gestite dal Comune passassero di bocca in bocca, era già successo per altre scuole. Ma questo era solo l'esempio più esplicito di una serie di lagnanze sulla severità del metodo della sua scuola che avevano amareggiato il Direttore.
Quell'ultimo dell'anno i professori avevano tentato inutilmente di farlo recedere dal suo proposito di dimettersi.
Il verbale della riunione successiva sarà firmato dal nuovo Direttore, professor Carlo Costantini.