Descrizione architettura
La villa bifamiliare ha pianta irregolare, si sviluppa su 2,5 piani per un'altezza complessiva di 7,5 m, una superficie di 150 mq, ed occupa un volume di 1125 mc. Il tetto è a padiglione con tegole in laterizio. L'area di pertinenza è adibita a giardino. Presenta due entrate in via Sandro Gallo. Lo stato di conservazione nel complesso è discreto.
Elementi decorativi esterni
L'edificio non presenta particolare elementi decorativi esterni. I due corpi che lo costituiscono (avancorpo più alto) hanno un intonaco color rosso ormai in evidente stato di degrado. Il piano terra è ricoperto esternamente da una fascia in pietra bianca ad imitazione del bugnato. Le finestre sono forma rettangolare ed hanno una cornice in pietra bianca. L'entrata principale si trova sotto un portico con archi a tutto sesto sormontato dal primo piano dell'edificio.
Alla linearità dell'edificio risaltano le forme ondulate del cancello all'entrata (civico 14). La parte centrale del cancello è caratterizzata da un disegno a quadrati, sulla sua sommità si possono osservare delle decorazioni a motivi floreali dalle morbide linee liberty: due vasi con delle rose che si stagliano verso l'alto.
Annotazioni storico artistiche
All'inizio del Novecento il Lido era, grazie alla sua notorietà come zona balneare e turistica, luogo dove poter sperimentare nuove soluzioni architettoniche e repertori decorativi aggiornati sugli esempi del Liberty europeo. Uno dei protagonisti di questa tendenza fu Umberto Bellotto (nato nel 1882) considerato il mago del ferro. Prediletto da architetti come Giulio Alessandri e Giovanni Sardi, seppe riportare in vita la tradizione dei battitori veneziani. Numerosi sono al Lido i cancelli che portano la sua firma: quello di villa Tonello, di villa Romanelli, di villa Otello, solo per citarne alcuni.
La raffinatezza dei disegni del cancello di villa Antonietta suggeriscono il nome di Bellotto. Il cancello risale al 1915 ed in origine prevedeva anche una recinzione che fu requisita dal governo fascista per fonderla e farne strumenti bellici (ne rimane una piccola traccia a fianco dei due pilastri di sostegno del cancello) (URBANI 1994).
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