| Notizie biografiche: |
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Studia architettura all’Accademia di Belle Arti tra il 1902 e il 1907.
Inizia la professione molto precocemente e agisce soprattutto al Lido fra il 1907 e il 1914.
A Venezia rimane il suo lavoro più significativo, Casa Nardin Corte dell’Albero, cui collabora anche Guido Marussig, mentre al Lido la Villa Tonello o Adele in via Candia è la sua opera più citata, che per quanto rimaneggiata e semplificata, conserva ancora l’impronta del progettista. Non dimentichiamo però la vicina Pensione Stella, ex Villa Casoni e i due villini Rizzi, che s’intravedono dal ponte di via Candia e conservano ancora qualche traccia dei decori del progetto primitivo; ci sono poi due case in via Paolo Erizzo, Molesini e Valonta.
Altri progetti non sono stati realizzati, come quello del 1907 per un villino in via L. Mocenigo, del ’12 per una scuderia in via Bragadin e per un grandioso Teatro vicino all’Excelsior del 1912, che non fu realizzato per via dell’epidemia del colera; ne parla Talenti nel suo libro che contiene anche una bella illustrazione del progetto. Del 1911 poi è il progetto per l’urbanizzazione di Sant'Elena in collaborazione con i fratelli Torres e Fausto Finzi di cui ci resta un opuscolo illustrativo.
Non abbiamo più la Casa Torre costruita dopo l’Excelsior, che s’intravede in alcune vecchie cartoline e di cui parla la Rivista “L’Architettura italiana” e nemmeno la preziosa Pagoda sul mare che ci descrive Talenti, di cui ci resta fortunatamente un’immagine, demolita e svenduta appena realizzata a causa della guerra.
Le opere rimaste e in particolare i progetti rivelano forte personalità artistica; le testimonianze, sia contemporanee, che più tarde, considerano l’Alessandri come uno fra i più validi architetti, sensibili alle suggestioni dell’ambiente, ma anche del nuovo stile moderno, eppure con l’avvento della Guerra Mondiale qualcosa s’interruppe e il promettente architetto dalla carriera ben avviata decise di lasciare la professione e di dedicarsi all’attività di antiquario, di cui abbiamo una traccia per un processo intentatoglie da cui uscì pienamente assolto in appello nel ‘14: il soprintendente Max Ongaro lo accusava di aver venduto degli archi ogivali ritenuti preziosi, che tali poi non si rivelarono. Partecipò comunque ancora alla vita artistica della città, perché nel 1919 era membro della Commissione che doveva approvare il progetto di Giuseppe Torres per il Tempio Votivo al Lido e si astenne non ritenendo lo stile adatto per un edificio sacro.
Di lui ci resta un ritratto del pittore Moggioli.
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| Bibliografia: |
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AA.VV. 1982
AA.VV., Progetti per la città Veneta: 1926-1981, catalogo mostra, VICENZA 1982
ROMANELLI 1972
Architetti ed architetture a Venezia tra Otto e Novecento, di G. Romanelli, in "Antichità viva" fascicolo 5, FIRENZE 1972;
SICHER 1913
Sicher G., Le ville moderne in Italia: ville del Lido a Venezia: facciate, particolari, sezioni, piante, raccolte dall'ingegner Giovanni Sicher C.Crudo & C. Società Italiana di Edizioni Artistiche, TORINO 1913;
TALENTI 1921
Talenti A., Come si crea una città. Il Lido di Venezia. La storia. La cronaca. La statistica, PADOVA 1921
URBANI 1992
Urbani F., Umberto Bellotto e il ferro battuto artistico a Venezia, Tesi di Laurea Università degli studi di Venezia - Facoltà di Lettere e filosofia, relatore prof. Vincenzo Fontana, A.A. 1992-'93
URBANI 1994
Urbani F., "I cancelli Liberty del Lido", in "Lido di oggi Lido di allora", 1994, n. 10, pp.71 - 79;
VILLA TONELLO AL LIDO - VENEZIA 1911
Villa Tonello al Lido - Venezia (Arch. Giulio Alessandri) in "L'architettura italiana, periodico mensile di architettura pratica", anno VII, fascicolo 3, Società Italiana di Edizioni Artistiche, dicembre 1911 |
