Sei in: il comune > consiglio comunale > consiglio comunale 2000 2005 >
Contenuti della pagina


Servizi pubblici e società partecipate

Ogni programma di referato va articolato, ai sensi dell'art. 10 dello Statuto, nei seguenti punti:
1. La situazione in atto
2. Obiettivi per il quinquennio 2000-2005
3. Obiettivi per il 2001
4. Politiche e strumenti

Il fine fondamentale è stato individuato nel programma sindacale trasmesso al Consiglio: trasformare il complesso sistema comunale in modo da ottenere che progressivamente l'Amministrazione assuma il ruolo di indirizzo e controllo e che le aziende si qualifichino nella funzione imprenditoriale, raggiungendo livelli adeguati di efficienza e di efficacia. E' un'opera che l'Amministrazione comunale di Venezia ha già perseguito con energia, sia operando nei confronti della propria struttura interna, sia trasformando le aziende e le istituzioni a vario titolo partecipate. E' indispensabile proseguire l'opera di riforma, così come previsto dalla più recente legislazione, affinché si possa giungere ad una netta separazione di competenze, responsabilità e ruoli tra l'Amministrazione e le imprese.

Questo è sicuramente uno dei passaggi più delicati in quanto solo comportamenti di ruolo sempre più chiaramente distinti sono il presupposto dell'efficacia del processo di liberalizzazione e dell'attività di regolazione dell'Amministrazione.

Le riforme già in vigore e in corso puntano alla liberalizzazione dei servizi pubblici, anche locali, ed è a questa sfida che occorre prepararsi.

Con l'espressione "liberalizzazione" ci si riferisce alla separazione tra le funzioni pubbliche, da un lato, e quelle di gestione imprenditoriale dei servizi pubblici, dall'altro, e alle relative conseguenze, la principale delle quali è l'introduzione della "concorrenza per il mercato" e quindi l'applicazione di forme di evidenza pubblica nella scelta del soggetto gestore.

Le funzioni che garantiscono l'individuazione degli interessi pubblici, le modalità di perseguimento di tali interessi, la programmazione, i controlli, debbono essere svolte dal comune e non dal soggetto gestore, perché attraverso tali funzioni si svolge un ruolo squisitamente politico, si interpretano i bisogni della collettività comunale e si predispongono le risposte. Tali funzioni si esplicano in diversi modi e momenti, ma in particolare con il contratto di servizio. Va detto subito che è essenziale la valorizzazione di tali funzioni, istituzionalizzandone l'esercizio, che significa rimodulare l'organizzazione propria del Comune di Venezia in modo che sia in grado di svolgere tali funzioni.

Le attività di organizzazione e gestione dei servizi richiesti competono al soggetto gestore, che deve poterle svolgere in autonomia e ne risponde. Per realizzare tale separazione è necessario che il soggetto gestore, anche quando è in mano al comune stesso - che ne è proprietario o ne ha il controllo - venga considerato come un soggetto terzo rispetto al comune; soggetto che per ora ha e continua ad avere l'affidamento diretto del servizio, ma che in futuro dovrà competere per ottenere tale assegnazione, dallo stesso comune o da altri enti locali. Una delle conseguenze è dunque la creazione di un mercato aperto alla concorrenza, nel rispetto della trasparenza, dell'economicità e della parità tra soggetti pubblici e privati.

Si tratta dunque di attuare un sistema che coniughi liberalizzazione, regolamentazione e industrializzazione dei servizi pubblici locali, come elementi fondamentali:
· per il miglioramento dell'offerta di servizi, che debbono assolvere alla funzione sociale e di supporto allo sviluppo loro propri;
· per il rafforzamento strutturale delle imprese di servizi pubblici locali, attraverso il raggiungimento di dimensioni ottimali.

La liberalizzazione è il metodo di intervento legislativo adottato negli interventi più recenti in materia dal legislatore nazionale e dalle direttive comunitarie (telecomunicazioni, trasporti, gas naturale, Comunicazione interpretativa in materia di concessioni). La regolamentazione è stata in parte, e dovrà essere ulteriormente introdotta dal legislatore, ma anche dagli stessi enti locali, a cominciare dal comune.

L'industrializzazione richiede uno sforzo soprattutto dalle aziende pubbliche, ora società per azioni, e dai lavoratori e dalle loro organizzazioni. E' quindi particolarmente importante il protocollo d'intesa 19 luglio 1999 tra il comune di Venezia e Cgil, Cisl, Uil, in materia di trasformazione delle aziende speciali in spa, nel quale si conviene sui principi ispiratori che stanno a base della riforma di modifica della legge 142/1990, sia in quanto prevede la gestione dei servizi in forma di impresa, ad esclusione dei servizi a contenuto sociale, sia in quanto introduce per i cinque servizi fondamentali la concorrenza per il mercato. E si sottolinea l'importanza della industrializzazione di questi ultimi settori, che consentirà alle imprese pubbliche trasformate in spa di concorrere a parità di condizioni con le imprese private.

Il coinvolgimento di capitali privati in questo contesto sarà un passaggio importante - fermo il vincolo del mantenimento della maggioranza pubblica al 51% - per acquisire nuove risorse economiche, per confrontarsi con altre realtà imprenditoriali, per stringere alleanze.

Ma è prioritario lavorare per migliorare il funzionamento dei servizi esistenti e per creare nell'apparato comunale la capacità di svolgere adeguatamente le fondamentali funzioni pubbliche. Occorre inoltre giungere a formulare offerte al mercato nelle condizioni più vantaggiose.

Indirizzi fondamentali
1. Nel gestire la fase della liberalizzazione che - anche a prescindere dal completamento delle riforme in corso - costituisce un autonomo indirizzo per la Amministrazione comunale, il Comune si ispirerà alla regola di mantenere la proprietà delle reti e degli impianti fondamentali per l'erogazione dei servizi industriali.

2. Le sfide della liberalizzazione verranno affrontate incidendo sulle modalità operative delle aziende, per produrre una maggiore imprenditorialità. A tal fine verrà richiesta, anticipando la riforma, la separazione contabile o la creazione di divisioni qualora necessario nell'ambito dell'unica società che svolga più servizi, per una maggiore trasparenza dei costi, la certificazione dei bilanci e si utilizzeranno tecniche di benchmarking. Si incrementerà l'uso di tecnologie informatiche per contribuire a migliorare il livello di efficienza e si opererà per l'incremento della qualità dei servizi e per una nuova e più qualificata occupazione del personale.

3. Si opererà per accrescere la dimensione di impresa estendendo il raggio di azione al di fuori del territorio comunale, in applicazione della normativa nazionale e regionale in materia di ciclo idrico e di ciclo dei rifiuti, mediante accordi, consorzi, joint ventures e fusioni.

4. Occorrerà anche diversificare le attività. La liberalizzazione del mercato del gas consente la creazione di apposite società per l'acquisto e la vendita di gas ai clienti finali. Il settore delle telecomunicazioni, sia su rete fissa (fibra ottica) sia via etere (umts e altre tecniche), offre interessanti possibilità, a condizione che non si perda di vista la tutela della salute e gli interessi pubblici fondamentali da perseguire per la crescita delle possibilità di sviluppo delle imprese e dei cittadini veneziani.

5. Si opererà per il mantenimento dell'unitarietà del ciclo produttivo, prevedendo la "segmentazione" soltanto dove si tratti di parti di ciclo che debbano avere un regime diverso da quello del "pubblico servizio locale".

6. Si opererà per razionalizzare l'organizzazione delle società in mano comunale, tenendo insieme società sottoposte allo stesso regime di attività e restituendo al comune la partecipazione in attività che hanno carattere programmatorio.

7. Al fine dell'individuazione delle strategie fondamentali, e nel rispetto dell'autonoma politica industriale delle proprie imprese, l'amministrazione comunale si confronterà con le organizzazioni sindacali territoriali e con le rappresentanze degli utenti/clienti, ove costituite.

Le trasformazioni necessarie nell'organizzazione del Comune
La nuova impostazione delle regole, già vigenti in materia di trasporti e gas naturale, che prevede lo spostamento in capo al Comune di ogni valutazione e determinazione in ordine agli interessi sociali e pubblici in genere da perseguire nelle attività soggette a regime di servizio pubblico locale, l'effettiva terzietà che deve regolare i rapporti tra il Comune e la società cui è affidata la gestione del servizio, richiede una nuova e più qualificata organizzazione di competenze in capo all'Amministrazione comunale.

L'attività di regolazione in materia di servizi pubblici anche locali è affidata in determinati settori (telecomunicazioni, energia) ad Autorità indipendenti nazionali. In tal caso al singolo ente locale spetteranno esclusivamente attività integrative di quelle nazionali. Dove l'Autorità indipendente manca (acqua, rifiuti), l'intera attività di regolazione, per quanto non stabilito da leggi o regolamenti, è nelle mani della stessa amministrazione comunale. Anche sotto questo profilo il comune abbisogna di personale specificamente competente.

Fermo restando che questa materia deve ancora essere regolata dal legislatore nazionale e in taluni casi regionale, il Comune nell'ambito della sua autonomia statutaria e regolamentare potrebbe avere convenienza a creare organismi tecnici comuni a più enti locali e aventi connotati di indipendenza, che, dove vi sono gli ambiti territoriali ottimali, potrebbero operare per l'intero ambito.

La presenza di organismi tecnici dotati di una affidabile grado di indipendenza (ovvero il ricorso ad advisors, o la combinazione dei due strumenti) potrebbe risolvere anche il problema che si presenta quando alla gara indetta da un comune concorrono aziende che appartengono (per proprietà o controllo) al comune stesso.

In ogni caso sembra difficile che l'amministrazione comunale - specie se della dimensione e importanza di Venezia - possa essere priva di una struttura capace di:

· formulare i bandi di gara e i contratti di servizio, sulla base delle esigenze e quindi delle scelte individuate dagli uffici competenti, sotto la responsabilità politica dell'assessore competente per materia;
· gestire le gare;
· controllare l'applicazione dei contratti di servizio ed assumere le conseguenti iniziative.

Queste attività dovrebbero far parte della funzione di valutazione e controllo strategico, svolta da soggetti che rispondono direttamente al sindaco e agli assessori. Si tratta di attività irrinunciabili per l'amministrazione comunale, dato che riguardano atti propri della stessa amministrazione, e non possono quindi essere affidate ad altri soggetti.

Il controllo di qualità dei servizi è oggetto ora di previsioni specifiche, contenute nel capo III del decreto legislativo n.286/99. Sono richieste modalità di erogazione che promuovono il miglioramento della qualità assicurano la tutela dei cittadini e degli utenti e la loro partecipazione, in forme anche associative alle procedure di valutazione e definizione degli standard qualitativi. In materia si prevede un atto di indirizzo e coordinamento del Governo adottato d'intesa con la Conferenza unificata. Ma il Comune farebbe bene fin d'ora, utilizzando la propria autonomia statutaria e regolamentare, a costruire un organismo di controllo di qualità, che potrebbe far capo al Consiglio comunale, che associ nello svolgimento di questa delicata funzione i cittadini interessati. Ciò richiede una accelerazione del processo di acquisizione di competenze e informazioni da parte degli uffici dell'Amministrazione affinché quest'ultima possa assumere con competenza quel ruolo di acquirente istituzionale di servizi pubblici attraverso l'affidamento del contratto su base concorrenziale.

Il criterio fondamentale di possedere dentro l'amministrazione comunale una struttura, sia pur essenziale, capace di pianificare il servizio richiesto all'esterno e di verificarne l'andamento, va seguito anche quando non si tratta di servizi pubblici pagati, in base a tariffa, dagli utenti/clienti, ma di "servizi universali", che sono pagati dalla amministrazione comunale stessa al soggetto che li eroga. E' il caso ad esempio della manutenzione del verde pubblico e dell'illuminazione civica.

Le principali operazioni relative alle aziende pubbliche, ora società
Va premesso che una riflessione, utile ed opportuna sul complesso delle società partecipate dalle imprese comunali che gestiscono i servizi pubblici principali, va fatta considerando complessivamente tutte le società ed è rinviata ad un momento successivo.
Va premesso inoltre che sono attualmente allo studio i contratti di servizio, tranne il contratto di AMAV, che è stato approvato con atto del Commissario straordinario.

ACTV
L'Actv era un'azienda consortile frutto dell'applicazione degli articoli 25 e 60 della legge n.142/1990, composta dalla Provincia di Venezia e da 23 Comuni della stessa provincia. All'azienda consortile partecipavano il Comune di Venezia con il 64,75%, la Provincia di Venezia con il 20,66%, il Comune di Chioggia con il 9,96%; il resto delle quote è suddiviso tra gli altri 26 comuni. L'Actv è stata trasformata in s.p.a. nel mese di dicembre 2000 in applicazione dei commi 51 e ss. dell'art. 17 della legge n. 127/1997. Il Consiglio comunale ha approvato l'atto costitutivo della società e la nuova convenzione tra gli enti soci. I soci sono reciprocamente vincolati a non dismettere la maggioranza delle azioni. Inoltre la convenzione e quindi l'atto costitutivo della spa prevedono una quota di partecipazione offerta a lavoratori e utenti.

L'ACTV detiene le seguenti partecipazioni (l'oggetto della singola società è indicato tra parentesi):
Svet s.p.a (immobiliare) 100%
Ve.la s.p.a (bigliettazione, servizi commerciali) 100%
Stn s.r.l. (manutenzioni navali)47,75%
Arsenale s.p.a. (gestione aree arsenale) 36%
G.s.t. s.r.l. (gestione flussi turistici) 10% + opzione ulteriore 10
Thetis s.p.a (tecnologie marine e satellitari) 7,604%
Venis s.p.a. (servizi informatici).

Con la riserva generale fatta in premessa, sembra coerente con i compiti di Arsenale spa che la partecipazione venga assunta direttamente dal Comune e quindi dismessa dall'azienda speciale consortile ACTV. Questo indirizzo richiede dunque una valutazione di fattibilità e dei costi che il Comune deve eventualmente assumere.

Per quanto riguarda la missione propria di ACTV, occorre considerarne l'organizzazione in rapporto alla imminente apertura del mercato e quindi alla necessità di partecipare alle gare, presso i singoli enti locali del veneziano, ma anche altrove. Nel settore dei trasporti pubblici di persone gli attuali affidamenti diretti verranno a cessare il 31.12.2003, a condizione che siano riconosciuti come servizi minimi (L.R. n. 25/98).

Occorre anche esaminare la collocazione di Ve.la. per valutare se la sua attuale collocazione all'interno di Actv sia più congrua rispetto al ruolo svolto.

ASPIV
Già azienda speciale del Comune di Venezia, trasformata in società per azioni ai sensi dei commi 51 e ss. dell'articolo 17 della legge n.127/1997, è iscritta al registro delle imprese dal 1.12.1999.
Il Comune ha affidato ad Aspiv la gestione del servizio idrico integrato (acquedotto, fognatura, depurazione). Data la particolarità del centro storico, in cui non esiste una rete fognaria, rimangono escluse dall'affidamento ad Aspiv le fognature di Venezia Centro storico. Conseguentemente ogni attività di depurazione e manutenzione possibile in Centro Storico non è attualmente attribuita ad Aspiv.

La società detiene quote di partecipazione in altre società, come segue:
- Ambiente Servizi s.r.l. (manutenzione espurgo fosse settiche) 49%
- Parco Scientifico Tecnologico (innovazione in Porto Marghera) 1,56%
- Insula s.p.a. (opere di manutenzione urbana) 12%

E' in corso la fusione con Amav, di cui si dirà tra poco.

Il settore dell'approvvigionamento idrico presenta in questo momento grandi possibilità di sviluppo. La regione Veneto ha previsto un sistema integrato regionale di acquedotti tale da mettere in collegamento tra loro tutti gli impianti oggi esistenti. Questa previsione sollecita le aziende del settore a ricercare forme di collaborazione tra loro e all'esterno, con grandi imprese e soggetti finanziari di adeguate professionalità e dimensioni. Nel frattempo vanno ricercate forme di collaborazione all'interno degli ambiti territoriali ottimali.

AMAV
Già azienda speciale del Comune di Venezia, è stata trasformata in società per azioni con la stessa procedura di cui sopra ed è iscritta al registro delle imprese dall'1.12.1999.
All'Amav il Comune ha affidato:
- la gestione dei rifiuti urbani e assimilati e la riscossione della tariffa
- la gestione dei servizi cimiteriali
- la gestione dei mercati ittico e ortofrutticolo
oltre a servizi resi al Comune stesso, come la manutenzione del verde pubblico, degli impianti igienici pubblici, i servizi di pulizia di edifici pubblici.

Società partecipate di AMAV:
Veneziana di navigazione (trasporto in ambito porto e in laguna) 100%
Battelle Venezia Consorzio 53%
Ecoprogetto Venezia s.p.a 51%
Siva s.p.a. (bonifiche ambientali) 50%
Impresa Costruzioni Laguna s.r.l. (scavo fanghi) 48%
Eco.Tema s.r.l. (ingegneria applicata) 39%
Arti s.p.a. (manutenzione patrimonio pubblico) 36%
Alles s.r.l. (trattamento sedimenti inquinanti) 30%
Ecolegno Venezia s.r.l. (compattazione e pressatura legno a Fusina) 20%
Parco Scientifico e Tecnologico 5,17%
Arsenale s.p.a. 4%

Analogamente a quanto detto sopra per Actv, e in relazione alla missione che si riterrà di attribuire ad Arsenale s.p.a., la partecipazione in essa di Amav dovrebbe essere dismessa.

Amav è già oggi una società pluriservizio (anche se il Comune di Venezia avrà realmente una multiutilities dopo la fusione con Aspiv). Alcune attività svolta da Amav non sono "servizi pubblici locali" - organizzati dal Comune attraverso sue aziende e pagati almeno in parte dai cittadini che li utilizzano - bensì servizi resi da Amav al Comune, che li paga, non diversamente da quel che avviene per gli appalti di servizi o forniture. E' questo tipicamente il caso della gestione del verde pubblico, il cui affidamento ad Amav scade nel 2001. Alla scadenza (ed anzi prima in modo da avere una efficiente successione) è normale il ricorso alla gara, meglio se frazionandone l'oggetto in modo da consentire l'accesso a più concorrenti, ed anche a diverse tipologie di concorrenti.

In questo caso, come nel caso dei servizi cimiteriali, trovano applicazione le considerazioni fatte sopra sull'opportunità che il Comune sia dotato di un ufficio che possa formulare la politica del settore.

La decisione di dare luogo ad una azienda unica nei due settori dell'acqua e dei rifiuti è in fase avanzata della procedura e può essere realizzata rapidamente. E' il metodo più rapido per iniziare a creare a Venezia un'azienda di maggiori dimensioni, con possibilità di interna razionalizzazione. In questo periodo si discute in tutta Italia sulle modalità organizzative più convenienti per le public utilities, confrontandosi tra loro due modelli, la multiutilities e la holding, ciascuna delle quali ha vantaggi e svantaggi, che vanno pesati nel concreto, in rapporto alle situazioni e alle specificità territoriali, alle possibilità e ai metodi di crescita nei singoli settori, alle modalità delle gare (se e quanto frequentemente saranno gare multiutilities). Nella situazione attuale di Venezia la previsione di una holding nei settori diversi dal trasporto pubblico locale di persone è ancora prematura, ed anche in futuro, ove si decidesse di crearla, non necessariamente dovrebbe essere corrispondente alla metodologia della divisionalizzazione per tipo di servizio. La crescita per espansione dei singoli settori, o di più settori insieme, attraverso alleanze territoriali è molto più lenta da costruire, richiedendo l'accordo con nuovi partner. La fusione Amav-Aspiv, per costituire una nuova società che verrebbe denominata VESTA ha indubbiamente il vantaggio di essere immediatamente disponibile, dato che le due società da fondere sono entrambe del Comune di Venezia. In questo momento, mentre è già possibile prevedere le opportunità di crescita verticale, non è ancora possibile presentare proposte concrete che possano portare ad una crescita dimensionale delle due attuali società, Amav ed Aspiv, singolarmente considerate.

ASM
Già azienda speciale, trasformata in s.p.a. dal 1.01.2000.
Il Comune ha affidato a Asm:
- la gestione dell'autorimessa comunale di P.le Roma, del garage di p.le Candiani, dei parcheggi di Rio Terrà S. Andrea e di S . Giuliano
- la gestione dei pontili al Tronchetto e a San Marco
- il servizio di rimozione natanti
- il servizio di gestione delle aree sosta a pagamento
- il servizio Bollino blu.
La Asm è socia al 3% di Immobiliare Veneziana s.r.l.

AMES
Già azienda speciale, è società per azioni iscritta al registro delle imprese dall'1.12.1999.
Il Comune ha affidato ad Ames la gestione del servizio farmaceutico.
Attualmente Ames gestisce 14 farmacie di cui è titolare il comune di Venezia. Ma ha in programma di assumere la gestione di farmacie comunali di comuni vicini e di offrire servizi nuovi ai cittadini (c.u.p., mediante convenzione con l'U.s.l., analisi in farmacia, informazioni sui servizi comunali, educazione sanitaria).

E' ipotizzabile che in tempi brevi la legislazione muti e consenta la gestione e anche la titolarità in capo a società per azioni. Mutamento che renderebbe più agevole una parziale vendita. Tuttavia in questa materia va valutata la concreta possibilità di vendere a titolari di farmacia, in luogo di grandi imprese del settore. In ogni caso dovrebbe essere garantita la permanenza di quelle farmacie che oggi non sono redditizie, per il ruolo sociale che svolgono.

LA SOCIETA' CHE NON C'E'. CABLATURA DI VENEZIA E TELECOMUNICAZIONI
Anche Venezia deve rapidamente pensare - e i lavori preparatori sono in corso - ad attrezzarsi per poter rendere ai cittadini e alle imprese, oltre che alle altre Istituzioni pubbliche, servizi moderni, e per poter attrarre investimenti nella propria area. Su questo tema verrà presentato un indirizzo specifico, che individui innanzitutto le proposte che si intendono fare in materia di tipologia e qualità dei servizi da istituire, di possibili destinatari, le relative alleanze, e secondariamente le caratteristiche tecniche da adottare.
Per intanto va messo in lavorazione un regolamento del Consiglio per l'utilizzazione del sottosuolo ed in genere per l'individuazione degli interessi generali da garantire in relazione all'adozione delle nuove tecnologie.

Assessore Ugo Campaner


 
Argomento precedente Indice articoli Argomento successivo


 

invia INVIA PAGINA stampa STAMPA