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La Legge Casati
Il senatore Gabrio Casati, divenuto ministro della
pubblica istruzione del Regno di Piemonte e Sardegna, varò,
poco prima della seconda guerra d'indipendenza, una legge
di riforma del sistema scolastico di 380 articoli. Con questa
legge riprese e perfezionò le norme dell'istruzione
secondaria già esistenti: la legge Boncompagni del
1848 sull'insegnamento secondario e la legge Lanza che aveva
collocato la Scuola Normale nell'ordine elementare.
La legge Casati del 1859, nata come legge piemontese, venne
estesa, dopo l'Unità, a tutta l'Italia. Nel
Veneto entrò in vigore dal 1866, anno dell'annessione
della regione al regno d'Italia. E' concepita nel solco della
tradizione e basata sulla realtà lombardo-veneta, già
sufficientemente scolarizzata.
Istituisce un ordinamento scolastico che si propone di dare
un'istruzione elementare a tutti i cittadini, delegando
comunque ai comuni l'organizzazione delle scuole con esiti
molto diversificati da regione a regione. Mantiene, invece,
sotto il diretto controllo dello stato l'istruzione secondaria
in quanto responsabile della formazione delle classi guida
del paese; di qui la separazione tra scuole umanistiche
con il latino e l'accesso all'università e scuole senza
il latino e prive di sbocchi nell'università, che preparavano
alle mansioni esecutive e ai piccoli e medi impieghi: di fatto
le scuole umanistiche erano destinate alle classi medio-alte,
mentre le seconde erano per la piccola borghesia ed i ceti
popolari.
La riforma Casati riguardava tutti gli ordini di scuole.
La Scuola elementare era organizzata in due cicli,
l'inferiore, prima e seconda classe, e il superiore, terza
e quarta. La struttura quadriennale doveva essere gestita
dai comuni in rapporto alle esigenze territoriali e al
bilancio. Era obbligatoria l'istruzione del biennio inferiore
(anche se paterna) per i maschi e per le femmine e veniva
lasciata la possibilità ai comuni di sdoppiare la prima
in due corsi, prima inferiore e superiore che a Venezia furono
attuati per diversi anni, essendo di tradizione austriaca
e quindi in uso da oltre un cinquantennio nella scuola elementare.
Nel primo anno i bambini apprendevano l'alfabeto, i numeri
ed alcune preghiere, durante il secondo iniziavano a leggere
e a scrivere. L'obbligo della Casati era un obbligo di
istruzione e non scolastico, quindi la mancata frequenza
non era perseguibile con sanzioni. Dalla quarta, dopo un esame
di ammissione, si poteva accedere ai tre ordini di scuole,
classiche, tecniche e normali.
La Scuola Normale per la preparazione dei maestri
e delle maestre.
Non era una scuola secondaria, ma apparteneva all'ordine
primario, quello delle scuole elementari. La legge Casati
istituì le Scuole Normali maschili e femminili, distribuite
parallelamente per i due sessi dal Ministero stesso sul territorio
italiano.
La Scuola Normale ebbe il corso inferiore triennale solo nel
1896 con la legge Gianturco. E' interessante notare che, a
livello locale, a Venezia corsi inferiori biennali furono
istituiti fin dal 1874.
Si accedeva alla Scuola Normale con un esame di ammissone,
a 15 anni per le ragazze e a 16 anni per i ragazzi. La legge
Casati faceva vertere l'insegnamento sulle seguenti discipline:
lingua ed elementi di letteratura nazionale, elementi di geografia
generale, geografia e storia nazionale, aritmetica e contabilità,
elementi di geometria, nozioni elementari di storia naturale,
di fisica, di chimica, norme elementari di igiene, disegno
lineare e calligrafia, pedagogia. Per i maschi si aggiunsero
un corso elementare di agricoltura e uno di nozioni generali
dei diritti e doveri dei cittadini con riferimento alla Statuto,
alla legge elettorale, all'amministrazione pubblica. Per le
ragazze un corso di lavori femminili.
Scuole di ordine medio: ginnasio triennale, scuole
tecnica inferiore triennale senza il latino, resa però
umanistica rispetto ai modelli teresiani e austriaci, indirizzava
agli istituti tecnici o al mondo del lavoro.
Scuole superiori
Il liceo classico triennale conduceva a tutte le facoltà
universitarie.
Gli istituti tecnici, anch'essi triennali, articolati in sezioni
specialistiche, per la preparazione di quelle professioni
per le quali non era stabilito un percorso universitario.
Per quest'ordine di scuola la legge non usava il termine di
secondaria e quindi non poteva dare accesso all'università.
Tuttavia, nel regolamento d'attuazione del 1860, negli istituti
tecnici fu anche istituita una sezione fisico-matematica che
dava accesso alle facoltà di scienze fisiche, matematiche
e naturali
L'istruzione tecnica, con interventi di Quintino Sella e di
Francesco De Sanctis fu trasferita al Ministero dell'Agricoltura,
Industria e Commercio a dimostrazione dell'incerta definizione
che si diede a quel complesso di istituzioni scolastiche che
erano estranee all'istruzione classica ma che avevano un ruolo
importante nella vita economica italiana.
La legge Casati dal 1861 regolò, con poche successive
modifiche, per più di sessant'anni, il sistema scolastico
italiano, fino alla riforma Gentile.
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a scuola, nel tempo...
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