|
La Nave-asilo Scilla
All'inizio del novecento Levi Morenos, direttore della Scuola
di Pesca ed Acquicultura, propose alla cittadinanza di Venezia
l'apertura di una Nave-asilo per i figli dei marinai pescatori
dell'Adriatico.
Anche a Napoli nel 1911 si ebbe una Nave-asilo denominata
Caracciolo.
Erano entrambe sorrette dalla beneficenza pubblica, in modo
più consistente quella di Venezia.
Intensa fu l'attività didattica tanto che nel novembre
del 1913 i primi dieci allievi ottennero con successo il grado
di padrone marittimo dopo un esame sostenuto alla Regia Capitaneria
di Venezia.
L'Opera Nazionale di Patronato per le Navi Asilo fu istituita
e riconosciuta quale Ente Morale mediante l'art. 2 della legge
21 giugno1914.
Lo scopo era quello di:
a) procurare i mezzi economici per conseguire i programmi;
b) sollecitare l'istituzione di altre Navi Asilo;
c) aiutare le due Navi Asilo di Venezia e di Napoli;
d) coordinare l'attività con altre istituzioni affini.
Con l'entrata in guerra dell'Italia, nel maggio del 1915,
fu fatta la seguente aggiunta:
e) provvedere agli orfani della gente di mare perita a causa
dell'attuale guerra.
Venne lanciato un appello agli armatori italiani affinchè
concorressero a sovvenzionare le Navi Asilo in quanto formavano
i giovani alla preparazione professionale marinara.
Molti Enti morali di Genova, Spezia, Livorno, Civitavecchia,
Taranto, Bari, Messina, Palermo, Cagliari fecero domande per
ottenere navi radiate dal regio Naviglio per farne sedi di
Asili.
Nel maggio del 1915 il Consiglio di amministrazione dello
Scilla, preoccupato della difficoltà di una rapida
evacuazione della nave se colpita da bombe austriache, inviò
ventiquattro piccoli alunni ad Anzio, dove, nel 1913, era
stato aperto un edificio per accogliere gli orfani dai cinque
agli otto anni (vedi foto n. 1).
Un'altra attività dell'Opera di Patronato fu quella
di aiutare le amministrazioni delle Navi Asilo per provvedere
al collocamento dei minorenni che venivano licenziati dalle
navi. Molti entrarono nella Marina Mercantile o nella Regia
Marina meritandosi promozioni e talvolta decorazioni al merito.
Le Navi Asilo istituivano a bordo scuole elementari, popolari
e professionali.
La Nave-asilo Scilla, ancorata alle Zattere, all'inizio
con l'aiuto modesto dello Stato e soprattutto grazie alle
iniziative locali, conseguì ottimi risultati.
Nel 1914 la scuola veneziana era già completa con quattro
classi elementari, due (la quinta e la sesta) di scuola popolare,
e due di completamento puramente professionali (vedi foto
n. 2, 3, 4, 5 e 6).
Levi Morenos, fondatore dello Scilla, impostò l'indirizzo
educativo delle navi asilo (vedi foto n. 7).
Erano ammessi ragazzi fra i sei e i dodici anni.
Il limite di sei sarà elevato a otto in seguito al
regolare funzionamento dell'Orfanatrofio Marittimo di Anzio.
Nelle Navi Asilo non esisteva libera uscita e i ragazzi venivano
mandati soltanto per uno o due giorni, in casi straordinari,
in licenza presso le loro famiglie che avevano l'obbligo di
ricondurli personalmente.
L'Amministrazione comunale guidata dal sindaco Grimani nel
1916 decise di istituire due "piazze" gratuite per
il mantenimento degli orfani dei pescatori lagunari e dei
gondolieri veneziani. In seguito salirono a dieci.
L'Opera Nazionale di Patronato contribuiva per 40 orfani alla
metà della spesa effettiva di mantenimento; in totale
la Scilla ne ospitava quasi ottanta.
Nel 1921 venne inaugurata la sezione a terra della
Scilla e la consegna della nave Volturno, da parte della Marina,
per sostituire la vecchia Scilla (vedi foto n. 8).
I marinaretti erano 180 tra i sei e i sedici anni.
La sede a terra si trovava in una palazzina in fondamenta
Briati in cui erano predisposte aule per ospitare gli alunni
delle prime quattro classi elementari.
Il personale era costituito anche da ex ufficiali e sottufficiali
della Marina per preparare i più piccoli alla vita
di bordo.
Il 9 aprile 1921 era stata stipulata una convenzione fra
il Comune di Venezia e l'amministrazione della Scilla mediante
la quale si riconosceva a sgravio del Comune la scuola interna
della Nave.
Gli allievi che avevano superato l'esame pubblico di ammissione
alla quinta classe, frequentavano il Corso Popolare nella
scuola Comunale di San Samuele, quelli che avevano conseguito
la licenza si preparavano nella scuola di bordo agli esami
di "padrone marittimo" o si esercitavano presso
la R. Scuola Meccanici per diventare meccanici o motoristi.
Coloro che non avevano disposizione per lo studio, raggiunta
l'età di 12 anni e ottenuto il certificato di III elementare
venivano avviati a professioni manuali e pratiche che svolgevano
anche nella valle da pesca "Trozzon di sotto" ceduta
in uso allo Scilla.
Ogni allievo possedeva un libretto di risparmio in cui depositava
le somme che gli venivano offerte o che in seguito guadagnava.
Nel giugno del 1927 il presidente della Nave-Scuola Scilla
Emilio Ninni in un articolo sulla Rivista di Venezia descrisse
l'Istituzione che ospitava ormai 220 orfani, chiamati Balilla
e Avanguardisti del mare.
L'Istituzione aveva due sezioni: una a terra, l'altra sulla
nave.
Si riteneva dannoso tenere in comune nell'ambiente nave 200
bambini di età diversa.
Si organizzò quindi la sezione a terra per quelli compresi
fra i sette e i dodici anni che frequentavano la scuola elementare,
venivano istruiti alla voga e al nuoto e periodicamente si
recavano sulla nave.
A 13 anni passavano sulla Nave dove ricevevano in consegna
il libretto di matricola, la branda e il sacco di corredo
di cui erano responsabili.
Il regolamento interno era conforme a quello delle Navi-Scuola
della R. Marina.
Sveglia di buon mattino, pulizia personale, della biancheria
e dei ponti, manutenzione ordinaria della nave, esercitazioni
di riva, di manovra, di voga e di nuoto, istruzione militare,
scuola elementare, applicazione alla scuola di nautica per
il grado di capitano di piccolo cabotaggio, oppure per la
preparazione dei mozzi nocchieri e per la pesca, scuola di
motoristi navali, integrata dall'educazione morale, civile
e religiosa, quest'ultima affidata all'Istituto Cavanis.
La Sezione a terra disponeva anche di un edificio che ospitava
officine Meccanici, Velai e Attrezzatori Navali.
L'istruzione pratica in mare venne svolta su piccole
unità della R. Marina, adibite a ricerche di pesca
ed a studi talassografici.
La scuola pratica di pesca d'alto mare era organizzata su
due bragozzi a vapore, Labor e Virtus, costruiti a Chioggia
e acquistati grazie ad una sottoscrizione cittadina.
Nel 1926 furono licenziati 28 marinaretti e così collocati
dalla Nave-Scuola :
4 imbarcati nella R.Marina, 18 su piroscafi delle Società
di navigazione, 2 su motovelieri, 2 su bragozzi a motore,
1 Velaio attrezzatore navale.
La Direzione della Scilla raccoglieva i rapporti dai vari
Comandanti, che generalmente erano ottimi, e interveniva con
incoraggiamenti o ammonimenti.
I bilanci erano sorretti largamente dalla pubblica beneficenza
e dagli Enti locali.
L' Opera Nazionale Balilla, di cui era presidente
l'on. Ricci, nel 1928 assunse la direzione dello Scilla.
Nel 1931 il Comune deliberò di concedere altri due
maestri per le scuole interne della nave, scelta opportuna
in vista del numero elevato di marinaretti presenti sulla
vecchia nave Volturno e che aumenterà dato che l'Istituto
aveva avuto in concessione la Vespucci, in allestimento in
Arsenale.
La Nave-Asilo negli anni trenta venne ormeggiata a San Niccolò
al Lido e i ragazzi delle classi IV e V frequentarono la sezione
maschile della scuola elementare Gabelli a Santa Maria Elisabetta.
Il 23 novembre del 1936 la Scuola Marinaretti Scilla venne
trasferita provvisoriamente a Chioggia nella Caserma Santa
Croce in attesa della nuova sede a Sant'Elena.
Invece vi rimase due anni e il 12 ottobre del 1938, per disposizione
del Comandante Generale della G.I.L. , fu deciso il trasferimento
a Sabaudia.
Il 1 luglio 1940 fu emanata del Re la legge che sopprimeva
le navi scuola marinaretti e istituiva la scuola marinara
Caracciolo della G.I.L. a Sabaudia.
Erano previsti i corsi : elementare, professionale di tipo
industriale, scuola tecnica.
Anche i relativi patrimoni furono corrisposti alla G.I.L.
ai fini del mantenimento della Scuola marinara.
|
|

Foto 1. Orfanotrofio marittimo "Vittorio Emanuele III"
di Anzio. La squadra dei "marinaretti" di Venezia
e quella dei "piccoli" di Anzio.

Foto 2. La nave -asilo Scilla e le sue imbarcazioni.

Foto 3. Esercizi di vela in laguna

Foto 4. Imbrogliare e serrare le vele.

Foto 5. La lavorazione delle reti.

Foto 6. Esercitazione di remi in laguna

Foto 7. La copertina dell'opuscolo di D. Levi Morenos. [Da
qui sono tratte le foto che illustrano questa scheda]

Foto 8. La sede a terra, in fondamenta Briati.
|