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ISTITUTO D'ARTE
L'idea di aprire una scuola d'arte a Venezia si era
avuta già a fine Settecento.
Infatti, in un rapporto alla Deputazione del Commercio e dei
Cinque Savi alla Mercanzia del 28 settembre 1784, Marco Foscarini
aveva proposto di fondare una scuola a vantaggio delle industrie
artistiche veneziane, affinché i giovani potessero
diventare "esperti nel disegno e nella disposizione
dei colori". Il discorso però fu accantonato
a causa degli avvenimenti politici della Repubblica e negli
anni successivi di dominazione austriaca.
Riprese dopo l'unità del Veneto all'Italia, quando
un gruppo di benemeriti cittadini nel 1871 promosse l'apertura
di una scuola per formare ed elevare l'educazione artistica
dei giovani.
Il 18 settembre 1872 si aprì, per sei mesi, una piccola
scuola con un ristretto bilancio. Gli enti sovvenzionatori
la Camera di Commercio, il Comune, lo Stato (la Provincia
in quel momento negò ogni suo aiuto).
Il 1° gennaio 1873 furono aperte le iscrizioni ed il
15 febbraio iniziarono le lezioni con 118 allievi,
nel secondo piano di palazzo Da Ponte, in calle del Dose a
S. Maurizio.
La direzione fu assunta fino al 1894 da Guglielmo Stella,
pittore e letterato. Nel suo discorso inaugurale il direttore
spiegò che la ragione dell'apertura della scuola era
di far progredire le industrie veneziane, qualificando la
produzione secondo la millenaria tradizione del ricco artigianato
veneziano. Perciò era necessario impartire l'educazione
artistica sia ai giovani desiderosi di apprendere a disegnare
e modellare sia agli operai in modo che non fossero solo esecutori
materiali.
Si rivolgeva pertanto agli "intagliatori, stippettai,
ornatisti, lavoratori in vetro, mosaicisti, falegnami, fabbri
e fonditori, orefici" affinché approfittassero
dei benefici dell'istruzione artigiana" che erano invitati
a mandare i garzoni, gli apprendisti e i loro figlioli nel
caso avessero voluto continuare il mestiere paterno. La scuola
era solo in orario serale per dar modo ai lavoratori
di svolgere la loro attività di mattina.
Contro il nuovo istituto si alzarono ben presto atti d'accusa,
soprattutto da parte di quelli che affermavano che si voleva
fare una seconda Accademia. Stella con discorsi e scritti
sui giornali difese sempre la scuola che chiamava la "sua
creatura".
Il 25 febbraio 1876, riconosciuti lo statuto ed il
regolamento da parte del Ministero dell'Agricoltura, Industria
e Commercio la Scuola Veneta d'Arte applicata all'Industria
iniziò ufficialmente la sua attività
e si spostò a palazzo Corner Mocenigo a S. Polo.
Nel 1880 partecipò alla Mostra Industriale di Milano
con una rassegna prevalentemente didattica nella quale risultarono
chiari i metodi, i concetti adottati e seguiti nell'insegnamento
e i risultati ottenuti. La scuola, insieme con altre due scuole
del Regno vinse la medaglia d'oro.
Nel 1884 morì l'assessore Cattaneo che era stato sempre
il sostenitore dell'istituzione.
Negli anni successivi, la scuola andò incontro a disagi
materiali ed economici, non avendo visto l'aumento del proprio
bilancio né la sistemazione in una sede definitiva.
Il direttore Stella cominciò una vera e propria battaglia
in difesa della scuola che, di proposito, non partecipò
alla Mostra Nazionale Industriale di Torino del 1884.
Il Consiglio dirigente e il direttore presentarono una relazione
nella quale esponevano le ragioni della mancata partecipazione
e denunciavano la precaria situazione economica nella quale
si trovava l'istituto.
La relazione ebbe il suo effetto ed il 26 novembre di quell'anno
Stella fu chiamato a Roma, insieme ai dirigenti di Roma Napoli,
Milano e Firenze a far parte della Commissione Reale incaricata
dello studio dell'istruzione artistica ed industriale in Italia.
Approfittando della sua presenza a Roma, Stella, accompagnato
da Luigi Luzzatti, allora segretario generale del Ministero
dell'Agricoltura, Industria e Commercio, che della scuola
fu sempre sostenitore, riuscì ad ottenere da parte
del Ministero una nota agli enti contribuenti, nella quale,
riconosciuto l'alto valore della scuola, si sosteneva la necessità
che fossero aumentate le sovvenzioni.
Sempre nel 1884 la scuola, che non aveva partecipato alla
mostra di Torino, inviò il suo materiale ad Anversa,
dove Stella fu inviato per la sistemazione della Sezione delle
Scuole d'Arte italiane e alla scuola fu conferita la medaglia
d'oro.
Il 9 maggio 1886 con Regio Decreto venne approvato il nuovo
Regolamento e fu quasi raddoppiato il bilancio.
La scuola cominciò ad avere due sezioni: la sezione
inferiore e quella superiore. Mancava di un museo d'arte industriale,
a somiglianza di quelli di Roma e di Torino, annessi alla
scuola, ma fece riferimento alle sale del Correr e questo,
come molte volte puntualizzò Stella non per replicare
l'antico ma, attraverso lo studio dell'antico, per preparare
i giovani ad una nuova visione delle opere d'arte. Venne raccolto
a tal scopo anche un archivio di foto, di oggetti d'arte
che oggi deve considerarsi un'interessantissima fonte di conoscenza
sugli stili dell'arte applicata.
Nel 1890 partecipò alla Mostra Comparativa delle Scuole
Nazionali di Arte applicata a Roma ma non vinse nessun premio,
con la motivazione che i corsi superiori non avevano avuto
un'influenza determinante sulle produzioni locali.
Stella, nel discorso inaugurale dell'anno1890/91 fece riferimento
a questo giudizio, puntualizzando che i corsi superiori erano
appena stati istituiti e non avevano ancora raggiunto l'effetto
desiderato. Nel 1894, con la morte di Stella, la scuola perse
il suo ideatore e finì il suo periodo eroico. A lui
è dedicata una lapide nell'atrio della scuola; un'altra
è dedicata a Mario Salvini che diresse la scuola dal
1908 al 1921.
Nel 1898 la scuola fu portata in una parte del convento
dei Carmini, dove si trova tuttora. La sua attività
fu premiata con la medaglia d'oro alla Mostra internazionale
di Parigi del 1899 e a quella di Saint Louis (America) del
1904. Negli anni tra il 1907 e il 1936 ottenne molti altri
riconoscimenti: medaglie d'oro, d'argento e di bronzo e Gran
Premi.
Il 25 maggio 1905 i corsi, che fino a quel momento
erano stati serali, divennero diurni e il 14 luglio
1907 venne trasformata in R. Scuola Superiore d'Arte Applicata
all'Industria e passò sotto la tutela del Ministero
dell'Agricoltura, Industria e Commercio.
Durante la prima guerra mondiale molti alunni della scuola
morirono in guerra e sono ricordati in una lapide posta nell'atrio
dell'attuale edificio.
Nel 1935, per incarico del podestà di Venezia, Marco
Alverà, fu aggiunta la sezione di scenografia
che ebbe una sezione pratica presso il teatro "La Fenice"
e nella sezione di decorazione industriale, fu istituito lo
studio del figurino teatrale.
La scuola d'arte collaborò con la ditta di merletti
Asta e la ditta Martinazzo, con la ditta di tessuti Rubelli.
Gli alunni eseguirono il mosaico della Scuola navale Morosini,
i pannelli murali del patronato dei Carmini. La sezione oreficeria
eseguì la croce astile in argento sbalzato per la chiesa
dei Carmini. Inoltre gli alunni realizzarono una lunetta lignea
per la chiesa di Ca' Corniani di Marghera e la portella in
rame del tabernacolo.
La scuola partecipò a varie mostre, alla triennale
di Milano, alla Biennale di Venezia ed ebbe gran riconoscimento
alla Mostra per le Scuole d'Arte Decorativa in Italia, nel
1940.
Nella scuola insegnò anche G. Lorenzetti, storico dell'arte
e autore della famosa guida di Venezia. Anche a lui è
dedicata una lapide (vedi foto n. 5).
Negli anni successivi la scuola si arricchì di nuovi
spazi, di laboratori, venne arricchito il Museo d'arte, annesso
all'istituto, con doni e acquisti di oggetti preziosi e di
sussidi didattici e si aprirono una decina di sezioni speciali.
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Foto 1. Istituto d'Arte. L'aula magna.

Foto 2. L'ingresso dell'Istituto in campo dei Carmini

Foto 3. Il chiostro del convento dei Carmini, sede dell'Istituto.

Foto 4. La sede di Corso del Popolo, a Mestre.

Foto 5. Lapide degli allievi morti nella 1 guerra mondiale.

Foto 6. Bassorilievo in ricordo di Giulio Lorenzetti, che
insegnò nella scuola.

Foto 7. Lapide in ricordo del direttore Marco Salvini.

Foto 8. Un manufatto degli allievi.
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