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La Regia Scuola di avviamento al lavoro
Nel 1926 il comune di Mestre venne annesso a quello di Venezia.
Cominciò la proliferazione di corsi di formazione
al lavoro di varia natura, perlopiù su proposta
prima del Consorzio Facoltativo delle Scuole di Avviamento
professionale e poi dal 1929 dal Consorzio Provinciale Obbligatorio
per l'Istruzione Tecnica di Venezia.
Anche per Mestre, seppure in seconda battuta rispetto Venezia,
cominciò una nuova stagione nel campo della formazione
professionale, conseguenza dell'enorme crescita di Porto Marghera
e della politica del regime fascista.
Già dal 1925 l'autonomo comune di Mestre pensava ad
una Regia Scuola di avviamento al lavoro con una sezione di
meccanici e una di falegnami.
La relazione ricorda che:
"L'orario giornaliero di queste
Scuole è di otto ore, quindi l'alunno si abitua alla
disciplina del lavoro e nelle officine acquista dimestichezza
con il macchinario, abituandosi alla conoscenza tecnologica
- pratica della struttura e del funzionamento sia dell'utensile
che del macchinario medesimo".
E poi, ancora, che lo
"scopo precipuo di queste Scuole è di redimere
le nuove generazioni dagli speculatori che nella maggior parte
delle officine si servono di giovanetti dai 12 ai 15 anni
al solo scopo di sfruttarli, creando in tal modo operai inetti
e privi di cultura. Aumentando il numero di queste Scuole,
l'Industria avrà operai specializzati giovanissimi,
i quali dimostreranno all'estero che in Patria una fucina
d'intellettualità li preparò al sapere, per
difendere con Romano orgoglio i più alti destini della
Patria Immortale".
Si pensava anche ad una "sezione cementisti", "dato
che l'arte edilizia tende ad uno sviluppo maggiore" e
aiuterebbe "a salvare in parte le obbrobriose costruzioni
edilizie congestionate da impasti di vari stili male copiati
e peggio ancora pessimamente interpretati".
Nell'anno scolastico 1929\1930 a Mestre cominciò
a funzionare una Scuola di Avviamento al Lavoro istituita
dal comune di Venezia e titolata a Vittorio Emanuele III.
L'orario era al mattino e al pomeriggio e c'era una sezione
maschile dove si imparava meccanica e falegnameria e una femminile
di economia domestica e lavori femminili.
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Foto 1. Scuola di avviamento professionale
"Vittorio Emanuele III". Un'officina. (ASCV. Fondo
Giacomelli)

Foto 2. Scuola di avviamento professionale
"Vittorio Emanuele III". Laboratorio di economia
domestica. (ASCV. Fondo Giacomelli)
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