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La scuola era per "la classe degli operai" e si
pensava che l'insegnamento dovesse avere per scopo "l'utilità
dell'artiere, del padrone di officina, e del committente dei
lavori".
L'operaio doveva comprendere con facilità l'opera
da eseguire, spiegare ad altri il lavoro che intendeva fare
e rappresentarlo con il disegno "nelle sue varie parti,
affinché non abbia a perdere tempo e materiale nella
costruzione di modelli; abbia esercitato l'occhio nel determinare
le giuste proporzioni delle varie parti del suo lavoro, abbia
educato il gusto per dare al lavoro suo quelle forme, che
tanto accrescono colla bellezza delle linee il pregio dell'opera".
Doveva avere abilità per il disegno geometrico, sia
col compasso e colla riga, sia a mano libera. L'abilità
di disegnare a mano libera schizzi di oggetti da costruire,
di parti meccaniche, di cicli produttivi, fu una peculiarità
di quanti frequentarono questo tipo di scuola di disegno dalla
sua nascita fino al secondo dopoguerra.
Sorge questa finalità didattica dalla volontà
di non creare un operaio troppo tecnico, con capacità
di programmazione e comando, che andasse ad occupare posti
di lavoro destinati a classi più agiate.
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Foto 1. Quaderno per i disegni a mano libera della Scuola
d'arte N. Ticozzi di Mestre.
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