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ISTITUTO MAGISTRALE STATALE "L. STEFANINI"
di Mestre

   

 

 
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ISTITUTO MAGISTRALE STATALE "LUIGI STEFANINI"

Notizie sulla scuola

L'Istituto Magistrale Statale "Luigi Stefanini" diventa autonomo il 1° ottobre 1964, dopo essere stato sede sussidiaria dell'Istituto Statale Magistrale "Niccolò Tommaseo". Ha sede nella scuola elementare "Cesare Battisti" di via Cappuccina (vedi foto n. 1).
La separazione appare necessaria perché nell'a.s. 1963/64 funzionavano nella sede di Mestre undici classi che fruivano della palestra annessa alla scuola. L'allora preside G. Molinini gestisce la separazione distribuendo tre dei cinque corsi in organico alla sede di Venezia e due alla sede di Mestre. Inoltre assegna le cattedre ai docenti in servizio suddividendoli presso le due sedi.
Successivamente l'istituto passa alla sede di via Cicognara n.° 6.
Nel 1970 l'istituto, in continua espansione, occupa alcune aule della scuola in via Manin alla Gazzera, alcune aule presso la parrocchia dei Servi di Maria, presso il Cinema S. Marco, presso la scuola elementare "G. Leopardi". Nel 1984 funzionavano 54 classi.

Nell'anno sc. 1973/74, sotto la presidenza di Attilio Zambon, il numero degli alunni è di 834 (maschi 82, femmine 752); l'anno successivo gli alunni continuano a crescere e sono 862.
In seguito alla continua espansione e grazie alla spinta data dall'attività di sperimentazione, l'Istituto deve trovare spazi per le classi, che occupano a macchia di leopardo, una vasta area del territorio mestrino: ad esempio nel 1976, oltre alle sedi già nominate, funziona un corso sperimentale presso il patronato di via Aleardi, nel 1979 alcune classi sperimentali hanno sede presso la parrocchia di Catene.
Finalmente nel 1979 viene costruita l'edificio di via del Miglio, grazie anche all'appoggio dell'allora assessore alla P. I. Nereo Laroni. La nuova sede fu consegnata nel settembre del 1980 (vedi foto n. 2 - 5).

La sperimentazione

La sperimentazione parte nel 1975, trovando la sua legittimazione nel DPR 419/74, che definisce sia la "sperimentazione metodologico-didattica" (art.2) sia la "sperimentazione di ordinamenti e strutture" (art.3).

In un momento in cui scuola e famiglia vivono una profonda crisi, la sperimentazione si pone come un tentativo rilevante per rompere la rigidità della scuola e per renderla adatta alla crescita dei giovani come cittadini e come futuri professionisti; diventa quindi un tentativo per porre le basi per una successiva e organica riforma della scuola.
L'animatore è il prof. Pasquale Palmeri, che coordina un gruppo di insegnanti impegnati dall'interno stesso della scuola ad operare per un rinnovamento complessivo dell'insegnamento, raccogliendo anche il contributo degli studenti, delle loro famiglie e dell'intero corpo sociale.

L'obiettivo della nuova scuola secondaria superiore, come si può desumere da una relazione di Palmeri tenuta al convegno Sperimentazione e Riforma organizzato dall'assessore all'Istruzione e alla Cultura della Provincia di Venezia, Luigia Rizzo Pagnin, "è indirizzata… a completare, nel Biennio, la formazione di tutti i cittadini (nella prospettiva del prolungamento di due anni dell'obbligo scolastico) ed a preparare, nel Triennio, una larghissima parte dei cittadini all'esercizio di un'attività professionale…".
Il biennio deve completare la preparazione dello studente che decide di inserirsi subito nel mondo del lavoro e far acquisire la necessaria preparazione di base a coloro che intendono proseguire gli studi.
La scuola è vista come il luogo in cui ci si può "esprimere liberamente", in un'età in cui l'ambiente familiare non dà più piena soddisfazione, e in cui si può "maturare intellettualmente e socialmente". In questa prospettiva la valutazione nel biennio è stata intesa soprattutto come "promozionale" e "orientativa".
L'elemento caratterizzante la sperimentazione dell'Istituto Stefanini è rappresentato dalle "ricerche interdisciplinari", socio-ambientali nel biennio e storiche nel triennio, "che costituiscono il fulcro di una parte notevole dell'attività didattica e si realizzano attraverso un lavoro coordinato di gruppi interclasse, e di più docenti impegnati in ore di compresenza" (vedi relazione di P. Palmeri).

I problemi di fondo affrontati nella progettazione del triennio sono due. Da un lato la "ricerca storica interdisciplinare" si propone il superamento della divaricazione tra cultura umanistica e cultura scientifica, "cercando di soddisfare l'esigenza relativa di ogni disciplina, di un chiarimento storico ed epistemologico: ciò implica che nessuna disciplina possa ridursi alla sua storia e nessuna possa prescindere dalla sua storia".
Il secondo problema è costituito dal rapporto cultura - professionalità: l'obiettivo è raggiungere un equilibrio nella formazione tra conoscenze teoriche, conoscenze tecnologiche e operatività, in modo che "teoria e pratica si compenetrino e non si presentino come modelli di cultura alternativa" (vedi sempre relazione di Palmeri).
Il tempo scuola si articola in 37 ore complessivamente assegnate all'Area comune, opzionale e di indirizzo e tre-quattro ore facoltative di attività libere, che costituiscono l'Area elettiva sia nel Biennio Unitario sia nel Triennio. L'organizzazione scolastica del lavoro degli alunni prevede una pluralità di sistemi di raggruppamento: classi, modulo di classi parallele, gruppi all'interno delle singole classi, gruppi interclasse, gruppi opzionali, gruppi di indirizzo.
Oltre al Biennio Unitario, la sperimentazione prevede un Triennio Policomprensivo, costituito dai seguenti indirizzi:
Socio-pedagogico 5 anni titolo: maturità magistrale
Scientifico 5 anni titolo: maturità scientifica
Linguistico 5 anni titolo: maturità linguistica
Attualmente nell'istituto sono attivati quattro indirizzi di studio: indirizzo tecnologico-scientifico (5 anni); indirizzo linguistico (5 anni); indirizzo socio-psico-pedagogico (5 anni) e indirizzo delle scienze sociali. Quest'ultimo, nato cinque anni fa, costituisce una sperimentazione autonoma (esistono circa 200 licei simili in Italia). I tratti caratteristici sono costituiti da un approccio metodologico interdisciplinare e da contenuti di apprendimento strutturati su nuclei tematici in ambito storico-antropologico-sociale. L'orario curricolare varia da 34 a 36 ore a seconda dei diversi indirizzi.

Fonti: Atti del Convegno "Sperimentazione e Riforma" della Provincia di Venezia
Archivio dell'Istituto Magistrale Statale "N.Tommaseo" (anni '60)
Archivio dell'Istituto Magistrale Statale "L.Stefanini"
Testimonianze orali di Massimo Agnetti (Direttore Amministrativo)

 

 

Foto 1. La sede originaria dell'Istituto Stefanini in via Cappuccina.

Foto 2. La sede attuale dell'Istituto, in via del Miglio.

Foto 3. La sede attuale dell'Istituto, in via del Miglio. Il portone di ingresso.

Foto 4. La sede attuale dell'Istituto, in via del Miglio. La targa.

Foto 5. La sede attuale dell'Istituto, in via del Miglio. L'androne.

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