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ANNI DI GUERRA
Tempo di guerra
e i documenti dell'Archivio di quegli
anni tratteggiano il quadro di una Marghera affamata ed impaurita,
come accadeva nel resto del Paese.
La relazione dell'Ispettore Scolastico Governativo - siamo
nell'anno scolastico 1943/44 - rende, con chiarezza, l'idea
della situazione scolastica di allora:
"Il 6 Ottobre 1943 XXI nella
zona di Marghera, si verificò la prima incursione nemica:
e se l'abitato del quartiere urbano non fu colpito, altre
località soffersero danni alle cose e alle persone.
Perciò l'Autorità scolastica competente, in
seguito a parere dell'UNPA, sospese la riapertura di tre scuole
del Circolo (Catene, Villabona, Chirignago) limitando la frequenza
della F. Grimani di Marghera ai soli alunni di classe
V. Successivamente una buona metà della scuola stessa
fu requisita per la Croce Rossa che vi organizzò un
posto di primo soccorso.
Di conseguenza le esercitazioni di lavoro si limitarono a
lavori agricoli e a giardinaggio, che si sono svolti nelle
scuole di Malcontenta e di Ca' Emiliani, mentre a Marghera
l'attività lavorativa, fu ridotta alle sole V classi
frequentate da un numero quasi limitato di alunni.
In questa scuola le esercitazioni si svolsero nelle aule con
lavori di cartonaggio e con tondino di ferro. Non di rado
furono sospese da allarmi aerei che costringevano gli alunni
a sospendere il lavoro per raccogliersi nel rifugio annesso
alla scuola.
Gli orti di guerra, invece, ebbero il pieno sviluppo nelle
scuole sopra accennate, ma gli alunni non poterono lavorare
dopo il 28 marzo (1944) (giorno del bombardamento che lesinò
la stessa scuola di Marghera) perché alcune scuole
furono occupate dalle suppellettili delle famiglie sinistrate."
Di quel tragico anno scolastico 1943/44, si legge nelle cronache
dei registri.
Ripone speranze nel futuro il maestro Bruno d'Este,
lo stesso cui l'allievo Fontana riconosce il merito di trasmettere
positività agli alunni, che il 22 novembre, primo giorno
di scuola, nel '43 appunta:
"Le circostanze particolarmente
dolorose e gravi per la nostra povera Italia con cui si inizia
l'anno scolastico ci impegna maggiormente al lavoro per la
nostra cara fanciullezza su cui riponiamo le nostre speranze
per la rinascita della Patria
".
La maestra, Ilide Bernardi, sottolinea come, a Marghera,
frequentino solo le classe V: il primo giorno di scuola, "quasi
tutte le alunne hanno portato oggi la dichiarazione del padre
che mi autorizza, in caso di allarme aereo a trattenerle a
scuola o lasciarle in libertà. Ho subito diviso la
classe in due gruppi per non creare confusioni in caso di
allarme."
E' il 10 dicembre del '43 e, sempre la Bernardi, riporta:
"Stamani due minuti prima delle 8.30 l'urlo delle
sirene ha squarciato l'aria, mettendo in fuga le ritardatarie
che si trovavano per strada. Ho condotto le alunne nel rifugio
della scuola".
Stessa angoscia, quattro giorni più tardi: "Anche
stamane due segnali d'allarme hanno interrotto per ben due
volte le lezioni. Le bimbe in generale si mantengono abbastanza
calme e questo facilita il mio compito ".
E ancora, il maestro Bruno Nervo parla, a proposito
del 20 dicembre, di un allarme aereo dalle ore 9.15 alle ore
10.
"Le scolaresche vengono accompagnate nel ricovero stabilito.
Inconvenienti: Il ricovero già semiaffollato da donne,
uomini, bambini del luogo che vi si trovano nel massimo disordine;
l'aria è ammorbata dalle esalazioni di un gabinetto
che si trova nel massimo sudiciume immaginabile".
Alla ripresa delle lezioni, il 10 gennaio del '44,
"Dalla Presidenza Provinciale
dell'Opera Nazionale Balilla - scrive sempre D'Este - viene
comunicato l'orario di educazione fisica: dalle 9.30 alle
9.50
. Viene altresì comunicato dalla predetta
Presidenza la preghiera del seguente testo da recitare prima
della refezione scolastica: "O Signore Iddio. ti ringrazio
per il pane che ci dai ogni giorno in questa benefica assistenza
tanto gradita ai nostri cuori. Salva la Patria e il Duce!
proteggi le armate repubblicane che ridanno luce e gloria
all'Italia tua figlia prediletta nei secoli. Così sia!"
Potranno usufruire della refezione quegli alunni che risultino
iscritti nell'elenco dei poveri e che dovranno presentare
il libretto di povertà."
Il giorno successivo, un ordine superiore stabilisce
che l'orario di uscita degli alunni sia anticipato alle ore
11 "per consentire agli scolari stessi di raggiungere
i loro famigliari". Una decisione assunta in seguito
alla constatazione che gli allarmi aerei si susseguono con
frequenza sempre maggiore e, spesso, verso le 11,30.
"Alcuni alunni
hanno
smesso di frequentare la scuola, - scrive il maestro il 15
gennaio - ciò per il timore dei genitori causato dalle
recenti vicine incursioni aeree che hanno consigliato l'allontanamento
da questo centro industriale di buona parte della popolazione.
Il 24 febbraio dal suo registro si coglie che "
da
qualche giorno, è stato sospeso il riscaldamento alla
Grimani: chi ce l'ha sta in classe con il cappotto."
E' del 3 marzo, la nota della maestra Ida De Marco:
"Continuano gli allarmi: finora
Marghera é stata preservata, ma fino a quando? Cessato
l'allarme non tutte le alunne si presentano: vengono soltanto
quelle che stanno più vicine alla scuola e allora addio
programma da svolgere!"
Mancano cinque giorni al devastante bombardamento su
Marghera, e la stessa insegnante annuncia alle sue ragazze
che
"Fra qualche giorno andremo nel cortile
della scuola a seminare il nostro appezzamento di terreno.
Le alunne - commenta - sono entusiaste! Hanno già portato
semi di qualità diverse. Ho detto oggi
.. che
in settimana incominceremo a cucire o a sferruzzare, anche
di questo sono entusiaste."
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Foto 1. Campo solare. Mensa.
1940-41
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