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SCUOLA ELEMENTARE "FILIPPO GRIMANI"
di Marghera - Mestre

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Incursioni su Marghera

[dr] 
 


ANNI DI GUERRA

Tempo di guerra … e i documenti dell'Archivio di quegli anni tratteggiano il quadro di una Marghera affamata ed impaurita, come accadeva nel resto del Paese.

La relazione dell'Ispettore Scolastico Governativo - siamo nell'anno scolastico 1943/44 - rende, con chiarezza, l'idea della situazione scolastica di allora:

"Il 6 Ottobre 1943 XXI nella zona di Marghera, si verificò la prima incursione nemica: e se l'abitato del quartiere urbano non fu colpito, altre località soffersero danni alle cose e alle persone. Perciò l'Autorità scolastica competente, in seguito a parere dell'UNPA, sospese la riapertura di tre scuole del Circolo (Catene, Villabona, Chirignago) limitando la frequenza della F. Grimani di Marghera ai soli alunni di classe V. Successivamente una buona metà della scuola stessa fu requisita per la Croce Rossa che vi organizzò un posto di primo soccorso.
Di conseguenza le esercitazioni di lavoro si limitarono a lavori agricoli e a giardinaggio, che si sono svolti nelle scuole di Malcontenta e di Ca' Emiliani, mentre a Marghera l'attività lavorativa, fu ridotta alle sole V classi frequentate da un numero quasi limitato di alunni.
In questa scuola le esercitazioni si svolsero nelle aule con lavori di cartonaggio e con tondino di ferro. Non di rado furono sospese da allarmi aerei che costringevano gli alunni a sospendere il lavoro per raccogliersi nel rifugio annesso alla scuola.
Gli orti di guerra, invece, ebbero il pieno sviluppo nelle scuole sopra accennate, ma gli alunni non poterono lavorare dopo il 28 marzo (1944) (giorno del bombardamento che lesinò la stessa scuola di Marghera) perché alcune scuole furono occupate dalle suppellettili delle famiglie sinistrate."

Di quel tragico anno scolastico 1943/44, si legge nelle cronache dei registri.
Ripone speranze nel futuro il maestro Bruno d'Este, lo stesso cui l'allievo Fontana riconosce il merito di trasmettere positività agli alunni, che il 22 novembre, primo giorno di scuola, nel '43 appunta:

"Le circostanze particolarmente dolorose e gravi per la nostra povera Italia con cui si inizia l'anno scolastico ci impegna maggiormente al lavoro per la nostra cara fanciullezza su cui riponiamo le nostre speranze per la rinascita della Patria…".

La maestra, Ilide Bernardi, sottolinea come, a Marghera, frequentino solo le classe V: il primo giorno di scuola, "quasi tutte le alunne hanno portato oggi la dichiarazione del padre che mi autorizza, in caso di allarme aereo a trattenerle a scuola o lasciarle in libertà. Ho subito diviso la classe in due gruppi per non creare confusioni in caso di allarme."
E' il 10 dicembre del '43 e, sempre la Bernardi, riporta: "Stamani due minuti prima delle 8.30 l'urlo delle sirene ha squarciato l'aria, mettendo in fuga le ritardatarie che si trovavano per strada. Ho condotto le alunne nel rifugio della scuola".
Stessa angoscia, quattro giorni più tardi: "Anche stamane due segnali d'allarme hanno interrotto per ben due volte le lezioni. Le bimbe in generale si mantengono abbastanza calme e questo facilita il mio compito ".

E ancora, il maestro Bruno Nervo parla, a proposito del 20 dicembre, di un allarme aereo dalle ore 9.15 alle ore 10.

"Le scolaresche vengono accompagnate nel ricovero stabilito. Inconvenienti: Il ricovero già semiaffollato da donne, uomini, bambini del luogo che vi si trovano nel massimo disordine; l'aria è ammorbata dalle esalazioni di un gabinetto che si trova nel massimo sudiciume immaginabile".

Alla ripresa delle lezioni, il 10 gennaio del '44,

"Dalla Presidenza Provinciale dell'Opera Nazionale Balilla - scrive sempre D'Este - viene comunicato l'orario di educazione fisica: dalle 9.30 alle 9.50 …. Viene altresì comunicato dalla predetta Presidenza la preghiera del seguente testo da recitare prima della refezione scolastica: "O Signore Iddio. ti ringrazio per il pane che ci dai ogni giorno in questa benefica assistenza tanto gradita ai nostri cuori. Salva la Patria e il Duce! proteggi le armate repubblicane che ridanno luce e gloria all'Italia tua figlia prediletta nei secoli. Così sia!" Potranno usufruire della refezione quegli alunni che risultino iscritti nell'elenco dei poveri e che dovranno presentare il libretto di povertà."

Il giorno successivo, un ordine superiore stabilisce che l'orario di uscita degli alunni sia anticipato alle ore 11 "per consentire agli scolari stessi di raggiungere i loro famigliari". Una decisione assunta in seguito alla constatazione che gli allarmi aerei si susseguono con frequenza sempre maggiore e, spesso, verso le 11,30.

"Alcuni alunni …… hanno smesso di frequentare la scuola, - scrive il maestro il 15 gennaio - ciò per il timore dei genitori causato dalle recenti vicine incursioni aeree che hanno consigliato l'allontanamento da questo centro industriale di buona parte della popolazione.

Il 24 febbraio dal suo registro si coglie che "…da qualche giorno, è stato sospeso il riscaldamento alla Grimani: chi ce l'ha sta in classe con il cappotto."

E' del 3 marzo, la nota della maestra Ida De Marco:

"Continuano gli allarmi: finora Marghera é stata preservata, ma fino a quando? Cessato l'allarme non tutte le alunne si presentano: vengono soltanto quelle che stanno più vicine alla scuola e allora addio programma da svolgere!"

Mancano cinque giorni al devastante bombardamento su Marghera, e la stessa insegnante annuncia alle sue ragazze che

"Fra qualche giorno andremo nel cortile della scuola a seminare il nostro appezzamento di terreno. Le alunne - commenta - sono entusiaste! Hanno già portato semi di qualità diverse. Ho detto oggi ….. che in settimana incominceremo a cucire o a sferruzzare, anche di questo sono entusiaste."

 

Foto 1. Campo solare. Mensa.
1940-41

 

 

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