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Passaggi
I passaggi erano gli ostacoli che i ragazzi dovevano
superare nel procedere del loro curricolo scolastico: esami
finali, annuali, di licenza, di compimento, per le elementari
e di ammissione, annuali, di maturità per le superiore.
Furono sempre causa di grande selezione e dispersione
della popolazione scolastica.
Dopo l'unità d'Italia e nel cinquantennio successivo,
già al momento dell'iscrizione alla 1° elementare,
obbligatoria, ma non ottemperata dai genitori e di fatto non
perseguita a norma di legge, si perdeva un terzo degli obbligati.
Inoltre, poichè un quarto di quelli che si erano iscritti
non frequentava la classe prima, già al primo passaggio,
cioè agli esami finali di prima elementare, si perdeva
più della metà dei bambini in età scolare.
Anche se non ci risulta esistano studi statistici sistematici
sulle scuole elementari di Venezia, è stato possibile
dedurre, dallo studio dei registri degli anni 1896/1900, che
solo il 50% della metà di scolari rimasti veniva promosso
alla classe successiva per tutta la durata del corso elementare
obbligatorio e che solo un decimo circa dei promossi proseguivano
nelle classi elementari non obbligatorie, le sole che davano
accesso ai corsi post elementari.
Non conosciamo uno studio sociale delle cause della dispersione
scolastica a Venezia fino ai primi del '900, ma dalle relazioni
comunali, dai dati familiari e delle professioni paterne,
dalle note delle maestre che si leggono sui registri di classe,
si deduce che incidevano in modo notevole sulla frequenza
dei bambini la povertà, le malattie e il lavoro
minorile.
A Venezia, ai primi del Novecento, la gestione comunale, anche
con l'intervento di L. Bettini, direttore generale, inaugurò
una politica di controllo e di tutela dell'istruzione elementare,
di prevenzione delle malattie infantili, di curriculi didattici
più adatti alla realtà sociale che, se fecero
aumentare il numero della popolazione scolastica, non incisero
affatto sulla selezione.
Agli alunni che, fino agli anni '50 accedevano all'istruzione
post-elementare erano richiesti ulteriori accertamenti sulla
preparazione di base per ottenere il passaggio dalle elementari
al corso superiore e agli esami di ammissione si compiva una
selezione culturale e sociale: si sottoponevano infatti
i candidati al giudizio insindacabile degli insegnanti della
scuola scelta, e si pretendeva per l'accesso il pagamento
della prima delle numerose tasse previste dall'ordinamento
superiore e che incidevano molto sull'economia familiare.
L'istruzione professionale a breve termine invece, fino agli
anni '30, si attuava per moltissimi ragazzi fuori da ogni
ordinamento scolastico.
La selezione per il passaggio da una classe all'altra e per
la conclusione dei corsi inferiori e superiori dell'istruzione
secondaria, provocava percentuali altissime di abbandoni
e bocciature. La riforma Gentile, con la sopppressione
della Scuola Tecnica, inasprì la selezione per tutte
le scuole superiori, soprattutto con lo studio del latino
fin dal primo anno. I successivi "ritocchi" alla
fine degli anni '20, aprirono le scuole di avviamento, in
seguito denominate professionali, ai ceti inferiori ed acquisirono
una funzione economica rilevante per la formazione della classe
operaia. Bisogna arrivare alla fine degli anni '50 per leggere
nella storia della scuola una nuova sensibilità indirizzata
ad individuare e abbattere, negli ordinamenti scolastici,
le cause sociali che avevano fatto da freno ad una scolarizzazione
più ampia. Negli anni '60 finalmente furono rimossi
gli ostacoli dei passaggi.
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Foto 1. Certificato di Promozione (1923)

Foto 2. Pagella (1942-43)

Foto 3. "Scala delle Note" (1916-17)

Foto 4. Pagella delle scuole primarie. Copertina (1914-15)
[Una bella serie
di pagelle
è visibile in Archivio]
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