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INSEGNANTI E PEDAGOGISTI /
MAESTRE E MAESTRI
 
   
[as+rv] 
 


Anna Lessana

Anna Lessana, medaglia d'oro alla carriera, frequenta il liceo presso le suore di Nevers e poi sostiene l'esame di licenza magistrale.

Nell'anno scolastico 1950/51 ha la sua prima nomina provvisoria per un anno scolastico a Norce di Pedavena di Feltre nella colonia S. Marco del Comune di Venezia, dove, durante tutto l'anno vivevano, per alcuni periodi, i bambini gracili del comune di Venezia che si alternavano nell'edificio di Norce. I maestri, nominati dal Provveditorato, oltre ad insegnare nel periodo in cui i ragazzi erano ospitati nella colonia, li assistevano tutto il giorno.
Negli anni 1951/52, 1952/53, 1953/54 insegna nei corsi popolari del Provveditorato. C'erano corsi per 1° e 2°, per 3° 4° 5° e corsi post-elementari e potevano essere frequentati dopo i 14 anni di età. La maestra insegnava ai ragazzi del corso post-elementare.

Nel 1954 vince il concorso magistrale e nonostante avesse un alto punteggio ha come nomina provvisoria Lova di Boion e, successivamente, la cattedra definitiva dove è rimasta 4 anni, a Loncon di Annone Veneto. Era una zona di braccianti agricoli dove c'era un'importante produzione di tocai: i braccianti oltre alla paga avevano diritto a due litri di vino al giorno.

In seguito ottiene la nomina a Cantarana di Cona. Per raggiungere la scuola, ogni mattina deve prendere il treno alle 5 e tre quarti fino a Mestre e poi la cosiddetta Vacca Mora, un treno con la motrice a vapore che percorreva la linea verso Adria. A Cona scende e raggiunge la scuola in bicicletta percorrendo quattro chilometri e mezzo sull'argine del Reboso.
Successivamente, per sette anni, insegna a Cazzago tra Dolo e Ballò. La scuola ha una struttura vecchia e perciò sono anni di lotte finche il Comune di Pianiga inizia la costrurzione del nuvo edificio.

La maestra Lessana va poi ad insegnare al CEP a Mestre e infine nel 1969 arriva a Venezia nella scuola elementare Gozzi. Ricorda che i genitori di quella scuola dimostravano molta disponibilità e collaborazione verso gli insegnanti che educavano i loro figli.
Riesce a condurre in quegli anni un'interessante ricerca ambientale partendo dall' esperienza degli alunni ed educando le loro menti alla conquista del sapere. Il lavoro, molto articolato, dimostrò anche una grande capacità operativa dei bambini e una capacità di "mani antiche", come ha puntualizzato la maestra.

Successivamente va ad insegnare alla Scarsellini. Quando questa sede è chiusa come scuola elementare per ospitare la media D. Alighieri, la maestra segue le sue classi a palazzo Zaguri e, in seguito alla Diaz, dove rimane fino al pensionamento.

Anna Lessana ha vissuto la discriminazione tra i maestri e le maestre che c'è stata negli anni '50 nell'assegnazione delle classi: infatti i maestri potevano avere la nomina nelle classi maschili e avevano la precedenza in quelle miste, mentre le maestre potevano insegnare nelle classi femminili e potevano accedere a quelle miste solo dopo la scelta dei colleghi maschi. Questa situazione ebbe fine quando tutte le classi elementari diventarono miste e quindi si equilibrò la scelta.

Il suo metodo didattico.
Per insegnare ai bambini la lettura usava il metodo globale: non partiva dalla singola parola ma induceva alla lettura di un testo, una favola scritta strutturata appositamente per contenere in sé tutte le sillabe a grandi lettere. L'alunno attraverso la coincidenza tra la percezione visiva ed uditiva imparava con motivazione a leggere e l'attenzione passava allora dal periodo, dal quale ricavava anche la nozione di tempo e di spazio, alla frase, alla parola, alla sillaba.

La maestra Lessana ha sempre prestato particolare attenzione didattica nel programmare percorsi di conoscenza di sé, nel fare in modo che i bambini potessero conoscere se stessi e l'ambiente circostante. Questo avveniva con la ricerca della storia personale, per appropriarsi del proprio vissuto e per rielaborare le proprie paure, e le proprie angosce, e attraverso l'attività psico-motoria per controllare il proprio corpo.

Alla fine ci ha parlato del suo metodo di insegnamento della geometria e della matematica che parte anch'esso dall'idea che tutto si capisce attraverso l'esperienza. Quindi l'ausilio del compasso per sperimentare sulla carta le strutture e le relazoni geometriche prima dello studio delle codifiche teoriche e l'uso di materiali da lei pensati per formare una mentalità matematica prima di insegnare la meccanica delle operazioni, hanno reso il suo insegnamento assolutamente innovativo.

[Sintesi dell'intervista fatta il giorno 8-5-2003 alla maestra Anna Lesana nella sua abitazione da A. Santagiustina e R. Vivante]

 

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