SCUOLA ELEMENTARE S. GIULIANO
RICORDI DI SCUOLA
La scuola erano quattro mura tirate su in fretta e intorno
non c'era altro che un enorme cantiere che continuava a costruire
case per quelli che dovevano ancore arrivare….
La mia maestra di prima elementare si chiamava Bianca Brunetta,
era bellissima con i capelli scuri e con le efelidi sulle
guance e mi ha insegnato a leggere e a scrivere.
Ho letto per la prima volta in classe due righe, erano il
racconto di S. Martino che, sceso da cavallo con la spada
divide il suo mantello con un povero e la maestra mi ha scritto
con la matita 10 sulla pagina del libro.
In classe eravamo vestiti tutti con un grembiule nero, i maschi
avevano il colletto con un fiocco azzurro mentre le femmine
avevano un nastro rosso.
Non eravamo in classi miste, o tutti maschi o tutte femmine.
Nella mia prima elementare eravamo in 54, la maestra Bianca
invece di fare l'appello contava quante teste aveva davanti.
Il divertimento era nascondersi nell'armadio in tre o anche
in quattro e uscire alle spalle della maestra per farle uno
scherzetto.
Eravamo talmente numerosi che, se anche qualche volta qualcuno
saltava fuori dalla finestra, (la scuola era costruita solo
per il piano terra) la povera maestra non se ne accorgeva.
Il posto dei misteri era il sottoportico della scuola, quello
era il nostro mondo buio e misterioso dove per entrarci bisognava
essere veramente coraggiosi.
Avevamo tutti le braghe corte sia d'estate che d'inverno.
Il riscaldamento a scuola veniva assicurato da una stufa in
terracotta rossa (a toccarla ti restava la polvere sulle mani)
e la bidella, una signora magra, alta, con i capelli bianchi
e gli occhi celesti, provvedeva ad accendere e alimentare
la stufa con tizzoni di legno.
La bidella era la signora Balestra, mamma di Don Grigio, che
è stato parroco nella comunità di S. Giuseppe
e ci ha lasciato qualche anno fa.
La bidella riempiva i calamai. I calamai erano dei vasetti
incastrati nei banchi che erano … un po' particolari.
Io, che avevo frequentato l'asilo a Venezia dove avevo un
banchetto piccolo, ma tutto per me, diventato grande (6 anni),
in prima elementare ho imparato che il banco della scuola
elementare era grande e doppio, alto e di colore nero, pesante
e che non si poteva spostare.
A proposito, la scuola si chiamava S. Giuliano perché
era il primo posto con questo nome che s'incontrava venendo
da Venezia.
Vista la situazione alimentare non proprio allegra di quegli
anni, è spuntato tra gli abitanti del quartiere un
maestro; il maestro Falbo. I suoi figli, Pino e Dario erano
amici miei e di mio fratello.
Lui ci ha tolto dalle strade, che non c'erano, e ci ha portati
a scuola anche d'estate, si chiamava "doposcuola",
si giocava a calcio, si scherzava, si stava insieme e … soprattutto
si mangiava alla mensa scolastica.
Adelio
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