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Giulio Alessandri
Villa Tonello
DESCRIZIONE EDIFICIO
 

Descrizione architettura

Villa di pianta irregolare cui si accede da due entrate. La muratura esterna è in mattone faccia a vista. L'edificio si sviluppa su tre piani per un'altezza complessiva di 9 m ed occupa una superficie di 152 mq, il volume totale è di 1365 mc. L'area di pertinenza è adibita a giardino. Lo stato di conservazione è buono.

Elementi decorativi

"L’architetto si è ispirato agli elementi del bizantino e del romanico locali e più specialmente alle rovine di S. Cipriano in Murano, là dove l’isola industre specchia i suoi orti nella pace glauca della laguna e seppe illeggiadrire le masse con una applicazione gustosa di armonici particolari medievali. Sulla facciata sono innestate bifore e trifore il cui arco appoggia sul semplice capitello a corona delle colonnette marmoree.
Il coperchio ampio e piovente, è sostenuto dalle travature terminate da barbacani e dipinte in una gradevole policromia dominata dai rossi e dagli azzurri.
Sul tetto si elevano camini di quelle forme che vanno scomparendo ora dalle case veneziane e che si vedono ancora riprodotti nelle tele del Carpaccio".

(VILLA TONELLO AL LIDO - VENEZIA 1911, p. 28)

Sin dalla sua costruzione, villa Tonello (dal cognome del banchiere che ne commissionò la realizzazione) è stata studiata ed illustrata come un esempio significativo della nuova architettura che pur godendo della libertà espressiva consentita dalla mancanza di vincoli costruttivi tipica dell’ambiente lidense, non dimenticava ed anzi riassumeva i caratteri fondanti dell’architettura veneta. Su questo terreno l’accordo tra l’architetto ed il committente è stato immediato.

"Il banchiere Tonello ha trovato nel giovane architetto Giulio Alessandri, […] un interprete e traduttore del suo sogno di crearsi una villa signorile sopra una delle più incantevoli spiaggie d’Italia, che nell’interno gli permettesse di godere di tutte le comodità e le raffinatezze della vita moderna e che all’esterno avesse un impronta di ricchezza, specialmente di carattere e di distinzione tale da assicurargli una perenne soddisfazione estetica.
L’Alessandri non si è associato alla falange degli apostoli dello stil novo, i cui bizzarri e talvolta geniali tentativi non hanno ancora fatto abbastanza la prova dell’esperienza, e la maggior parte dei quali, anzi, fatti da gente troppo impari al compito, ha già fatto una prova negativa. Egli lavora al sicuro, servendosi con molto gusto di elementi che hanno per loro l’ammirazione secolare ed il cui prossimo ed imponentesi confronto è pericoloso assai per le forme nuove. Ed ha ragione. Sentimento estetico e patriottico gli fanno amare e prediligere un indirizzo che vale a conservare ed a continuare alla sua Venezia le caratteristiche locali tradizionali […]".

(idem, p. 26)

Alla realizzazione della villa – denominata anche villino Adele – collaborarono anche altri professionisti:

"Alla decorazione delle lunette soprastanti agli archi delle finestre attese con la consueta perizia il Marussig, riproducendo motivi bisantina foggia di mosaici dal fondo cupo.

L’oro avviva i ferri battuti dei poggioli, le transenne della trifora a tramontana, le volute ed i fogliami del cancello d’ingresso dell’ampio arco dentellato ed in questi e nelle patere e nelle formelle a sbalzo ed a traforo, che si inseriscono nei centri delle cancellata ricorrente sul muro di cinta interrotta da pilastrini, emerge il lavoro accurato e coscienzioso di Umberto Bellotto.

Tutti questi particolari si fondono, si completano, armonizzando ottimamente con l’insieme".

(idem, p. 29)


   
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    ultimo aggiornamento: 06/02/'09   __
   
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