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Giovanni Sicher
Albergo Quattro Fontane
DESCRIZIONE EDIFICIO
 

"Ma la sistemazione dell'osteria Sicher [nel 1911] è forse una delle sue realizzazioni [di Giuseppe Sicher] più note. Si tratta di una riproposta in scala più bassa della tipologia dello chalet in legno ispirata alla scuola viennese, all'architettura della secessione. L'osteria era forse il più antico edificio dell'isola, sorgeva nel luogo dove nel 1573 si esetendeva la proprietà della famiglia Pisani ed era denominata nei vecchi disegni Ca' Pisani".

"Nel 1921 [Giovanni Sicher] ottiene parere il parere favorevole della Commissionde all'ornato per il progetto di modifica dell'osteria delle Quattro Fontane che viene approvato l'11 marzo 1921. il fabbricato a uso osteria è stato radicalmente modificato: il piaon terra e il primo piano risultano ampliati, vengono aggiunti il secondo piano e un piano nel sottotetto nella pianta centrale. Al sopralluogo effettuato nel mese di maggio del 1922 risulta abusiva l'aggiunta del secondo piano".

"Alcune strutture dell'antica architettura sono giunte a noi inglobate nella costruzione primo novecentesca. Un certo numero di arcate sono parzialmente leggibili sul versante nord ovest, dove si trovano le cucine, e altre sono recentemente emerse nella zona bar insieme ad una canna fumaria. [...] I progressivi e consistenti ampliamenti apportati alla struttura, testimoniano il costante incremento dell'attività. I progetti relativi a riforme, sopraelevazione e dépendance, sono datati tra il 1905 e il 1926, e firmati dal medesimo Sicher e dal figlio Giovanni. [...] Per la trattoria-albergo di famiglia, i due progettisti si ispirano alla tipologia di chalet e cottage, sviluppando e complicando nel tempo gli elementi più caratteristici e decorativi accennati nel primo semplicissimo edifiicio. Come in altre costruzioni dei Sicher stilisticamente affini, non mancano fantasiose commistioni stilistiche e gustose divagazioni decorative di gusto liberti. All'esterno la rustica semplicità del basamento bugnato, dei candidi paramenti a calce, delle mantovane intagliate, di terrazzini e cornicioni lignei, è disinvoltamente accostato al più aulico gusto protorinascimentale dei portali in ferro battuto, nelle cui elaborate roste sono inscritte le iniziali "GS" dei proprietari-progettisti. e alla vivace policromia liberty esibita dai portoncini vetrati e dal paramento a trompe d'oeil della minuscola dépendance a sinistra del corpo principale".

Descrizione architettura

Albergo a pianta quasi rettangolare, costituito da 3,5 piani, per un'altezza di altezza 10,5 m, una superficie di 535 mq., un volume di 5619 mc. L'area di pertinenza è occupata da un giardino. Le pareti esterne sono intonacate di colore bianco. Il tetto in parte a capanna, in parte a capanna tronca, è realizzato con coppi in laterizio e il suo sporto è sorretto da mensole in legno.

Elementi decorativi esterni

La realizzazione dell'edificio si ispira alla tipologia del cottage o dello chalet di montagna. Nella nuova costruzione vengono conservati alcuni elementi cinquecenteschi. Le finestre dell'edificio sono quasi tutte rettangolari; le rimanenti sono ad arco a tutto sesto. I balconi sono realizzati in legno e sorretti da mensole, anch'esse in legno. Le finestre e le porte-finestre ad arco a tutto sesto del piano terra sono protette da cancellate in ferro battuto sulle cui roste sono riportate le iniziali dei progettisti "GS". La parte inferiore del piano terra e i contorni delle finestre sono realizzati in cotto, colore che contrasta con l'intonaco bianco del resto delle pareti esterne.

Elementi decorativi interni

L'accesso all'interno è consentito da una porta ad arco a tutto sesto. Ogni ambiente è separato dall'altro da arcate a tutto sesto, sul cui arco è sospesa un'iscrizione in ferro battuto con il nome dell'ambiente al quale si sta per accedere: "bar", "restaurant", "lettura", "bureau", "stanze", ecc. Tali iscrizioni, assieme ad altri elementi in ferro battuto come le torciere e i lampadari a ruota provengono dall'officina dell'allora celebre battitore Umberto Bellotto. Le camere, che differiscono l'una dall'altra per la scelta dell'arredamento, si raggiungono grazie ad una scala rettilinea spezzata accessibile al di là di un arco che la separa dall'ambiente principale del piano terra. Accanto a tale arco ve n'è un altro uguale che permette l'accesso al ristorante, con pavimentazione a marmette bianche e nere. Il ristorante è diviso in due ambienti: il principale, noto anche come "sala del camino", per la presenza di un camino cinquecentesco con mensole raffiguranti due leoni, che presenta ancora quattro colonne del '500, ed un ambiente laterale più piccolo. I soffitti sono realizzati a travi lignee e cassettoni. L'arredamento, frutto della collezione della famiglia Bevilacqua, presenta elementi di ogni tipo e di ogni dove: da piccole borse dell'inizio del '900 incorniciate a paramenti liturgici, ventagli, pupi, lampadari di Murano, ceramiche ecc. Nel bar sono lasciate appositamente visibili in alcuni punti le pareti originarie dell'edificio.

Notizie storiche

Tra il 1573 ed il 1575 Gian Antonio Rusconi in collaborazione con Andrea Palladio realizzò il progetto su commissione del patrizio Daniele Pisani. L'utilizzo originario fu quello del "ridotto" o "casino". Nell'800 l'edificio fu adibito ad osteria. Nel 1848, infatti, come dimostra l'atto di vendita, l'edificio passa dai Pisani ai Manenti. Ma a fine secolo il terreno entra a far parte dei possedimenti dei Sicher che affida la gestione dell'osteria al suo fattore, Giuseppe Tramontin, e alla moglie. Tra il 1905 ed 1926 venne ristrutturato dall'ing. Giuseppe Sicher (1910) e da suo figlio Giovanni Battista (1921) per adibirlo ad albergo. Nel 1954 l'albergo cambia proprietario: la famiglia Tramontin mantiene la gestione fino a quest'anno quando le eredi dell'ing. Sicher, vendono l'edificio alla famiglia Bevilacqua, che vi si trasferisce portando con sè una collezione di arredi e suppellettili che si è, negli anni, arricchita sempre più.


[m.a.]

 

   
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    ultimo aggiornamento: 06/02/'09   __
   
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