"Ma
la sistemazione dell'osteria Sicher [nel 1911] è forse una delle
sue realizzazioni [di Giuseppe Sicher] più note. Si tratta di
una riproposta in scala più bassa della tipologia dello chalet
in legno ispirata alla scuola viennese, all'architettura della
secessione. L'osteria era forse il più antico edificio
dell'isola, sorgeva nel luogo dove nel 1573 si esetendeva la
proprietà della famiglia Pisani ed era denominata nei vecchi
disegni Ca' Pisani".
COSMAI 2005, pagina 161
"Nel
1921 [Giovanni Sicher] ottiene parere il parere favorevole della
Commissionde all'ornato per il progetto di modifica dell'osteria delle
Quattro Fontane che viene approvato l'11 marzo 1921. il fabbricato a
uso osteria è stato radicalmente modificato: il piaon terra e il
primo piano risultano ampliati, vengono aggiunti il secondo piano e un
piano nel sottotetto nella pianta centrale. Al sopralluogo effettuato
nel mese di maggio del 1922 risulta abusiva l'aggiunta del secondo
piano".
COSMAI 2005, pagina 163
"Alcune
strutture dell'antica architettura sono giunte a noi inglobate nella
costruzione primo novecentesca. Un certo numero di arcate sono
parzialmente leggibili sul versante nord ovest, dove si trovano le
cucine, e altre sono recentemente emerse nella zona bar insieme ad una
canna fumaria. [...] I progressivi e consistenti ampliamenti apportati
alla struttura, testimoniano il costante incremento
dell'attività. I progetti relativi a riforme, sopraelevazione e
dépendance, sono datati tra il 1905 e il 1926, e firmati dal
medesimo Sicher e dal figlio Giovanni. [...] Per la trattoria-albergo
di famiglia, i due progettisti si ispirano alla tipologia di chalet e
cottage, sviluppando e complicando nel tempo gli elementi più
caratteristici e decorativi accennati nel primo semplicissimo
edifiicio. Come in altre costruzioni dei Sicher stilisticamente affini,
non mancano fantasiose commistioni stilistiche e gustose divagazioni
decorative di gusto liberti. All'esterno la rustica semplicità
del basamento bugnato, dei candidi paramenti a calce, delle mantovane
intagliate, di terrazzini e cornicioni lignei, è disinvoltamente
accostato al più aulico gusto protorinascimentale dei portali in
ferro battuto, nelle cui elaborate roste sono inscritte le iniziali
"GS" dei proprietari-progettisti. e alla vivace policromia liberty
esibita dai portoncini vetrati e dal paramento a trompe d'oeil della
minuscola dépendance a sinistra del corpo principale".
SILANOS 2002, pagine 16-17
Descrizione architettura
Albergo
a pianta quasi rettangolare, costituito da 3,5 piani, per un'altezza di
altezza 10,5 m, una superficie di 535 mq., un volume di 5619 mc. L'area
di pertinenza è occupata da un giardino. Le pareti esterne sono
intonacate di colore bianco. Il tetto in parte a capanna, in parte a
capanna tronca, è realizzato con coppi in laterizio e il suo
sporto è sorretto da mensole in legno.
Elementi decorativi esterni
La realizzazione dell'edificio si ispira alla tipologia del cottage o
dello chalet di montagna. Nella nuova costruzione vengono conservati
alcuni elementi cinquecenteschi. Le finestre dell'edificio sono quasi
tutte rettangolari; le rimanenti sono ad arco a tutto sesto. I balconi
sono realizzati in legno e sorretti da mensole, anch'esse in legno. Le
finestre e le porte-finestre ad arco a tutto sesto del piano terra sono
protette da cancellate in ferro battuto sulle cui roste sono riportate
le iniziali dei progettisti "GS". La parte inferiore del piano terra e
i contorni delle finestre sono realizzati in cotto, colore che
contrasta con l'intonaco bianco del resto delle pareti esterne.
Elementi decorativi interni
L'accesso
all'interno è consentito da una porta ad arco a tutto sesto.
Ogni ambiente è separato dall'altro da arcate a tutto sesto, sul
cui arco è sospesa un'iscrizione in ferro battuto con il nome
dell'ambiente al quale si sta per accedere: "bar", "restaurant",
"lettura", "bureau", "stanze", ecc. Tali iscrizioni, assieme ad altri
elementi in ferro battuto come le torciere e i lampadari a ruota
provengono dall'officina dell'allora celebre battitore Umberto Bellotto.
Le camere, che differiscono l'una dall'altra per la scelta
dell'arredamento, si raggiungono grazie ad una scala rettilinea
spezzata accessibile al di là di un arco che la separa
dall'ambiente principale del piano terra. Accanto a tale arco ve
n'è un altro uguale che permette l'accesso al ristorante, con
pavimentazione a marmette bianche e nere. Il ristorante è diviso
in due ambienti: il principale, noto anche come "sala del camino", per
la presenza di un camino cinquecentesco con mensole raffiguranti due
leoni, che presenta ancora quattro colonne del '500, ed un ambiente
laterale più piccolo. I soffitti sono realizzati a travi lignee
e cassettoni. L'arredamento, frutto della collezione della famiglia
Bevilacqua, presenta elementi di ogni tipo e di ogni dove: da piccole
borse dell'inizio del '900 incorniciate a paramenti liturgici,
ventagli, pupi, lampadari di Murano, ceramiche ecc. Nel bar sono
lasciate appositamente visibili in alcuni punti le pareti originarie
dell'edificio.
Notizie storiche
Tra
il 1573 ed il 1575 Gian Antonio Rusconi in collaborazione con Andrea
Palladio realizzò il progetto su commissione del patrizio
Daniele Pisani. L'utilizzo originario fu quello del "ridotto" o
"casino". Nell'800 l'edificio fu adibito ad osteria. Nel 1848, infatti,
come dimostra l'atto di vendita, l'edificio passa dai Pisani ai
Manenti. Ma a fine secolo il terreno entra a far parte dei possedimenti
dei Sicher che affida la gestione dell'osteria al suo fattore, Giuseppe
Tramontin, e alla moglie. Tra il 1905 ed 1926 venne ristrutturato
dall'ing. Giuseppe Sicher (1910) e da suo figlio Giovanni Battista
(1921) per adibirlo ad albergo. Nel 1954 l'albergo cambia proprietario:
la famiglia Tramontin mantiene la gestione fino a quest'anno quando le
eredi dell'ing. Sicher, vendono l'edificio alla famiglia Bevilacqua,
che vi si trasferisce portando con sè una collezione di arredi e
suppellettili che si è, negli anni, arricchita sempre più.
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