"A Venezia, dove non è ammessa alcuna attività edilizia se non entro i binari ferrei di revivals stilistici, è la nuova zona del Lido a offrire il
campo per le evasioni d'aggiornamento. Qui il processo
d'urbanizzazione è iniziato alla fine dell'Ottocento, arricchendosi poi di alcuni ariosi
impianti planimetricii dovuti a Ettore Sorger. Tra un ampio coacervo di
banalità si distinguono poche qualificate emergenze: oltre al Donghi e al Torres vi opera Guido Sullam (1871-1949), a cui si deve il piacevole
villino Mon Plaisir costruito per Nicolò Spada nel 1906. La volumetria, sciolta, dissimmetrica, è animata festose decorazioni graffite, pannelli porcellanati e ferri battuti; il provincialismo stravolge gli archetipi viennesi ma si personalizza, mescolando citazioni diverse, da Hoffmann a Serlio a D'Aronco".
NICOLETTI 1978, pagina 257
"Ma è soprattutto nei villini Mon Plaisir e Thea (1905), al Lido di Venezia, che il suo linguaggio trova espressione più compiuta nell'armonico e fantasioso colloquio tra struttura architettonica e decorazione. La forma dell'edificio si costruisce in rapporto ai giochi di colori dei diversi materiali impiegati; ne nasce un'eleganza gioiosa che dalla casa contagia il paesaggio urbano circostante. Il confine tra interno ed esterno, edificio e ambiente è attutito dai verdi, dai blu e dai fiori delle maioliche che ornano il rivestimento murario. Il limite delle pareti si prolunga nei sottili e curvilinei steli dei ferri battuti, che nella copertura dell'atana si stagliano verso il cielo; i volti femminili che sagomano i capitelli li trasformano in attonite presenze; nelle vetrate forme quadrangolari e curve convivono allegramente; i dettagli sono resi con tale cura e amore che l'edificio pare essere una creazione naturale".
PERON 2005, pagine 193-194