Casa, politica della residenza e patrimonio abitativo
Ogni programma di referato va articolato, ai sensi dell'art. 10 dello
Statuto, nei seguenti punti:
1. La situazione in atto
2. Obiettivi per il quinquennio 2000-2005
3. Obiettivi per il 2001
4. Politiche e strumenti
1. Diritto alla casa per gli sfrattati.
2. Abitazioni per i ceti a reddito medio.
3. Priorità per le giovani coppie e i residenti soggetti ad acqua
alta.
4. Le nuove povertà e disagi abitativi.
5. Riforma della Legge Regionale per l'edilizia pubblica.
6. Ristrutturazione degli edifici privati con fondi Legge Speciale.
7. Recupero dei piani terra con fondi Legge Speciale.
8. Contributi Legge Speciale per l'acquisto di case.
9. Contributi Legge Speciale per l'acquisto e la ristrutturazione degli
alloggi vuoti.
10. La modulazione dell'ICI per le politiche abitative.
11. Progetto di legge per i piani obbligatori di recupero degli alloggi
vuoti.
12. Pianificazione delle politiche della residenza.
13. Acquisti immobiliari a Mestre.
14. Recupero e risanamento edilizio a Venezia.
15. Recupero del patrimonio pubblico residenziale.
16. Diritto a sostegni e contributi all'affitto.
I problemi abitativi a Venezia presentano sia i caratteri tipici delle
grandi aree urbane, sia i caratteri peculiari che derivano dalla specifica
conformazione fisica e sociale della città.
Nel centro storico il patrimonio residenziale è sottoposto a progressivo
degrado, mentre i processi di esodo hanno impoverito gravemente il tessuto
sociale: le attività produttive subiscono serie difficoltà,
la mobilità presenta gap ancora eccessivi rispetto alla terraferma,
il costo della vita resta sensibilmente più elevato. Venezia, città
d'arte, centro universitario, subisce inoltre un'ulteriore distorsione
nell'uso del proprio patrimonio residenziale in funzione turistica e speculativa.
La terraferma presenta invece alcuni tratti endemici tipici delle grandi
periferie urbane: crescita delle nuove povertà accanto a quelle
tradizionali, con marcati disagi abitativi, e la presenza aggiuntiva di
popolazione non comunitaria, risultato dei recenti spostamenti migratori.
L'uso del patrimonio residenziale privato è normato da una legislazione
recente e non ancora pienamente operante, che presumibilmente contribuirà
a regolare in qualche misura, nei prossimi anni, il comparto dell'affitto
(apportando maggiori certezze, più fluidità e più
trasparenza) ma non risolverà il bisogno sociale della casa.
Le modeste dimensioni del patrimonio pubblico, d'altra parte, non consentiranno
di uscire dalla situazione di emergenza che caratterizza ormai da tempo
la situazione abitativa.
E' opportuno ricordare alcuni dati quantitativi. Le abitazioni complessivamente
sono 138.000 (non poche per una città sotto i 300.000 abitanti),
di cui più di 10 mila sono case pubbliche. Ma da un'analisi del
patrimonio emergono anche storture e disagi. I consumi delle utenze di
12.000 nuclei familiari, all'incirca il 16% delle famiglie residenti,
sono inferiori ad un settimo della media dei consumi. Qui ovviamente si
colloca l'area estrema del disagio sociale, concentrata a maggioranza
in terraferma. Nel centro storico la percentuale del disagio estremo scende
all'11%, ma aumentano le abitazioni non occupate, cioè gli alloggi
vuoti con le utenze disattivate, che sono circa il 10%, mentre a Mestre
sono solamente il 4,5%. I dati dell'ultimo biennio ci dicono inoltre che
aumentano del 5% annuo le aree del disagio economico - sociale e del 10%
gli alloggi vuoti in centro storico.
Negli anni novanta il calo demografico si mantiene pressoché costante.
Nel centro storico, negli anni 1990 - 1998, è stato di circa 10.000
abitanti. Ma l'esodo è sempre meno incidente nel calo demografico,
mentre prevale sempre più il saldo naturale negativo. E nel saldo
naturale negativo la componente specifica del centro storico non è
tanto il basso tasso di natalità, quanto l'alto tasso di mortalità
(a parità di popolazione in centro storico, i decessi sono il 60%
in più rispetto alla terraferma). Il problema di fondo resta dunque
l'indice di invecchiamento della popolazione. Due indicazioni prioritarie
dunque emergono: privilegiare l'insediamento di giovani coppie in centro
storico e elevare i livelli di protezione abitativa per le aree di estrema
indigenza economica e sociale.
Sono circa 3.000 le famiglie che chiedono un alloggio di edilizia residenziale
pubblica; 1000 famiglie circa hanno una sentenza di sfratto; 2000 famiglie
necessitano un sostegno economico all'affitto. Fuori misura rispetto alle
politiche abitative operative, sono i bisogni espressi dagli studenti
e dai cittadini non comunitari.
Nella seconda metà degli anni Novanta sono stati investiti per
la casa 100 miliardi all'anno; sono stati acquistati o recuperati 1.500
alloggi; sono stati assegnati 1.500 alloggi pubblici; hanno ricevuto fondi
di legge speciale 1.000 giovani coppie per acquistare la prima casa e
5000 famiglie per risanare l'edificio in cui abitavano; sono state date
a centinaia di famiglie 500 mila lire mensili come sostegno all'affitto
per le aree di maggiore povertà; nel solo ultimo biennio sono stati
spesi per la manutenzione ordinaria degli alloggi pubblici 20 miliardi.
Le linee di fondo delle politiche abitative per i prossimi anni saranno
fondate sui seguenti punti:
arrestare l'esodo verso la terraferma e facilitare l'insediamento dei
giovani nel Centro Storico di Venezia;
agire sugli 8000 alloggi vuoti e degradati con ogni mezzo per riportarli
sul mercato dell'affitto;
garantire il diritto alla casa alle famiglie sfrattate e all'emergenza
sociale abitativa;
attuare una politica di recupero e risanamento degli alloggi pubblici
e privati con particolare riguardo al degrado del Centro Storico e delle
periferie di Terraferma;
acquisire nuove case pubbliche a Venezia e in Terraferma.
Le linee del programma operativo dell'Amministrazione sono le seguenti.
Prima di tutto si conferma la priorità rappresentata dalla "questione
sfratti", perciò una quota consistente del patrimonio pubblico
sarà riservata alle famiglie che perdono la propria abitazione.
Questo diritto alla casa sarà affermato e sarà operante
su tutto il territorio comunale, ma nel centro storico, fin quando sarà
possibile, sarà esteso anche a ceti sociali non indigenti. Riteniamo
che la conferma di questa scelta, come alternativa all'esodo di queste
fasce 'intermedie' verso la terraferma, abbia un valore strategico rispetto
al futuro delle funzioni residenziali ed economiche della città.
In questa direzione verranno anche avanzate forme di gestione di parte
del patrimonio pubblico separate da quelle tipiche dell'edilizia residenziale
pubblica.
Soddisfatto il bisogno abitativo conseguente agli sfratti, le assegnazioni
di alloggi pubblici, per quanto consentito dalla normativa, saranno frutto
di scelte mirate definite dal Comune.
Nel centro storico le priorità saranno, nell'ordine, le giovani
coppie e i residenti dei piani terra soggetti ad acqua alta. Nell'insieme
del territorio comunale la priorità emergente è invece costituita
dalle "nuove povertà e disagi abitativi": questo settore
(che va dai casi sociali tradizionali ai giovani senza lavoro o con lavoro
precario, dalle donne con minori ai single poveri, dai cittadini con percorsi
di disagio sociale ai cittadini portatori di handicap, ai lavoratori non
comunitari etc.), così ampio e così complesso, non ha ancora
trovato, nella normativa vigente, una chiara collocazione. A queste forme
di bisogno, in parte già individuate dalle indagini dell'Osservatorio
Casa, sarà necessario rispondere al più presto, anche attuando
un rapporto di collaborazione con la Regione Veneto che consenta la riforma
della legge regionale che regola l'accesso all'Edilizia Residenziale Pubblica.
Nel comparto privato il patrimonio residenziale ha ancora bisogno degli
incentivi della Legge Speciale, con le seguenti priorità: dare
risposta al degrado fisico del patrimonio edilizio, e reimmettere sul
mercato delle compravendite e delle locazioni gli alloggi vuoti e degradati.
Sarà dunque confermata la scelta dei Bandi di Legge Speciale per
l'erogazione di contributi in conto capitale destinati all'intervento
sulle parti strutturali e comuni degli immobili; in questo comparto, anche
se è difficile ipotizzare precisi risultati quantitativi, che saranno
dipendenti dai flussi finanziari nazionali, sembra tuttavia possibile
darsi l'obiettivo di massima di coinvolgere nell'operazione di recupero
almeno il 10% dell'intero patrimonio residenziale privato. Bandi specifici
saranno inoltre aperti per il recupero dei piani terra con contributi
in conto capitale, confermando la scelta di mantenere a Venezia, laddove
sia possibile, la funzione residenziale dei piani terra, a condizione
che siano risanati e che la pavimentazione sia portata ad un livello superiore
ai metri 1,60. Finanziamenti della Legge Speciale andranno ancora destinati
all'erogazione di contributi all'acquisto, con particolare riferimento
alle giovani coppie e alle famiglie sfrattate. Nuovi Bandi, riservati
alla compravendita di alloggi vuoti e degradati, con Bonus consistenti
e corrispondente obbligo al restauro, saranno invece gli strumenti essenziali
per il recupero e il riutilizzo degli alloggi vuoti, che nel centro storico
veneziano sono circa il 10% dell'intero patrimonio residenziale. Facilitazioni
particolari per l'accesso ai finanziamenti della Legge Speciale saranno
infine concesse ai proprietari che s'impegnano a ristrutturare alloggi
vuoti e reimmetterli sul mercato alle condizioni previste dal canale agevolato
della L.431/'98.
In questa direzione andrà usata anche la leva fiscale di competenza
comunale: l'Amministrazione, nell'ambito delle compatibilità di
bilancio, potrà spingersi fino a forme di riduzione parziale e
totale dell'ICI. Quest'imposta, che sarà confermata al 9%, per
gli alloggi vuoti, potrà essere invece decisamente ridotta per
chi affitta alloggi precedentemente vuoti e per chi affitta alle condizioni
del canale agevolato previsto dalla legge 431 del '98. Ma il problema
degli alloggi vuoti non si risolve agendo solo sul sistema delle convenienze
e dei disincentivi a livello locale: occorre una normativa nazionale che
rilanci i piani obbligatori di recupero e di riutilizzo degli alloggi
vuoti in tutti centri storici delle grandi città italiane. Venezia,
che ha coordinato l'iniziativa delle città italiane in tema di
politiche abitative, promuoverà in accordo con le altre città
un disegno di legge in tal senso. In ogni caso agiremo proponendo, all'interno
della legislazione speciale per Venezia, una normativa operativa più
efficace per agire sugli alloggi vuoti.
L'Osservatorio Casa dovrà proseguire i lavori di ricerca, concentrandosi
particolarmente sul modello d'uso del patrimonio residenziale e l'evoluzione
del disagio sociale abitativo. Assieme al "Coordinamento Politiche
per la Residenza", dovrà raccordarsi per una politica di pianificazione
urbana, perseguendo gli obiettivi di implementare e riqualificare il patrimonio
pubblico e privato, contrastare il degrado nel Centro Storico e riqualificare
le periferie in Terraferma. Infine dovrà individuare le fonti di
finanziamento regionali, nazionali ed internazionali che si renderanno
disponibili.
Le acquisizioni indiscriminate di nuovo patrimonio abitativo pubblico,
come è noto, non risolvono da sole, i problemi abitativi: nei prossimi
anni l'implementazione del patrimonio dovrà essere mirata e ragionata.
A Mestre saranno comunque necessari acquisti immobiliari per rispondere
principalmente agli sfratti e alle nuove povertà abitative. Nel
centro storico invece saranno necessarie sia acquisizioni, sia azioni
di recupero e di risanamento edilizio.
Questa azione di recupero e di risanamento dovrà essere intensificata
nel patrimonio pubblico, superando definitivamente quell'impostazione
di stampo novecentesco per cui le case pubbliche non possono che essere
"trascurate e ghetti dei poveri". Già nel corso del passato
decennio è stata più che decuplicata la spesa per le manutenzioni
ordinarie e straordinarie. Occorrerà però non solo sacrificare
quote del bilancio comunale, ma impegnare il governo nazionale a stanziare
fondi consistenti per il recupero urbano del patrimonio residenziale pubblico.
E' chiaro comunque che la risposta al disagio abitativo non potrà
venire esclusivamente dal comparto pubblico. Venezia ha prodotto con anni
di anticipo esperienze di coinvolgimento del settore privato nelle politiche
abitative dell'amministrazione: lo ha fatto sia tramite accordi con la
proprietà, sia promuovendo forme di sostegno all'affitto alle famiglie
con contratto locativo privato.
Nei prossimi anni, in questo campo, gli sforzi dell'Amministrazione dovranno
andare nella direzione del superamento della logica del "contributo"
e per l'affermazione della logica del "diritto" all'integrazione
dell'affitto, esteso a tutti i cittadini. E' un obiettivo che va realizzato
per gradi, a cominciare dalle aree di povertà e di disagio più
grave, e che necessariamente dovrà avere il concorso di consistenti
risorse nazionali, nell'ambito di una ridefinizione dello stato sociale
in Italia.
Assessore Giuseppe Santillo
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