Alle ore 17.20 la seduta ha inizio.
La presidente Franca Marcomin dopo aver portato i saluti all’assemblea, passa la parola a Mara Rumiz che illustra l’iniziativa promossa dalla Presidenza Consiglio comunale con l’Assessorato alla cultura della cittadinanza e la Consulta delle cittadine, in occasione dei momenti collegati al Giorno della memoria della rappresentazione al teatro “Toniolo” a Mestre il 18 gennaio 2005 dello spettacolo “Terra di Latte e Miele” di Manuela Dviri portato in scena da Ottavia Piccolo.
Viene ritenuto importante accompagnare l’incontro al teatro Toniolo, con una tavola rotonda presso il Centro Culturale Candiani, per capire le ragioni degli uni e dell’altro sulla situazione del conflitto istraeliano – palestinese a distanza di tempo dall’ultimo incontro.
Viene presentato il programma di adesione alla Scuola di Politica che si svolgerà in 5 incontri nel prossimo gennaio, dove vede protagonista in qualità di relatrici alcune rappresentanti della Consulta sui temi della globalizzazione, sull’art. 51 equilibrio della rappresentanza, e il gender budgenting nei giorni 14, 22 e 28 gennaio 2005.
L’iniziativa è promossa dall’Assessorato delle donne e cultura delle differenze su indicazione dell’assessora Loredana Aurelio Celegato, che ha pensato di promuovere la realizzazione del progetto formativo di Scuola di Politica, in adesione al progetto Sister Cities Going Gendere. L’organizzazione sarà curata da Sinergica Onlus.
Si ravvede la necessità di richiedere lo spostamento della VI commissione consiliareche è stata convocata il 21.12.04, in quanto si sovrappone ad altre iniziative che vedono presenti le donne della Consulta. La commissione consiliare, alla quale sono state invitate le componenti della Consulta vedeva all’ordine del giorno la possibile riduzione dello spazio presso il Centro Donna per i gruppi e le associazioni dovuta alla carenza di spazio, per l’ampliamento dell’area amministrativa.
La pubblicazione curata dalla Consulta sui servizi socio – sanitari per le cittadine straniere nel nostro comune, sta arrivando a completamento. Alcune difficoltà sono sorte in relazione alle traduzioni nelle lingue straniere scelte e all’impaginazione. Si dovrà rinviare a gennaio le decisioni circa la convocazione della conferenza stampa per presentare il lavoro, come quando e a chi distribuirlo. Sarà importante sensibilizzare il personale degli uffici che faranno da tramite alla distribuzione ( URP, Servizi immigrati, sportelli sindacali, scuole superiori ecc. ecc..)
Si passa al 2 punto dell’ordine del giorno.
F. Marcomin afferma che dopo l’esperienza del convegno del 27 novembre u.s. a Ca’ Farsetti – Venezia, sono emerse idee interessanti e suggerimenti su iniziative di percorsi da attuare per poter ottenere maggior presenza femminile nelle istituzioni.
Presenta poi all’assemblea tre progetti da esaminare:
- organizzare un dibattito pubblico con l’apporto di donne che possano dare un contributo teorico al bisogno di essere presenti fortemente nelle istituzioni
- produrre iniziative che escano dalla formula del linguaggio “della sola parola” con esperimenti legati alla creatività, tipo promuovere un Consiglio comunale di sole donne.
- cercare di contattare i futuri candidati sindaci, con un elaborato progetto condiviso, che dia maggior visibilità e spazi alle donne.
Secondo M. Rumiz la questione della presenza femminile emerge in maniera ciclica, bisogna verificare ed entrare nel dibattito politico all’interno dei partiti sensibilizzandoli maggiormente. La Consulta, che rappresenta in maniera politicamente trasversale il mondo femminile, potrà fare una lettera aperta a tutti i gruppi politici dopo una iniziativa pubblica, verso la fine di febbraio, dopo la presentazione dei candidati. Potrà chiedere un successivo incontro con i candidati per una contrattazione e per conoscere le intenzioni circa la presenza di donne, da designare sia all’interno della Giunta sia nei C.d.A. delle Istituzioni e Enti di nomina del Sindaco.
Alcune donne concordano nel dover, forse, aver più coraggio nel proporre un nome di donna che possa rappresentare l’universo donna e in tal senso se ne esplicita il nome di una donna presente. La carica di sindaco donna è gia attuale in molti comuni italiani.
La consigliera Miatello, evidenzia come la presenza delle donne così presenti nella vita sociale, nel mondo del volontariato, diventa più difficile individuarla con una “donna vincente” a tutto campo nella politica. In polita manca, di fatto, un percorso atto a far risaltare la figura femminile anche se in fase di proporre le candidature nelle liste per le elezioni le nomine sono garantite dai partiti al 50%. Bisogna cercare, passo dopo passo a divenire più forti e puntare come primo traguardo ad avere in Consiglio comunale metà dei consiglieri donne, elette.
La presidente Marcomin pone l’interrogativo per il quale, il problema non è fare un nome, ma semmai è quello di potersi inserire all’interno del vero dibattito politico. Infatti nella logica della politica i partiti concordano i nomi, fissando le regole politiche, ma dice: “se vogliamo entrare nel dibattito dobbiamo verificare prima tra di noi le forze e le singole conoscenze, professionalità, nella realtà complessiva esistente con cose e obbiettivi congrui”.
Si conviene che comunque non c’è più il tempo di stare a guardare, si deve andare avanti pur considerando molto fragile la situazione, chiedendo la partecipazione attiva di tante donne. Riconoscendo altresì che sono poche le donne con autorevolezza presenti nella scena politica cittadina, necessita pertanto creare un percorso durevole con le Amministrazioni con contatti e presenza costante.
M. Rumiz pone in evidenzia come la Consulta, organo di garanzia, rappresentativo di varie idee politiche nella città non possa essere l’artefice, nel proporre un nome di donna candidata a sindaco, ma invece debba individuare i criteri che all’interno dei partiti, poi, costruiscano la rappresentanza delle donne.
Pertanto pur riconoscendo “rivoluzionaria” la proposta si conviene che siano altri i luoghi per individuarne il nome e non debba essere l’assemblea della Consulta. Si riconosce che, le tre idee proposte da F. Marcomin possano essere un percorso possibile.
M.P. Miatello ricorda comunque che qualsiasi persona candidata, deve essere eletta. La scelta avviene prima in seno ai partiti, si dovrebbe allora incidere prima della scelta, individuando metodologie che ora, non sono garantiste per le donne.
Tutti i partiti devono cercare di guardare all’esterno per individuare meglio donna e/o uomo che rappresenti al meglio e interpreti l’idea di rappresentare la città, una persona preparata, conoscitore dei bisogni e dei problemi.
L. Rizzo pone all’attenzione delle presenti alcune riflessioni sulla riconosciuta presenza femminile nei campi dell’associazionismo e del volontariato, ma poco visibile nella vita politica. Riconosce come il valore femminile possa e debba manifestarsi con il contributo di donne valevoli per portare la politica a un più alto livello, per governare la città in cui si vive e non già per gestire il potere. I partiti dovrebbero, a suo avviso, conoscere i nomi delle donne (esiste un archivio gestibile?) per conoscerle nelle loro competenze, per come si spendono nelle cose pubbliche, per dare più speranza alla gente.
Si ribadisce, quindi il bisogno di confronto in un incontro pubblico, di riconoscere la Consulta come uno nuovo strumento di opportunità trasversale, slegato ai partiti nel promuovere tale percorso tenendo separati i due aspetti del lavoro della Consulta stessa.
Salvato A. suggerisce di cercare di fare una sintesi del mandato di questi 5 anni e dell’attività svolta della Consulta, anche con un dibattito interno per risolvere eventuali nodi irrisolti. Sviluppare un obbiettivo auspicato con un programma politico di mandato per definire la mission con indirizzi condivisi da tutte le donne presenti all’interno della Consulta e rappresentative delle altre donne, nella città.
I temi da sviluppare potrebbero essere quelli della qualità della vita, dello sviluppo del territorio ecc. ecc. .
Ci si interroga “come attuarli”, si conviene anche dopo una discussione, nel non indicare un nome di donna a sindaco da parte della Consulta ma, promuovere un percorso nel territorio con il mondo delle associazioni della città, in un modo più ampio cercando obbiettivi, metodologie e creando i prerequisiti per appropriarsi dell’idea progettuale.
L’assesora Celegato suggerisce di cominciare a far emergere l’ idea, con un comunicato stampa da farsi subito, e perseguire i percorsi elencati con modalità da sviluppare entro gennaio.
Esiste poi, un confronto relativamente alla destinazione delle risorse residue destinate come budget per l’anno 2004 e alla fine si decide che sarà necessario utilizzarle ripartendo con le spese ulteriori necessarie per libretto di informazioni socio-sanitarie per le cittadine straniere, impegnando una parte per le spese di spedizione, e per le spese di comunicazione. Infine destinare una somma quale compenso per le esperte designate del comitato scientifico, che ha già lavorato nella ricerca storica e di censimento, acquisendo conoscenza e informazioni sulla storia delle donne in città per divenire, più avanti, in una possibile pubblicazione quale “Guida delle turiste”.
Rimane primario il bisogno di una Casa delle donne in Venezia e in tal senso si propone di creare un gruppo di lavoro effettivo per dar vita a un progetto elaborato di creazione di un centro studi polifunzionale permanente, sganciandolo questo progetto, dal luogo individuato presso il Forte Marghera. Si suggerisce di far entrare questa proposta nel programma elettorale da proporre ai partiti. Una modalità anche questa per dar peso alla Casa delle donne e riaffermare il bisogno di un luogo di incontri per tutte le associazione al femminile.
Viene presentato da F. Fontanella il programma ”città sane” che ha come obbiettivo il benessere mentale e fisico dei cittadini. Questo progetto prevede il coinvolgimento dei cittadini stessi e chiede la collaborazione anche delle cittadine straniere. Alcune donne presenti in Consulta esprimo la disponibilità alla collaborazione.
La presidente chiude l’assemblea alle ore 19;50 dando appuntamento ai prossimi incontri, dopo le feste natalizie.