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Consulta delle cittadine per i tempi, la qualitą della vita, i servizi della cittą e la valorizzazione della differenza
Seduta del 17/05/2007


 


Componenti la Consulta:


Componenti presenti: Lia Tagliacozzo, Anna Ponti, Marisa Andreozzi Di Luca, Graziella Goattin, Mara Bianca, Paola Casanova, Maria teresa Menotto, Laura Guadagnin, Grace Spinazzi, Anna Doria, Franca Marcomin, Maria Teresa Franco Carrer, Marina Scalori, Maria Sangiuliano, Maria de Vito, Saba Aluisio, Anna Maria Dri, Roberta Dimambro, Stefania Brugnera


Altri presenti: Carla Sinigaglia, Sandra Salmasi, Francesca Trentin, Patricia Spingolo, Emilia Scribellito


 
Ordine del giorno della seduta

  1. Rappresentanza delle donne nelle Istituzioni;
     
  2. Varie ed Eventuali.


Verbale della seduta
 

Verbale Assemblea 17 maggio 2007:

hanno partecipato 24 donne.

Saluto della Presidente Marcomin che ricorda l’ordine del giorno “Rappresentanza delle donne nelle Istituzioni” e consegna la copia di alcuni opuscoli stampati dal sito “50 e 50” dell’UDI Nazionale, sulla campagna di raccolta di firme per una proposta di legge sulla rappresentanza delle donne del 50%.

Dà quindi la parola a Mara Bianca:

Mara Biancariassume gli ultimi incontri fatti dal suo gruppo proprio sui temi della rappresentanza femminile in Comune. Cita appelli, comunicati e di come il Sindaco abbia “riparato” la scarsità di donne elette in Consiglio Comunale nell’ultima tornata amministrativa con la nomina di 5 Assessore. Anche sul Nuovo regolamento delle Municipalità si è intervenute ripetutamente.

Per quanto riguarda le nomine femminili negli Enti nonostante vari comunicati, email, informazione che hanno fatto in modo di presentare varie candidature anche attraverso la Consulta con lettera di presentazione al Sindaco, il Sindaco non ha dato risposta. Elenca quindi una serie di numeri e percentuali sulle rappresentanze femminili negli Enti: ancora pochissime rispetto agli uomini.

Il risultato di un incontro fatto poco tempo fa con le Assessore e Consigliere del Comune, con una loro scarsa presenza, ha portato alla conclusione che le donne elette, che si occupano quindi di “politica”, sono oberate di lavoro o forse sono poco interessate alla Consulta delle donne. Sembra che più le donne raggiungono posti di potere, più si perda il legame con loro.

Dice che non solo le donne ma il mondo politico dovrebbe farsi carico di questo problema, ma visto che non ce la fa, deve essere la società civile a premere e la Consulta potrebbe essere sostenitrice della proposta dell’UDI del 50%.

Legge inoltre spunti da alcuni articoli da “Via Dogana” di Muraro e Cigarini, che si interrogano sulle numerose donne elette o che hanno importanti ruoli istituzionali a Milano: questo risultato ha a che fare con il femminismo? La destra dà più possibilità alle donne (Sindaca è Moratti di Forza Italia)? Che rapporto c’è tra le donne e il potere?

Marina Scalori: afferma che “ il problema della rappresentanza è un problema della democrazia”. Come donna si rende conto che le battaglie fatte e le quote rosa non hanno dato risultati, che non c’è ascolto in politica su questo problema; dice che le stesse donne elette non ci garantiscono più in quanto politica delle donne.

Legge alcuni frasi dal libro “La democrazia che non c’è” di Paul Ginsborg rilasciate da Franca Bimbi e Alisa da Re: dicono che la democrazia rappresentativa non ha accresciuto la rappresentanza delle donne e questo non è solo il caso dell’Italia ma riguarda anche altri Paesi. La politica emargina donne, giovani e altri, è un meccanismo di autoriproduzione e chi non è dentro continuerà a non esserci. O si cambiano le regole o questo problema continuerà ad esserci.

Come donna che fa parte della Consulta continua a pensare che il nostro ruolo femminile sia quello di tenere sotto controllo gli obiettivi per un confronto con coloro che ci amministrano e con le donne elette in particolare.

Stefania Brugnerasi scusa perché deve essere presente ad un’altra assemblea sul “Piano Socio Sanitario” e quindi può dedicare poco tempo alla riunione della Consulta. Come Consigliera di Municipalità dice che purtroppo dati i numerosi impegni non si può essere sempre presenti a molti incontri che sono spesso organizzati da varie associazioni; è deludente sentire però che le elette non rappresentano coloro che le hanno elette.

Dice che purtroppo sono i partiti stessi che non danno rappresentanza alle donne, ma essendo molte di noi presenti nei partiti, è da lì che bisogna cominciare lo sbarramento per favorire candidature e donne elette.

Dice che con la raccomandazione sul “Nuovo Regolamento di Municipalità” si è ottenuto un buon risultato nonostante non tutte le Municipalità abbiano accolto la raccomandazione. I discorsi di Mara sono validi e profondi, hanno bisogno di risposte. Non bisogna perdersi d’animo.

Lascia quindi l’assemblea.

Grace Spinazzi Ha partecipato ad un corso di scuola politica delle donne tenuto da Alisa del Re, dove si affermava che il tema della differenza è meglio evitarla nel fare politica, perchè è riduttivo e ritorna come un boomerang contro le donne. Inoltre che bisogna puntare alle quote rosa nei partiti del 50%.

A volte purtroppo i grandi temi delle donne dividono ancora le donne.

Le donne di qualunque orientamento vogliono partecipare alla politica. Ma il percorso della differenza sessuale non deve essere dato per scontato e molte donne delle istituzioni non hanno una cultura politica di questo tipo.

Ci sono grandi temi su cui interrogarsi: politica della differenza, parità, rapporto tra generazioni, rapporto tra partiti.

Laura Guadagnin: afferma che le donne non devono rappresentare nelle istituzioni la parte femminile, ma dare un segno forte della differenza sessuale nelle istituzioni. Ammette che da parte delle donne, anche nostra, c’è reticenza a partecipare in politica, ma la debolezza delle relazioni tra donne non riguarda solo le donne elette. Per capire le divisioni tra donne forse bisogna indagare sui legami che hanno le donne con il potere.

Maria Sangiuliano: il tema di oggi le ha fatto pensare alla crisi della rappresentanza che c’è in politica. La rappresentanza non tiene conto dei corpi, delle etnie, dei differenti orientamenti sessuali, è un concetto astratto. Si è interessata alla crisi della rappresentanza nei suoi studi di filosofia e di differenza di genere. Dice che il movimento delle donne in Italia è stato tormentato in questi anni, ma che il femminismo della differenza ha permesso di andare oltre il rivendicazionismo. Cita Alessandra Bocchetti e Virginia Woolf. Non siamo gli unici soggetti a non essere rappresentati da questa politica, i partiti sono strutture rigide, gerarchiche, verticistiche, pachidermi in un mondo sempre più fluido”. Nonostante questi limiti crede sia importante insistere sul tema delle donne in politica, perchè le istituzioni sono luoghi riconosciuti, anche se ci sono luoghi anche più forti delle istituzioni. Le donne devono capire che tipo di contenuto vogliono dare alla differenza. Su che tipo di politica possono puntare le donne? In Norvegia le donne hanno puntato sui servizi e su modalità dell’ascolto e di mediazione dei conflitti. La Consulta deve riflettere sui contenuti di cui riempire la differenza, sapendo che poi le donne danno fastidio quando non agiscono le regole della politica.

Franca Trentindice di avere la sensazione che il femminismo non ci sia più nella coscienza delle donne, c’è addirittura misoginia nelle donne di sinistra. Cos’è la politica di genere? Dove si riconosce? Queste domande creano turbamenti ed incertezze. Attende dalle altre una risposta.

Franca Marcomin:comunica che con il Centro Donna e con l’UDI è prevista un’iniziativa pubblica sul tema delle donne nelle istituzioni, dell’applicazione dell’art. 51 della Costituzione e della proposta del 50%. Periodo indicativo settembre - ottobre 2007.

Dice di non aver una grande capacità nella politica “tradizionale” ma ha l’impressione di essere in una fase in cui potrebbero avvenire grandi cambiamenti con la nascita del Partito Democratico e con i fermenti nella sinistra per altre forme di partito, tipo federazione. Dove sta andando la politica e dove vogliamo essere noi? Ci interessa ancora questo tipo di democrazia che ci ha escluse con regole che non appartengono al modo di far politica del movimento delle donne? Vogliamo ancora chiamarla democrazia visto come si comportano le istituzioni?

Ha capito che la differenza sessuale non è un contenuto: le donne devono sentirsi libere di essere quello che sono senza essere continuamente rinchiuse in stereotipi ed etichette. Il tema dei contenuti deve essere una continua contrattazione.

Saba Aluisio (rappresentante CGIL): si presenta come rappresentante delle donne del lavoro e condivide la proposta di Alisa da Re sulle politiche di genere, cioè -Le politiche di genere non sono il punto di vista femminile, ma una politica di donne e uomini senza disuguaglianze-.

E’ reduce da un convegno CGIL, CISL e UIL sui comitati di lavoro delle pari opportunità di tutti gli Enti pubblici, Comune di Venezia compreso. Dice che è difficile lavorare con le segreterie politiche, ci sono troppe liti. Si è sentita presa in giro. Non era presente nessuna donna nelle RSU della CISL. Si segue una politica dell’apparire non la sostanza. Tutto diventa una vetrina. La politica è alquanto imperfetta.

Marina Scalori:dice che non sono in discussione le singole persone nelle istituzioni, ma preferisce dare voti alle donne piuttosto che agli uomini. Si chiede come le istituzioni governano e amministrano questa città. Ad esempio per entrare in Comune ha dovuto lasciare un suo documento, perché questo pur essendo una componente della Consulta che è un organo istituzionale?

Graziella Goattin:dice di rappresentare il Comitato donne del quartiere di V.le S. Marco. Il suo è un percorso di “pratica”, di concretezza. Si rende conto che le donne elette nelle Istituzioni una volta elette, non sono presenti ai vari incontri promossi anche dal suo Comitato, pensa che forse le elette si devono adattare al sistema degli uomini.

Ad alcuni incontri promossi dal Comitato le Assessore non hanno partecipato all’invito; si sente amareggiata da questo.

Dice anche di aver lottato a suo tempo per i Consultori Familiari; purtroppo ora pare che i Consultori non seguano le donne come un tempo (fa l’esempio di una “battuta” di un’operatrice di consultorio che ha detto che le donne dopo i 60 anni non hanno bisogno di farsi visitare presso i Consultori Familiari).

Franca Marcomin:approfitta dell’intervento di Graziella proprio per parlare della sanità. Comunica che è previsto un incontro con un tecnico dell’ULSS per affrontare le tematiche del nuovo Ospedale di Mestre.

Sandra Salmasi:secondo lei bisogna valutare bene quale tecnico affronterà questo argomento.

Maria Teresa Menottorisponde che con Franca hanno già affrontato l’argomento, è stata inviata una richiesta al Direttore Generale dell’AULSS che, peraltro, ha sempre dato incarico di presentare il progetto del nuovo Ospedale di Mestre al Dirigente del Presidio Ospedaliero dott. Onofrio La Manna. Personalmente ha già partecipato ad una presentazione e ad alcuni incontri pubblici, mentre come gruppo salute hanno già avuto un incontro anche con la Presidente ed il Vicepresidente della Consulta della Salute con i quali sono state condivise soprattutto preoccupazioni e perplessità rispetto alla nuova organizzazione sanitaria territoriale. La presentazione che si farà, anche se sicuramente non potrà dare soluzione ai problemi che sono stati posti, potrà essere un momento informativo importante rispetto ad una nuova realtà che avrà caratteristiche organizzative e gestionali decisamente diverse dalle attuali e rispetto alle quali è opportuno cercare di capire e saperne di più.

Dopo questi argomenti Franca Marcomin prevede una nuova convocazione dell’Assemblea nel mese di giugno per quanto riguarda l’incontro con l’ULSS e dichiara chiusa la seduta alle ore 19.30.


 

p. Il Presidente della Consulta          
Franca Marcomin          

 
La/Il Segretaria/o della Consulta          
Paola Alberti          

 

 

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