TINTORI
Sono cinque le corti, i sotoporteghi e le calli che portano questo toponimo.
Il primo Statuto, fra i più antichi, risalente al 1242 , venne riformato nel 1305.La sede si trovava inizialmente a s.Giovanni Grisostomo e in seguito venne spostata presso la chiesa dei Servi ora non più esistente.Il patrono era s.Onofrio.
Come dimostra la data dello Statuto, l’ arte della tintura di stoffe a Venezia vantava una tradizione molto antica che si espanse a partire dal XV secolo accanto all’ industria della lana e della seta. La produzione non serviva solo la richiesta interna, ma anche quella estera Le formule delle tinture furono tenute rigorosamente segrete con successo fino alla metà del XVI secolo quando vennero divulgate a mezzo stampa. Le sostanze impiegate per ottenere i vari colori erano di origine sia animale che vegetale ed avevano le provenienze più varie; esse erano descritte nella Mariegola dell’ Arte, ma erano le diverse proporzioni, fra coloranti e fissanti nonché qualche elemento che ciascun tintore teneva segreto, a rendere uniche le tinte ottenute dai veneziani. La scoperta dell’ America e quindi l’ arrivo di merci e sostanze nuove dovuti allo spostamento dei traffici commerciali verso occidente, costituirono per la attività veneziana la perdita dell’ esclusività e quindi un danno economico.
Di solito i tintori, che si dividevano in tre classi: di tele, di fustagni e di sete, erano proprietari delle attrezzature che utilizzavano, ma potevano anche costituire delle società nelle quali alcuni ponevano i capitali ed altri le cognizioni tecniche e la manodopera.
I tessuti, prima della tintura, venivano cimosati e follati , trattati con mordenti che rendessero omogeneo il colore e infine posti ad asciugare su ganci appositi chiamati chiovere.