PISTORI
In tutta la città sono attestati almeno una dozzina tra calli, sottoportici, salizade del pistor.
Lo Statuto risale al 1333; i patroni erano s.Rocco e s. Lorenzo Giustiniani; la sede era a s.Maurizio presso la scuola degli Albanesi.
Il nome, di diretta derivazione latina, definisce il panettiere . Poiché la panificazione costituiva, certamente più che al giorno d’ oggi, una fonte basilare di sostentamento per la popolazione, lo Stato veneziano ne controllava attentamente ogni fase: la farina, l’ impasto, la cottura, il peso ed il prezzo attraverso l’ attività di un ufficio istituito a questo scopo denominato ufficio “ad bullam panis”.I cereali per il pane dovevano essere trasportati ai mulini per la macina dai pistori stessi su imbarcazioni di loro proprietà; il frumento doveva essere del tipo ammesso dal Governo ed ogni pistoria era tenuta ad esporre il prezzo del prodotto per la giornata. Il pane che al controllo risultasse non conforme alle disposizioni, veniva tagliato in pezzi e gettato dalle scale del ponte di Rialto; se il peso era inferiore al dovuto veniva comminato un soldo di multa per ogni pezzo; se presentava altri difetti veniva sequestrato In caso di particolare necessità della popolazione vigeva l’ obbligo di cuocere del pane d’ urgenza. Una produzione caratteristica era costituita dal pan biscotto che era utilizzato come vettovagliamento per le truppe di terra e di mare poiché era confezionato in modo tale da poter durare a lungo. Due grandi panaterie ,oltre a parecchi forni in tutta Venezia, servivano la città rispettivamente a s. Marco e a Rialto.