OREFICI
Lo Statuto risale al 1233; sede la chiesa di S.Salvador nel sestiere di S.Marco prima e poi quella di S.Giovanni Elemosinario nel sestiere di S.Polo; patrono S.Antonio abate.
L’ apprendistato durava 4,5 anni e aveva inizio ad una età minima di 8 anni. L’esercizio dell’ oreficeria era tassativamente vietato agli ebrei.L’ arte comprendeva diversi colonnelli o settori
Tra i quali anche quello dei gioiellieri da falso cioè di quelli che trattavano, usando un termine moderno,la bigiotteria. Venne deliberato in Maggior Consiglio nel 1331 che gli orefici potessero tener bottega solo nella zona di Rialto e anche se in seguito tale disposizione venne revocata, la collocazione delle numerose botteghe rimase la stessa come si può vedere anche oggi dal susseguirsi continuo dei negozi di orafi e gioiellieri oltre il ponte di Rialto.
Lo storico Marco Coccia,meglio noto come Sabellico, definiva questa zona della città “degli anelli”data la grande quantità che ne veniva prodotta ,ma ad essi vanno aggiunti molti altri tipi di gioielli tra i quali i più caratteristici di Venezia detti manini,cioè lunghissime catenelle formate da anelli minutissimi, tutti ovviamente uniti a mano, che formavano vere e proprie matasse d’oro.
I metalli preziosi venivano lavorati in maniera diversa tale da soddisfare la domanda più varia
sempre sotto la sorveglianza dei messeri agli Ori e agli Argenti in Zecca ai quali spettava di apporre il marchio di garanzia. Dall’ inizio del XVI secolo sedici confratelli chiamati “tocadori”effettuavano ogni settimana il giro delle botteghe per saggiare la purezza dei metalli.
Dagli orefici venivano trattate anche le pietre preziose, soprattutto smeraldi,rubini,diamanti,granati e gli orafi veneziani erano rinomati per la perizia nel lavoro degli smalti, del cesello e dello sbalzo.