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MALVASIA

 

Con questo nome sono attestate almeno 15 calli, distribuite in tutti i sestieri.

Il nome indica un vino proveniente da Malvasia, città della Morea (Peloponneso) o comunque d’ oltremare e, in senso lato ,anche il luogo nel quale veniva venduto.

I venditori si riunivano nella chiesa di S.Nicolò vicino ai Frari presso l’altare della natività di S.Giovanni Battista e costituivano un’ arte separata da quella dei venditori di altri vini. Essi non potevano vendere vini nostrani, preparare cibi, fornire carte da gioco e innalzare insegne, ma in cambio adornavano con frasche e festoni le vie dove erano collocate le rivendite. La malvasia si distingueva in dolce, tonda, garba e costituiva anche il vino da Messa; dai registri delle spese pubbliche redatte dal Magistrato alle Razon Vechie siamo informati che durante il conclave per l’ elezione del Doge le colazioni dei patrizi chiusi in Palazzo Ducale erano composte proprio da malvasia e biscottini.

Per diventare venditori di vino era sufficiente possedere una barca e pagare la tassa di “bonaintrada”. Non esisteva alcun tipo di garzonato o lavoranzia. La sede di riunione era in fondamenta del Vin e la protezione celeste era affidata a s.Giorgio e a s.Gerolamo.

Già nel XII secolo erano  stati istituiti gli “Offiziali al dazio del vin” incaricati di riscuotere l’imposta sul vino che veniva venduto sulle barche sia all’ingrosso che al minuto sugli stazi di s.Marco e Rialto. I nomi dei vini dipendevano oltre che dalla gradazione alcolica che li definiva di volta in volta deboli, mezzani, gagliardi, anche dall’ aggiunta di spezie per cui divenivano salubri, cordiali o stomacali. Il vino annacquato poteva essere venduto solo come tale, mentre i vini adulterati venivano versati in Canal Grande dal ponte di Rialto e quelli di buona qualità confiscati per svariate ragioni venivano distribuiti agli enti assistenziali.

La solerte organizzazione di controllo messa in opera dallo Stato impediva la presenza di cani a bordo delle barche-rivendita perché essi, abbaiando, avrebbero potuto avvertire i padroni  dell’ arrivo degli ”offiziali”.